Torna per la sua sedicesima edizione, parte seconda, Danae Festival, l’appuntamento performativo che, di anno in anno, tinge le stagioni milanesi sempre più di internazionalità.
Danae è una scommessa nata dalla mente del Teatro delle Moire grazie ad Alessandra de Santis e Attilio Nicoli Cristiani. Un festival in una città già piena di festival e rassegne, ma dedicato esclusivamente a progetti di creazione contemporanea, alla costante ricerca di nuovi linguaggi. Ecco la sfida.
La prima parte dell’edizione 2014 era andata in scena ad aprile con artisti come Pere Faura, sorta di enfant prodige che aveva aperto il festival, seguito dal coreografo Fabrizio Favale, da Francesca Proia col suo progetto di ricerca sul campo, e poi dai giovani portoghesi Sofia Dias e Vitor Rotiz, per concludersi con “Atlas”, lo spettacolo/progetto più atteso e complesso, ideato da Ana Boralho e João Galante, che aveva coinvolto un centinaio persone.
Un festival, Danae, che cerca quindi da sempre di promuovere artisti e progetti internazionali o che abbiano una vocazione internazionale, dove il concetto di “fare rete” e condividere percorsi sia sentito come fondamentale, soprattutto per quanto riguarda gli artisti italiani.
Ecco allora anche il progetto collaterale Open Latitudes, per la promozione, la produzione e la circuitazione di forme d’arte ibride e transdisciplinari, che nei quattro anni di progetto previsti (fino al 2016) promuoverà complessivamente con i partner europei 25 nuove produzioni.
Per quanto riguarda questa seconda parte di festival, l’obiettivo è continuare a presentare artisti che stiano cercando una nuova commistione tra vari linguaggi e formati. L’interdisciplinarità dei progetti sarà il paradigma di questa ‘rentrée’ di programmazione: vedremo quindi danzatori e artisti impegnati in esperimenti architettonici in scena, video, musica live… Un festival che chiamare teatrale è assai riduttivo, perché l’arte sarà presentata come un’esperienza partecipata che richiamerà anche echi antichi, facendoci dimenticare per un momento l’ampio e presente sentimento di dimostrazione, ‘de monstrum’, ossia il mostrare sé stessi aspettando che il pubblico ci ammiri, atteggiamento che pare un po’ la chiave di interpretazione più diffusa al momento in Italia. Ecco, con Danae ‘essere pubblico’ significherà anche altro.
Via allora questa settimana, giovedì 30 ottobre allo spazio Careof, con “The Bizarre Collection”, un concerto rock alternativo, post rock, elettronico… e chi più ne ha più ne metta.
Dal 31 ottobre al 2 novembre andrà invece in scena la nuova produzione del Teatro delle Moire, “Songs for Edgar”, un concept concert dedicato ad Edgar Allan Poe. Mentre al Teatro Out Off vedremo, altra prima nazionale, il connubio belga-ecuadoregno di Fabian Barba e Busy Rocks con “A Mary Wigman dance evening”, un omaggio alla danzatrice degli anni ’30 presentato con video, documentazioni, testimonianze live e sulla scena.
CollettivO CineticO, neoeletto vincitore – nel fine settimana appena trascorso – del premio Rete Critica 2014 come migliore compagnia, porterà poi “<age>” (sabato 8 e domenica 9 novembre), un omaggio a John Cage realizzato da giovani performer. Mentre il 6 e 7 novembre, sempre al Teatro Out Off, arriverà la forma definitiva di “I’m here I have a gun” di Garten, che avevamo già visto in occasione di Apache al Teatro Litta.
Siete pronti a dimenticare le visioni più ‘tradizionali’ della scena? Danae sta arrivando!