Un grande affresco per un grande poeta italiano. Forse è questo il modo migliore per descrivere uno spettacolo che si propone come omaggio alla follia, all’arte, al coraggio, alle parole, agli amori e all’incoscienza di Pier Paolo Pasolini, una figura che ha più volte sovvertito la visione di tutto ciò che in Italia è cultura.
Ecco quindi che, già nell’entrare in sala, ci si accorge che qualcosa è stato “ribaltato”, vale a dire il teatro stesso. Gli spettatori vengono invitati a prendere posto su alcune tribune preparate sul palcoscenico e, per arrivarci, devono attraversare una platea svuotata dalle poltrone e ricoperta di polvere di gomma di pneumatici, a formare una spiaggia di cenere nera che ricopre interamente il rosso della moquette sottostante.
Con rinnovata sorpresa si scopre poi che tutti gli anelli, le colonne, le decorazioni sono state fasciate con una plastica nera lucida simile a quella dei sacchi della spazzatura. Rimangono intatti il grande lampadario dorato e la volta affrescata.
L’azione si svolge non sono sulla “spiaggia”, ma anche sui palchetti, da dove figure immaginarie fanno capolino a compiere gesti simbolici e improvvisi.
È questa la componente più interessante e vicina al mondo pasoliniano che si incontra ne “La commedia delle ceneri” e che si può leggere come una sorta di installazione vicina alle opere di land art dei coniugi Christo.
Lo spettacolo è invece tutt’altra cosa. Prende avvio dal pestaggio subito dal poeta e si conclude con il suo funerale. Il tutto agito da una popolosa compagnia di attori e danzatori di buon livello.
L’intento è portare in scena non solo la visione del mondo di Pasolini, l’indagine continua e sofferta rispetto alla modernità e ai suoi mutamenti sociali ma soprattutto il fascino disperato del poeta nei confronti della vita degli altri.
A tre narratori è affidato il ruolo di filo rosso rispetto alle vicende umane del protagonista, del quale emerge con chiarezza la forte rabbia ma anche la grandissima lucidità e visione del futuro. In scena vengono portate le maschere inquietanti della politica e del potere, insieme a quei ragazzacci dei bassifondi e a quei giovani rivoluzionari lontano dai quali il poeta non può vivere perché ne subisce costantemente il fascino intellettuale e sessuale.
Un mondo complicato e contorto evocato, in scena, attraverso metafore continue, frammenti “allucinanti” e balletti stranianti.
Arrivati al termine di questo testamento, però, se ne percepisce, rapportato al bellissimo allestimento scenotecnico, una linearità quasi banale e un po’ scontata che, privata di tutti gli orpelli, forse non colpirebbe così tanto.
LA COMMEDIA DELLE CENERI
dedicato a Pier Paolo Pasolini
drammaturgia e regia: Giorgio Gallione
coreografie: Giovanni Di Cicco
con: Riccardo Maranzana, Fabrizio Matteini, Simona Guarino, Rosanna Naddeo, Luca Alberti, Filippo Bandiera, Matteo Bologna, Massimo Cerruti, Eleonora Chiocchini, Erika Melli, Francesca Zaccaria
scene e costumi: Guido Fiorato
musiche: Paolo Silvestri
durata: 1h 14’
applausi del pubblico: 2’ 59’’
Visto a Genova, Teatro Modena, il 14 gennaio 2011