L’eterno Lindsay Kemp ha presentato a Livorno “Kemp dances”, nell’ambito di SEMIfestival al Teatro Il Grattacielo, portando in scena un denso incastro di nuove creazioni e rivisitazioni dei suoi classici, ricco e costellato da stilemi celebri e acclamati che lo hanno reso famoso, in un caleidoscopio di personaggi in cui il trasformismo poetico del protagonista è esploso in quattro quadri distinti, nei quali il maestro (detto senza tono di dileggio) ha incrociato l’universo melodrammatico verdiano, il respiro vegetale di un fiore, la mistica pazzia di Nijinsky e l’abbagliante levità di un angelo.
Il tutto inframezzato da due coreografie (“Mi Vida” di Luc Bouy e “La femme en rouge” dello stesso Kemp) interpretate dall’impeccabile danzatrice-musa Daniela Maccari e da Ivan Rastallo.
Sai che novità, si dirà. La frase, in effetti, viene sussurrata più o meno forte da molti quando si parla del maestro inglese ed ha forse più di un fondo di verità. Certo “Kemp dances”, nei suoi settanta minuti, non sempre “ipnotizza”, e certo ha anche dei momenti un po’ statici e che profumano di già visto, per usare un eufemismo. Di rimando, cosa dire dell’angelo che, nell’ultimo breve quadro, ci sorprende ancora una volta con la sua sognante delicatezza di farfalla un po’ alla Loïe Fuller, mentre ci prepariamo agli applausi – liberatori per qualcuno – del finale?
Qui al SEMIfestival, giunto alla sua edizione XI – e quasi stentiamo a crederci di questi tempi e in queste zone della Toscana tirrenica, lontane dalle floride terre d’Arno e d’Era – c’è il tempo di scambiare due battute veloci con il direttore artistico Alessandro Brucioni, stupiti come siamo da un cartellone assai ricco per i tempi che corrono, e curiosamente “meticcio”, che vede ospiti tra gli altri Quotidiana.com, Oscar De Summa, Claudia Catarzi, Michele Crestacci, Claudia Caldarano e Michele Santeramo, ma anche, udite udite, Paolo Hendel, Leonardo Fiaschi e Paolo Migone.
“Una scelta per incrociare pubblici diversi” afferma Brucioni, che sottolinea come in questi anni il Centro stia portando avanti una “lotta per la conquista di spettatori e per farsi conoscere sempre più dal territorio”. E quando chiediamo cosa sia cambiato rispetto all’intervista che gli abbiamo fatto tre anni fa e quale scelga tra i termini “stasi” o “progresso” rispetto alle sue parole di allora, non esita a scegliere il secondo, pur sottolineando “tutta la fatica” che ci vuole “nel portare avanti una sfida del genere”.
Ma parlando del Grattacielo viene anche da chiedersi cosa accada nel panorama teatrale di Livorno, una città senza dubbio poco “inquadrabile” dal punto di vista culturale, sotto la lente dei media da poco più di un anno, dopo la vittoria a sorpresa nelle elezioni amministrative del 5 Stelle Filippo Nogarin.
Qualche novità c’è e qualcosa pur si muove. Il capoluogo ha infatti da poco vissuto la nomina alla Fondazione Teatro Goldoni del nuovo direttore Marco Leone, e questa è sì una novità.
E le altre realtà cittadine? Al Nuovo Teatro delle Commedie la giovane compagnia Pilar Ternera, che gestisce lo spazio dal 2013 assieme ad Arci, Ars Nova e Cooperativa Marte, ha da poco dato il via ad una nuova stagione ricca di iniziative, mentre al Teatro Florenskij prosegue la straordinaria esperienza di Gaetano Ventriglia e Silvia Garbuggino, alle prese, dopo il successo di “Gabbiani nello spazio”, ancora con un testo di Checov, “Zio Vanja”, nuova tappa del processo laboratoriale che si avvale degli attori già in scena ne “Il gabbiano” più alcuni nuovi.
Di questo nuovo anelito vedremo un assaggio nella prova aperta del 5 dicembre prossimo che chiuderà la rassegna Dimore d’autunno ad Armunia, caratterizzata da numerose residenze, prove aperte e spettacoli. Tra i protagonisti, Gli Omini, Leonardo Capuano, Astorri/Tintinelli, Claudia Catarzi, Simona Bertozzi, Nerval Teatro, Elena Guerrini e Compagnia Lombardi-Tiezzi. Ne riparleremo.
KEMP DANCES
con: Lindasy Kemp, Daniela Maccari, Ivan Rastallo, Alessandro Pucci, James Vanzo
coreografia: Lindsay Kemp, Luc Bouy, Daniela Maccari
organizzazione artistica tecnica: David Haughton
durata: 1h 10′
Visto a Livorno, Teatro Il Grattacielo, il 29 ottobre 2015