“Scrittore minore satirico dell’Italia del benessere”, così si presentava Ennio Flaiano, nato cent’anni fa e divenuto in pochi anni uno degli autori più eclettici del dopoguerra: dal giornalismo alla prosa, dal teatro al cinema un fiume in piena di cinismo e fine sensibilità.
Hanno portato la sua firma editoriali di “Oggi”, “Corriere della Sera”, “Il Mondo”; ha ricevuto il Premio Strega nel 1947 per “Tempo di uccidere”, appassionatissimo romanzo sulla disfatta in Etiopia; film storici della cinematografia italiana (da “La strada” a “Giulietta degli spiriti” fino a “I vitelloni” e “8 e ½”). Ma la vena grottesca e satirica ha reso famoso Flaiano anche e soprattutto per le opere teatrali, tra cui “La guerra spiegata ai poveri”, “La donna nell’armadio” e “Il caso Papaleo”. I premi internazionali Flaiano, assegnati a Pescara per l’eccellenza in teatro, cinema, letteratura e radio/televisione, sono tra i più prestigiosi.
Come ci era capitato di considerare di recente, ultimamente è tornato un po’ di moda l’amore storico dell’Italia per la celebrazione delle ricorrenze. In fin dei conti è anche un modo per assegnare risorse a chi ne ha bisogno, uno strano modo per offrire posti di lavoro.
Pescara, la città che diede i natali a Flaiano, celebra oggi – 5 marzo – il centenario dell’autore con una serie di eventi: la proiezione del film “M’Arcorde” a cura di Pino Bruni e Sergio Sciarra, un dibattito sulla figura di Flaiano e sulla sua arte, la deposizione di una corona di alloro sul monumento situato in Piazza Unione, la presentazione del libro “Ennio Flaiano, hanno detto e scritto di lui” e un recital curato da Franca Minnucci. Il 6 marzo s’inaugura poi al Mediamuseum la mostra intitolata “Ennio Flaiano. Scrittore satirico dell’Italia del benessere“, aperta fino al 30 aprile. Disegni autografi, lettere, quaderni d’appunti, provenienti dal Fondo manoscritti dell’Università di Pavia e presentati per la prima volta al pubblico.
Dai quartieri del boom e della “dolce vita” ai cantieri che continuarono a cambiarla, dal sobborgo Talenti, culla della nuova urbanistica, a Montesacro, dove una targa ricorda la sua abitazione, Roma è stato un punto fermo della vita e della carriera di Flaiano. “Un Flaiano a Roma” è l’iniziativa che la capitale gli dedica. Oggi la Sala Pietro da Cortona dei Musei Capitolini ospiterà testimoni, intellettuali, critici e artisti italiani che si incontreranno per ricordarlo: da Lina Wertmüller a Carlo Lizzani, da Paolo Mauri ad Alain Elkann, da Italo Moscati a Giosetta Fioroni, da Raffaele La Capria a Daniele Protti, da Giovanni Sedita a Giuseppe Giannotti. Video di immagini inedite di Flaiano, interviste e una rassegna di film da lui sceneggiati ospitata dalla Casa del Cinema, fino all’8 marzo. E una mostra a maggio alla Casa delle Letterature.
La casa editrice Adelphi ha in programma invece un volume di Opere scelte a cura di Anna Longoni, mentre sarà emesso dalla Zecca un francobollo commemorativo.
Un grande omaggio è stato poi offerto dalla compagnia teatrale LABit, che al Teatro Due di Roma ha prodotto la rassegna “100 anni in un mese – Quattro settimane di spettacolo per i 100 anni della nascita di Ennio Flaiano”, che ha portato sul palco, con la regia di Gabriele Linari “La guerra spiegata ai poveri” e il dittico “Chi mi ama mi preceda” (“La donna nell’armadio” e “Il caso Papaleo”).