Inequilibrio Festival 23: “sconfinare” tra le arti sceniche per cercare nuovo nutrimento

Pour sortir su jour (ph: Olivier Dubois)
Pour sortir su jour (ph: Olivier Dubois)

La 26^ edizione ha visto protagonisti, tra gli altri, Niccolò Fettarappa, Olivier Dubois, Motus e Ilaria Drago

Il festival toscano Inequilibrio organizzato da Fondazione Armunia, di casa a Castiglioncello ma non solo, per noi che lo frequentiamo da moltissimo tempo è stato, anche quest’anno, fin dal primo week-end in cui siamo stati presenti, un crogiolo di stimoli interessanti, cominciando dagli incontri proposti da Angela Fumarola nella confortevole location della Limonaia del Castello Pasquini.
Questa volta sono stati presentati due libri, “Il corpo esploso” di Florinda Cambria, inserito nel percorso intrapreso dalla compagnia Akropolis su Antonin Artaud, e il volume di Maria Teresa Surianello “Uno strappo nella rete”, che contiene tutti gli scritti di Renato Nicolini, indimenticato e indimenticabile promotore culturale romano, comparsi dal 2000 al 2004 su Tuttoteatro.com.

La 26^ edizione ha avuto come sottotitolo “Sconfinare” quale inno alla vita, alla rigenerazione e alla fusione di elementi, come le diverse arti della scena di cui si compone il festival.
E colmi di fervide suggestioni, nella loro per l’appunto diversificata composizione, sono gli spettacoli a cui abbiamo assistito.
Con grande curiosità abbiamo visto la nuova creazione di Niccolò Fettarappa, ancora una volta, dopo “Apocalisse tascabile”, in scena con Lorenzo Guerrieri. “La sparanoia” è una riflessione amara, attraverso lo sguardo di un ragazzo non ancora trentenne, sulla morte della Sinistra, e nel contempo sulla tranquilla acquiescenza di una parte della società, una volta combattente, che oggi invece accetta ogni sopruso sociale e culturale senza batter ciglio.
In perfetta sintonia con il compagno di scena, in un continuo e incalzante scambiarsi di parti, ci vengono spiattellate tutte le colpe di una generazione, la nostra, quella di chi sta scrivendo (ma non solo), che non è riuscita a donare ai giovani un futuro certo, un lavoro sicuro, la possibilità di avere una casa, oltre ad un clima sulla Terra rovinato per sempre.
Come nel precedente spettacolo, anche per “La sparanoia”, pur nella sua vivida ed evidente forza creativa, occorrerebbe forse un occhio esterno che potesse governare la esuberante molteplicità dei materiali drammaturgici messi in campo, dando loro un maggiore equilibrio, in grado di favorire una profondità più meditata allo spettacolo.

La sparanoia (ph: Laura Farneti)
La sparanoia (ph: Laura Farneti)

La performance di quasi due ore “Pour sortir au jour – My body of coming forth by day” di Olivier Dubois è invece un inno alla danza attraverso il suo corpo. In perenne rapporto con il pubblico che lo circonda, il cinquantenne danzatore e coreografo francese, con inesausta freschezza, e a comando, ritorna indietro nel tempo ripercorrendo tutti i suoi cavalli di battaglia, rendendoli ancora vivi davanti a noi.
Da Fabre a Čajkovskij, la danza del maestro francese si presenta in maniera ironica e accattivante, tra una sigaretta e un bicchiere di champagne, coinvolgendo il pubblico stretto intorno a lui. E alla fine, dopo aver danzato per noi, tutti danziamo contenti con lui.

I temi del femminile, in un momento storico così difficile, hanno avuto un focus particolare. Ecco allora in scena, nei loro diversi percorsi, due artiste di generazioni diverse, Stefania Tansini e Ilaria Drago, che in scena rimandano – in un modo davvero pieno di suggestioni – a due donne che il mito ha reso eterne: Cassandra e Circe.
Stefania Tansini, dopo “Tutto brucia”, offre ancora la sua danza e la sua voce ai Motus. Daniela Nicolò inventa per lei, rifacendosi al mito dell’infelice sacerdotessa, una specie di uccello che tenta di librarsi sulla scena, urlando il suo disappunto di profetessa inascoltata, prima di essere purtroppo interrotta nel suo volo dalla pioggia inclemente che scende sul Castello Pasquini.
Ilaria Drago, partendo dalle suggestioni evocate dalla figura della maga Circe e dai diversi spiriti che abitano Eea, l’isola dove albergava, ci offre invece, in modo sempre congruo ed immaginifico, una galleria di donne (forse troppe) ma sempre diverse, finalmente libere da ogni vincolo che le ha oppresse “per proporre una nuova mappa nel territorio della Vita. Per qualcosa che un domani possa dirsi davvero Civiltà!”.

Infine molto interessante il video di Renzo Trotta, “Il sogno di un destino”, che, attraverso una ragionatissima catalogazione di morti famose, si interroga sui modi e sull’essenza stessa della dipartita, traslata per finta sulla scena, accompagnato da un inedito duo recitante formato da Attilio Scarpellini e Claudio Morganti, che lo accompagnano con testi di congrua sostanza sul tema proposto.

Ma da Inequilibrio non è tutto, perché nei prossimi giorni torneremo su uno spettacolo che ci ha particolarmente entusiasmati…

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