Stand Alone Zone. A teatro il cinema in 4D conquista

Stand Alone Zone (photo: Lorenzo Passoni)|Stand Alone Zone (photo: Lorenzo Passoni)|
Stand Alone Zone (photo: Lorenzo Passoni)|Stand Alone Zone (photo: Lorenzo Passoni)|
Stand Alone Zone (photo: Lorenzo Passoni)
Stand Alone Zone (photo: Lorenzo Passoni)

“Più del cinema poté il teatro”: è questa la frase che mi rimbalzava per la testa durante gli applausi al termine di “Stand Alone Zone”, il bellissimo spettacolo dei francesi Système Castafiore che ha chiuso l’edizione 2014 di Teatro a Corte.

L’attesa era cominciata la mattina: durante la “colazione con gli artisti” presso il caffè di Palazzo Reale, a Torino, la coreografa Marcia Barcelos e il compositore Karl Biscuit, fondatori della compagnia nel 1989, avevano presentato lo spettacolo. E subito affascinante si era rivelato quel concetto di “4D” ovvero il far dialogare la tecnologia cinematografica del 3D con la dimensione fisica umana. Un processo che porta ad usare il cinema come punto di partenza con lo scopo di arrivare al teatro per espandere l’immagine ancor di più verso lo spettatore.
“Il lavoro è ispirato al capolavoro Stalker di Andrei Tarkovski – ammette Marcia – in assoluto il nostro regista preferito”.
La citazione ci è chiara sin dalle prime immagini a cui assistiamo nella gremitissima sala del Teatro Astra: scenari apocalittici, fantascientifici, postatomici, desolanti vengono proiettati sullo schermo 3D leggermente incurvato. Immagini dettagliate che invece di distrarre esaltano le presenze fisiche sul palcoscenico di quattro danzatori e alcuni oggetti di scena.

Bizzarri animali, enigmatiche figure femminili, soldati, un bambino dalla testa enorme: i personaggi che si alternano diventano l’estensione delle immagini proiettate, e a confermarlo sono le loro movenze e i loro passi da dimensione parallela, da ribaltamento della gravità. Le suggestioni sono completate dalle voci, incomprensibili, surreali e in playback.

Stand Alone Zone (photo: Lorenzo Passoni)
Stand Alone Zone (photo: Lorenzo Passoni)

Lo spettacolo avanza per quadri, ed è incredibile la varietà di immagini proposte, la loro dinamicità e imprevedibilità. Come in un film d’azione riusciamo a seguire una corsa furibonda e a scendere con un montacarichi verso il nulla. Una testa rotola in terra, e quando un meraviglioso e terrificante cane passa dallo schermo alla scena, allora il miracolo è compiuto: “Più del cinema poté il teatro!”.

Ineccepibile la padronanza della tecnica – unita a una poetica coerente – di questa compagnia sconosciuta in Italia eccezion fatta per una presenza, molti anni fa, a Rovereto. Uno spettacolo che sarà difficile dimenticare, soprattutto per la capacità di sfruttare la forza evocativa del cinema mettendola al servizio del teatro.

Stand Alone Zone
regia e musiche: Karl Biscuit
coreografia: Marcia Barcellos
scenografie: Jean-Luc Tourné
luci: Yann Le Meignen
costumi: Christian Burle
regia luci durante le tournée: Jéremie Diep
regia suono e video: Emmanuel Ramaux
interpreti: Marcia Barcellos, Sylvère Lamotte, Cédric Lequileuc, Sara Pasquier
produzione: Système Castafiore, Biennale Internationale de Danse de Cannes, Théâtre de Grasse
la compagnia è sostenuta dal Ministero Francese per la Cultura, Région Provence Alpes Côte d’Azur, Conseil Général des Alpes Maritimes, Ville de Grasse

durata: 60′
applausi del pubblico: 4′

Visto a Torino, Teatro Astra, il 3 agosto 2014
Prima nazionale

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