Alfonso Santagata sulle tracce di dei ed eroi

Alfonso Santagata
Alfonso Santagata
Alfonso Santagata (photo: teatrodellerocce.it)

Da tempo Alfonso Santagata conduce una riflessione sul mito e la tragedia greca, di cui ha elaborato diverse riscritture sceniche, a partire da “Eidos” (Apparizioni) e “Tragedia a mmare” nel 1999. Proprio in questo lavoro l’autore-attore e regista della compagnia Katzenmacher ha incrociato le figure mitologiche con un luogo extra-teatrale, la cui natura orienta in modo specifico l’allestimento. Così, da “Tragedia a mmare” è scaturito lo spettacolo “Tragedia a…”, sviluppato nel corso degli anni in spazi di volta in volta diversi, per cui il rapporto con ciascun ambiente, con una propria storia, il suo paesaggio e le persone che lo abitano diventa l’aspetto centrale del processo creativo.
Ora l’orizzonte di questa ricerca si arricchisce di un nuovo impulso, grazie all’attuale residenza per un anno della compagnia a Gavorrano. L’iniziativa parte da Laboratorio Gavorranoidea, organismo comunale per i servizi culturali che, con il sostegno della Provincia di Grosseto, ha ideato un progetto, “La miniera del teatro”, accolto dalla Regione Toscana nell’ambito del Patto per il riassetto del sistema teatrale.

Il percorso, spiega la direttrice di Gavorranoidea Alessandra Casini, vuole costruire uno scambio forte tra pratica artistica e territorio, impostando un rapporto di reciproco nutrimento tra la creazione teatrale e il patrimonio locale. La mediazione di Gavorranoidea consiste anche nel rendere sensibile la presenza della compagnia nella vita della città: nei mesi di maggio e giugno, i seminari aperti a giovani teatranti o semplici appassionati sono stati la prima occasione di conoscenza. Dal canto suo, Santagata considera l’attività laboratoriale un modo di trasmettere l’esperienza del proprio gruppo, ma anche parte del processo di ascolto del luogo da cui trae linfa il lavoro teatrale. I partecipanti ai seminari sono già entrati nell’edizione di “Degli Dei degli Eroi” realizzata al Teatro delle rocce di Gavorrano, in apertura del festival annuale il 2 luglio scorso; inoltre i giovani attori sperimenteranno appieno il processo dell’allestimento anche nelle prossime date della tournée estiva. Altri seminari saranno connessi alle prossime produzioni Katzenmacher: a ottobre, Santagata torna agli atti unici di Eduardo; seguirà poi uno spettacolo di ricerca sulla memoria storica e culturale delle vecchie miniere di Gavorrano. In parallelo, si svolge in collaborazione con L’Eti “Speciale Pubblico”, che prevede incontri specifici sugli spettacoli in forma di dialogo tra i formatori – come Giorgio Testa – e gli spettatori interessati.

“Degli Dei degli Eroi” è un viaggio attraverso le vicende dei Labdacidi, che comincia al calare del sole, quando le figure dell’antica stirpe si manifestano alla stregua di apparizioni dall’aldilà, o meglio dall’Ade, come annuncia l’insegna di benvenuto. Sentinelle impettite controllano l’accesso del pubblico alla cava mineraria; un occhio da Sfinge compare proiettato su una sfera di pietre; voci minacciose arrivano dalla montagna, mentre uno squarcio di luce bluastra sgorga dalle rocce. Le anime degli eroi giungono dal loro misterioso e originario altrove, evocate con ritmiche coreografie dal coro di donne in lutto. L’indovino Tiresia prende vita grazie a Johnny Lodi, ed è un essere androgino in bianco, dalla voce stridula come quella degli uccelli di cui si serve per i suoi vaticini; Santagata è Edipo, re di Tebe determinato a risalire all’assassino di Laio, che reagisce con crudele violenza agli ammonimenti dell’oracolo. Il ciclo tebano – dalla tetralogia di Eschilo alle opere sofoclee Edipo re e Edipo a Colono – è condensato nella rappresentazione dei principali nuclei drammaturgici. Le scene si svolgono in altrettanti luoghi deputati: come frammenti di quelle vite che risalgono alla superficie dalle profondità della terra. Ogni spazio dà origine alle azioni che lo abitano, e d’improvviso dagli angoli nascosti nella notte emergono altre presenze.
Due buffe guide turistiche – interpretate da Rossana Gay e Antonio Alveario con tratti gustosamente caricaturali – spiegano che «Gavorrano un tempo era Tebe», e indicano la strada al pubblico con piccole torce. In una stanza degli specchi Sergio Licatalosi, corpo sbilenco “en travesti” che rivisita l’onnagata (l’attore che nel kabuki interpreta una donna), interpreta il brano della morte di Giocasta; su una tribuna elettorale con tanto di altoparlanti si affaccia Creonte, che Francesco Pennacchia trasforma in gangster spregiudicato e inflessibile; in un cerchio di lumini Daria Panettieri recita con schietta intensità e senza compiacimento Antigone. Col susseguirsi delle scene, l’intero ambiente è trasfigurato dalla visionarietà del mito, che lo permea e sembra scaturire dalla stessa morfologia naturale. Qui gli dei e il fato si manifestano come forze cieche e irrazionali, a cui gli uomini eroicamente soccombono. Ma nella riscrittura di Santagata gli impulsi profondi che i protagonisti incarnano sono destinati a vivere in eterno, a tornare e riapparire, in altri tempi, in altri luoghi: ecco perché quando ogni vicenda si è consumata, Edipo e Antigone a braccetto si mettono in cammino, scomparendo nell’oscurità.

DEGLI DEI DEGLI EROI
scritto e diretto da Alfonso Santagata
produzione: Katzenmacher
con: Johnny Lodi, Alfonso Santagata, Rossana Gay, Antonio Alveario, Daria Panettieri, Francesco Pennacchia, Massimiliano Poli, allievi del laboratorio di Gavorrano
durata: 55’
applausi del pubblico: 2’

Visto a Gavorrano,
Teatro delle Rocce, il 2 luglio 2010

0 replies on “Alfonso Santagata sulle tracce di dei ed eroi”
Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *