Crac, la deriva metropolitana dei Motus

Crac

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Crac
Crac è scoppio rottura esplosione frattura dispersione
e nuova ricerca dei pezzi…

Crac s’inserisce nel più ampio progetto dei Motus X(ics) racconti crudeli della giovinezza e viene definito dai suoi stessi autori “deriva non teatrale, performance avulsa da qualsiasi ipotesi narrativa”.
Eppure Crac appare come uno spettacolo compiuto di una bellezza delicata e struggente, con una precisione puntuale e minimale. E anche se inserito nel progetto sulla giovinezza, lo spettacolo parla di città, confini, aree periferiche e suburbane dell’Italia ma, allo stesso tempo, anche di un luogo indefinito.

Una figurina bianca e delicata, al centro della scena, subisce la città e con essa i suoi rumori e colori. Se in X(ics) la protagonista cerca una partitura fisica d’emergenza che salverà il mondo dalla catastrofe, in Crac la stessa disperata fisicità porta a pattinare senza sosta Silvia Calderoni lungo una circonferenza che sembra delimitare, chiudere, in uno sforzo di ridefinire i confini: “tentativo di riappropiarsi del fuori e allargare il dentro”.
Attraverso una perfetta orchestrazione di proiezioni e suoni, i gesti della performer raccontano un disagio e un’incapacità nei confronti di questo fuori, della città, dei suoi ritmi. E, al tempo stesso, il suo stare al gioco, vivendo il mondo con lo spirito leggero di chi ne è superiore, di chi ha trovato un distacco dalla realtà. Per immergersi e sprofondare – alla fine – dentro la terra stessa, quella che è natura e fiore.

Confesso di non essere mai stata un’amante dei Motus perché non li capivo, perché ho sempre preferito un teatro di emozioni piuttosto che di innovazione tecnologica. Crac sa però coniugare perfettamente le due cose: la tecnologia compiuta ed elegante a servizio di un messaggio chiaro, forte ed emozionante.
Consiglio: da non perdere.


CRAC
ideazione e regia: Enrico Casagrande e Daniela Nicolò
con Silvia Calderoni
visual design: Francesco Borghesi
sound design: Enrico Casagrande, Roberto Pozzi
collaborazione tecnica: Giancarlo Bianchini/Arto-Zat
produzione Motus con la collaborazione di L’arboreto di Mondaino, Galleria Toledo Napoli, Museo D’Arte Contemporanea MADRE Napoli, POGAS-Politiche Giovanili e Attività Sportive
durata: 35’
applausi del pubblico: 1’ 40”

Visto a Santarcangelo di Romagna (RN), Teatro Il lavatoio, il 7 settembre 2008

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