Verrò, ma deve essere una cena seria. Odio le persone che prendono i pasti alla leggera.
Oscar Wilde
Si lega sempre più alla cucina il teatro torinese. O meglio, le persone che amano il teatro paiono appassionate anche di tavola e viceversa, riuscendo professionalmente a creare percorsi che stuzzicano più sensi.
Sai che novità, dirà qualcuno. Ma in una città che – rispetto ad altre – viene definita per antonomasia chiusa e austera, in cui i “circoli teatrali” sono sempre parecchio ristretti, aver voglia di incontrarsi e condividere spazi “altri” (e magari pure gente “altra”) può essere stimolante anche nella ricerca di nuovo pubblico… ‘che sempre lì alla fine andiamo a parare: che quella passione non sia poi solo nostra.
E se col teatro è difficile mangiare, allora impariamo proprio a cucinarcelo, questo piatto! Ecco così spuntare “gastronomie delle favole” con la passione (e il passato) per il teatro, come nel caso di Cenerentola Pret-à-Manger (Sara, 33 anni, siciliana ma piemontese d’adozione, è uno chef che arriva dal teatro), o veder sbucare qua e là qualche nuovo esperimento del festival Play with Food – La scena del cibo (che nella stagione 16/17 dovrebbe arrivare alla VII edizione) a braccetto coi Cuochivolanti, gruppo di “gastro-performer” che esattamente dieci anni fa si inventarono nuovi format per “performance e installazioni, dove la nostra passione per l’arte e il teatro diventa uno strumento inedito e suggestivo per godere diversamente il cibo e la convivialità”.
Del resto lo sosteneva già Maupassant: “Si è gourdmand come si è artista o poeta”.
“Assaggi di teatro” sono stati sperimentati negli anni perfino dallo Stabile di Torino, che anche nella stagione 15/16 ha unito allo spettacolo in scena performance di food art, preparazioni speciali che gourmet e spettatori dei teatri del circuito dello Stabile hanno potuto gustare nei ristoranti degli chef invitati per l’intero periodo delle rappresentazioni.
Ci sono poi state le più estive “cene al cimitero” con annesso spettacolo di Acti Teatri Indipendenti, in un luogo suggestivo come l’ex cimitero di San Pietro in Vincoli.
Insomma, in tempi di ristrettezze economiche sul piano della cultura, il traino del cibo (che fa di Torino una città per tradizione ‘buongustaia’) aiuta a racimolare pubblico e nuove idee.
Prendendo alla lettera le parole di Oscar Wilde, accettiamo così l’invito a sperimentare da vicino la prima data della mini-tournée in quattro diverse case dello spettacolo “Due Ritr’Atti Unici”, in collaborazione con Play with Food, che verrà presentato in quattro case private di Torino nei quattro giovedì di questo mese (stasera 16 giugno la seconda replica, e poi il 23 e il 30 – prenotazione obbligatoria: anticamerateatro@yahoo.it – posti limitati).
L’idea è divertente. Ma per essere davvero vincente – e quindi accattivante, ripetibile e un po’ diversa dalle altre -, tutto dev’essere studiato nei particolari. A partire dalla location. Il format vincente mischia infatti diverse professionalità (anche comunicative) per ottenere un packaging invogliante e resistente, curatissimo nei dettagli: c’è il bello, c’è il buono, c’è la sorpresa e anche il divertimento. Perché quindi non provare una serata un po’ diversa?
Tu, ospite, dovrai solo preoccuparti di arrivare in una certa casa, in una certa via di Torino (che ti verrà svelata il giorno stesso dell’evento), ad una certa ora. Che poi non è molto diverso dall’incontrarsi a teatro.
L’idea di performance realizzata in casa del resto è già stata ampiamente rodata anche in tanti esperimenti milanesi. Ora si cerca di stanare i torinesi – per natura più chiusi – dal torpore delle loro abitudini. E creare sinergie tra professionisti di ambiti diversi può risultare efficace.
Rieccoci quindi su quel marciapiede, non lontano dal centro, che – in un loft inaspettato e d’incredibile gusto – servirà da apertura per la mini-tournée d’appartamento. Il progetto è firmato da Anticamera Teatro, compagnia torinese che dal ’98 sperimenta “il teatro come esperienza per lo spettatore e per gli attori, con l’obiettivo di creare un cambiamento, un miserabile ricordo e una possibile comunione”.
I “Due ritr’Atti Unici” sono liberamente tratti da “La chiave dell’ascensore”, scritto da Agota Kristof nel ’77, e dal testo inedito “Happy old year” di Marco Monfredini (anche interprete del secondo monologo della serata). “Un esperimento di contaminazione di ruoli e di drammaturgie contemporanee, uno spettacolo alla finestra”, lo definisce la compagnia.
E proprio alla finestra è. Senza volervi svelare troppo, possiamo anticipare che i due atti – che seguono un’ottima cena in piedi, tra soggiorno e terrazzo, in compagnia di altri ospiti e degli affabili padroni di casa – raccontano le storie, apparentemente distinte, di una donna (l’ottima Chiara Cardea per uno splendido e intenso testo della Kristof, che non può non far riflettere anche sui continui casi di sopraffazione maschile) e poi di un uomo (Monfredini), entrambi chiusi in una stanza. Entrambi in attesa che qualcuno o qualcosa interrompa quel loro monologare solitario ormai al limite del delirio.
La serata scorrerà rapida e piacevole attorno al gioco dello stupore e del convivio, tra l’arte teatrale e quella della cucina, coltivata ormai da tempo dai Cuochivolanti (la cena ha però aperto solo la prima serata, mentre altre piccole “sorprese di convivialità” accompagneranno quelle successive).
Il tutto ruota attorno ad un’estetica del gusto che non include solo i sapori, ma quell’arte di godere dei tanti lati del piacere, facendoci ricordare – in antitesi alla protagonista de “La chiave dell’ascensore” – quale ebbrezza possa regalarci questa libertà.
Da provare!
DUE RITR’ATTI UNICI
una produzione Anticamera Teatro
ideazione Marco Monfredini
liberamente tratto da La Chiave dell’ascensore di Agota Kristof e Happy old year di Marco Monfredini
di e con Chiara Cardea e Marco Monfredini
voce fuori campo Salvo Montalto
tecniche Valentina De Luca
mini-tournée in collaborazione con Play with Food – La scena del cibo
direzione: Marco Monfredini
organizzazione, fundraising e logistica: Davide Barbato, Valentina De Luca, Chiara Cardea
food partner: Cuochivolanti
food&drink sponsor: Laleo, Farina nel sacco, Madavin, BlackBarrels birrificio
con il sostegno di: Gnammo