Ecco allora che Orlando Manfredi, in arte duemanosinistra, cantautore, attore e drammaturgo torinese, è partito per il Cammino di Santiago de Compostela (tra Francia e Spagna), dando vita ad un progetto culturale aperto e multimediale, che vedrà il suo esito finale in un nuovo disco di duemanosinistra e in uno spettacolo teatrale che sarà presentato in anteprima a Torino Spiritualità il 28 settembre.
Il progetto “From Orlando to Santiago. Scrivere canzoni, condividere il cammino” nasce dal bisogno di muovere nuovi passi e trovare dimensioni differenti nella produzione discografica. Si struttura come un iter artistico-culturale-mediale, nel rispetto di una vocazione ‘social’ – in relazione all’incontro con i pellegrini e alle piattaforme di diffusione dei contenuti (internet, social network, plurilinguismo) -, nella cross-medialità della sua elaborazione e nella fusione tra contenuti reali ed estetici.
Quaranta giorni di pellegrinaggio esistenziale e artistico per “re-imparare a camminare”.
Ogni giorno un blog testimonia, da fedele diario di viaggio, il percorso di Orlando e anche le difficoltà, dando la possibilità a chi lo segue di partecipare a quel cammino che poi diventerà album.
Il progetto è presente su Verkami, piattaforma di crowdfunding attraverso cui il pubblico può diventare sostenitore diretto dando un contributo, a partire da 5 euro fino a un massimo di 500.
Abbiamo raggiunto Orlando (ahimé non fisicamente) la scorsa settimana, per farci raccontare qualcosa di più.
Innanzitutto, dove sei oggi [giovedì scorso, ndr]?
Sono entrato proprio ora a Burgos, destinazione “centro medico di prima assistenza” per il mio tendine d’Achille infiammato! Ma questo è il Cammino: andare incontro sereni alle occorrenze. Tutte: quelle belle e quelle meno belle.
E quando arriverai a destinazione?
Data la situazione non so esattamente quando arriverò. Spero entro la seconda metà di agosto. Ieri mi sono trascinato come un paralitico fino a San Juan de Ortega. E per la prima volta in vita mia ho pregato. Non so bene chi o che cosa, ma ho pregato di poter arrivare!
Quali, finora, le esperienze più significative di questo Cammino? Chi, incontrato tra sentieri o rifugi, sei già certo che non dimenticherai?
In Cammino ti accorgi immediatamente di coloro che rimarranno come cartoline con una foto e un nome, così come di coloro che ti stanno entrando dentro e non se ne andranno mai. In generale, ho fatto le esperienze piú significative camminando, e non fermo ai rifugi, e questo è bellissimo. La strada ti fa incontrare chi stavi cercando. La strada “sdipana” le nostre affinità e le nostre parole segrete, al ritmo dei passi. Ogni tanto capita anche di incontrare sé stessi: il proprio Io di dieci o quindici anni prima.
Quali sono gli oggetti indispensabili che hai portato con te?
Una chitarra microscopica (l’ho chiamata chitarra di Lilliput), un i-phone e una tastiera per scrivere testi, collegata all’i-phone via bluetooth.
Lo spettacolo teatrale che prenderà vita a seguito di questa esperienza avrà evidentemente un sostrato spirituale, quale è la vocazione del Cammino di Santiago. Hai già maturato qualche idea in proposito?
Entrare in un contatto “verticale” con se stessi (differente al contatto “orizzontale” che abbiamo con noi stessi, schiacciato sulle incombenze quotidiane) è assolutamente spirituale.
La vocazione del Cammino è quella di consentire a chiunque di realizzare un cammino (il proprio) mentre si sta compiendo quello verso Santiago. Arrivare là è un termine ma non un fine. Il fine è il cammino. In altre parole, attivare nel tempo e nello spazio la possibilità di un processo interiore. Per il credente, è la Fede che attiva – durante il Cammino – questo processo. Per il non credente è il cammino e basta, o qualche altro tipo di fede, estremamente personale.
Sei un amante delle “camminate” o ti sei improvvisato, affrontando una sfida del tutto nuova?
Sono un amante dei rush interiori, indipendentemente dal fatto che essi avvengano in bici, a piedi o di corsa. Naturalmente mi sono preparato. Chiunque può prepararsi a camminare, ma nessuno può prepararsi al Cammino.
Nel progetto si parla, a fronte di un sostegno economico attraverso il crowdfunding, di ricompense esclusive. Al momento hai raccolto più di 2.000 euro sui 3.000 che ti sei prefissato. Convinci allora i nostri lettori a sostenerti!
Si tratterà e già si tratta di un progetto unico, almeno in Italia. Questo non basterà a renderlo un progetto riuscito. Però, intanto, vi racconto ciò che lo rende speciale: innanzitutto è la prima volta che in Italia nasce un progetto di songwriting in itinere. Qui l’ossatura delle canzoni nasce in Cammino (grazie a questa chitarra di Lilliput, insaccata in una tasca per tavole-snowboard del mio zaino), attraverso l’ispirazione che se ne trae, attraverso i luoghi e gli incontri.
E’ unico perchè si tratta di trasformare un pellegrinaggio spirituale in un pellegrinaggio artistico. Si tratta di farsi “tramite” artistico a beneficio di tutti gli interessati (pellegrini e non). Oltre alle canzoni, però, sto scrivendo articoli, report di viaggio e di incontri, impressioni. Tutto questo viene messo in rete sul blog quasi ogni giorno. E’ dunque un progetto in real time, aperto (anche al contributo di commentatori da casa) e “sociale”.
Alla fine del cammino, tutto il materiale confluirá in uno spettaccolo-concerto (che sará presentato all’interno del festival Torino Spiritualità) e in nuovo disco di duemanosinistra. Dunque, dove si aprono nuove modalità artistiche, nuove idee e contenuti, bisogna rispondere all’appello e sostenere, anche in maniera assolutamente simbolica.
In conclusione, hai re-imparato a camminare?
A giudicare dalla tendinite, no. Ma camminare è molto meno di Camminare, quello con la C maiuscola.