Le relazioni pericolose di Valter Malosti. L’intervista

Valter Malosti e Laura Marinoni
Valter Malosti e Laura Marinoni
Valter Malosti e Laura Marinoni (photo: Sara Magni)

Sono passati alcuni anni. Era la primavera del 2009. Ed era un dopo.
Sono passati cinque anni. Ed è un prima.

Era “Venere e Adone”, di Shakespeare, ed erano i camerini del Sociale di Brescia. Incontrai Valter Malosti a spettacolo finito mentre iniziava a togliere il trucco di scena (Guarda la videointervista).
Due settimane fa erano invece i camerini del Piccolo Grassi a Milano, per “Quartett” di Heiner Müller.
Là un ragionamento sull’amore rifiutato, qui anche, a suo modo. Ma là era un amore giovane, qui un amore anziano, da fin di vita.
E Malosti, che nel 2009 si struccava, qui è in pieno trucco. Il prima, appunto. Si sente chiamare con l’altoparlante la mezz’ora.

Siamo proprio a ridosso. Ma c’è il tempo di riprendere un filo che allaccia tutte le esperienze dell’artista, fra palcoscenico e vita, per un Malosti che in questi anni ha avuto il coraggio di cercare un linguaggio suo, riconoscibile e particolare nell’estetica, capace anche di far rendere gli attori protagonisti veri nei suoi percorsi mentali. Da Alice Spisa, che da poco ha ricevuto l’Ubu per “Lo stupro di Lucrezia”, a Laura Marinoni, interprete sempre straordinaria dei tormenti al femminile, che dopo “Passio Laetitiae et Felicitatis” affronta ora la parte di una Marchesa de Merteuil ancora più drammatica e decadente di quella di De Laclos.

Il rapporto uomo-donna entra qui ancor più nella sfera dei legami, fino a quello ancestrale, genitoriale, permettendoci di arrivare ad un finale d’intervista dai tono forti, di quelli che parlano e raccontano il vero, anche negli attimi di silenzio.

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2 Comments

  1. says: Klp

    Caro Alessio, ebbene sì, ritmi lenti e dilatati. Ci è però sembrato giusto, in questo caso, evitare tagli che, inevitabilmente, avrebbero sacrificato molti dei ragionamenti e delle riflessioni emerse da questa chiacchierata.

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