
“Copiare è da mediocri, rubare è da geni”: direbbe così Paolo Rossi, e anzi lo fa proprio attraverso un cartellone appeso in teatro in occasione di una replica di “D’ora in poi. Come sarebbe se fosse diverso?”, parafrasando un po’ il concetto di Picasso secondo cui ai mediocri è dato d’imitare mentre i grandi copiano.
Ed è della stessa idea Carolina de la Calle Casanova, autrice e regista dello spettacolo liberamente ispirato a “Luces de Bohemia” del suo connazionale Ramon del Valle-Inclan. “I maestri esistono e servono per attingere conoscenze, ma poi occorre riuscire a staccarsene”. E proprio ai maestri lei si è rivolta per una trilogia sugli autori spagnoli che ha visto portare in scena, oltre a Ramon del Valle-Inclan, anche Cervantes (con “Il matrimonio di Don Quijote”) e “Casa di Bernarda” di Garcìa Lorca, che il prossimo marzo, dal 18 al 28, sarà ospitato al Teatro della Contraddizione di Milano.
Con la compagnia Baby Gang, nata nel 2000 come collettivo, si prefigge di lavorare sulla drammaturgia contemporanea rielaborando spesso testi classici.
“D’ora in poi” si ispira all’Esperpento, che letteralmente significa assurdo, ridicolo; termine che Ramon del Valle-Inclan pose come sottotitolo al suo libro creando un genere nuovo, che fonde apparenza e realtà: perché per percepire il grottesco e il tragico della condizione umana bisogna deformarla questa nostra realtà. Ed è proprio quanto si propone lo spettacolo raccontando la vita e la morte del poeta cieco Max Estrella (interpretato da Paolo Rossi), l’ultimo maestro bohémien, che perde la vita davanti al portone di casa in una Spagna d’inizio ‘900 travolta da manifestazioni, abusi di potere, povertà e miseria.
“Lo spettacolo non era nato per avere protagonista Paolo – racconta Carolina – ma è poi stato lui, vedendolo, ad innamorarsi del personaggio di Estrella. Per me è stato un onore”.
In realtà Carolina ha già una lunga carriera alle spalle con Paolo Rossi, con cui, seppur giovane, lavora da sette anni come autrice. Ma certo “tenere” uno spirito libero come Rossi all’interno di un testo e di un lavoro corale non è stata impresa semplice. E un po’ di quell’improvvisazione che lo contraddistingue, da vero capocomico, emerge anche nello spettacolo, che si fa specchio dell’attualità più recente.
Vincitore della prima edizione del concorso Nuove Sensibilità organizzato dal Nuovo Teatro Nuovo di Napoli, lo spettacolo sta girando in una tournée che tocca grandi e piccole città. Come è il caso della replica a Nichelino (TO), dove incontriamo la compagnia, e dove lo spettacolo è stato accolto con il tutto esaurito nonostante lo spazio da quasi 500 posti. Una stagione, quella del Teatro Superga, che affianca prosa e lirica e ha debuttato con lo spettacolo “The Sandman” di Iraa Theatre, presentato dalla compagnia Cuocolo/Bosetti nelle case degli spettatori, e che proseguirà a gennaio ospitando, fra gli altri, il “Sogno di una notte di mezza estate” con Maurizio Donadoni, “La locandiera” di Goldoni nell’adattamento di Elena Bucci e Marco Sgrosso per poi chiudere, ad aprile, con “Il misantropo” di Molière “rivisto e corretto” da Mario Perrotta.
Il connubio artistico fra Paolo Rossi e Baby Gang va però oltre questo spettacolo, portando avanti un progetto di formazione che propone laboratori finalizzati alla ricerca di un nuovo metodo per l’attore comico e per un Nuovo Teatro Popolare, con tanto di manifesto programmatico. Perché alla fine, e soprattutto oggi, di maestri illuminati sentiamo tutti (anzi, forse in troppo pochi) un gran bisogno.