Nei camerini delle Fonderie Limone del Teatro Stabile di Torino, incontriamo l’artista subito dopo lo spettacolo con cui è in tournée in questi mesi
In camerino, alle Fonderie Limone di Moncalieri, dopo lo spettacolo.
Pippo Delbono ci attende lì, con il suo abito di scena bianco ancora da togliere e lo sguardo che tende al basso, al silenzio, alla riflessione.
Il rumore dei tanti applausi di poco prima e il bagno di pubblico di una sala gremita lasciano spazio al tempo del privato, della rielaborazione.
Il successo di questo “Amore” (che arriverà nelle prossime settimane sui palchi francofoni di Sète, Ginevra e Annecy a maggio) non sembra sufficiente a risollevarlo. E’ un dolore personale, il suo, che vogliamo rispettare. Cerchiamo quindi di concentrarci sull’artista che, invece, sembra stare bene, ma anche sulla necessità di affrontare un tema così enorme, sui progetti futuri, sulla compagnia inevitabilmente cambiata, rinnovata.
Le poche parole che ci affida, con la fatica della stanchezza, sono sincere e preziose. E anche per questo, lo ringraziamo.
