Novo Critico 2010. Alessandra Sini e la danza “non-familiare”

Alessandra Sini (photo: sistemidinamici.it)
Alessandra Sini (photo: sistemidinamici.it)
Alessandra Sini (photo: sistemidinamici.it)

Il quarto incontro di Novo Critico si apre alla danza. All’Università di Roma Tor Vergata la danzatrice/coreografa Alessandra Sini (Sistemi Dinamici Altamente Instabili) ha incontrato Rossella Battisti, che, a scapito del polveroso termine “critico”, ci tiene a definirsi “cronista”.
Questa volta Novo Critico fa davvero centro, grazie a una “scaletta” ben preparata. Invece di mostrare uno studio e poi passare direttamente al dibattito, Sini e Battisti scelgono di calarsi completamente nell’approccio critico, coinvolgendo il pubblico come mai era accaduto finora.
Alessandra Sini presenta “Una”, assolo che vive e respira proprio dell’assenza di altri danzatori e gioca con la percezione dello spettatore solleticandone le piccole memorie sopite.

Tornata la luce nell’auditorium universitario, Battisti rivolge al pubblico la fatidica domanda, quella che chiunque (addetto ai lavori e non) vada a vedere della danza si pone un po’ intimorito: “che cosa avete visto?”
Per uno è stato divertente, per l’altra straniante, ora sembrava pattinasse, ora imitasse una statua, era goffa, inquietante, io ci ho visto questo, io quello. Ed è proprio lì che coreografa e cronista vogliono arrivare, a far capire che tutto ciò che questa danza fa è creare uno spaesamento, un cortocircuito tra la realtà come la conosciamo e le infinite variazioni che un corpo “diversamente abile” riesce a portare in scena. Allora si passa dall’accurato excursus della modern dance al concetto di unheimlich, quel “non familiare” che crea instabilità nella percezione di un’immagine e che influenza il messaggio consegnato al pubblico.
E così il pubblico è davvero coinvolto. Studenti e addetti ai lavori sono attenti, partecipi. Ciascuno dice la sua, non c’è voglia di scappar via, siamo tutti qui non solo a imparare qualcosa, ma a comprenderne le motivazioni.
Delle opportunità della danza, della sua potenza espressiva e delle sue, ahimè, troppo spesso ignorate potenzialità parleremo nell’intervista in cui, come al solito, ad essere denunciato è il mancato coraggio di certi operatori. Ma forse anche un po’ di cecità.

Novo Critico 2010. Quarto appuntamento, 26 ottobre. Alessandra Sini incontra Rossella Battisti

Intervista ad Alessandra Sini e Rossella Battisti

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  1. says: sergio

    questo comunque significa molte cose. io ti giuro che non solo ho pensato fosse un incontro davvero ben costruito ma anche che il pubblico presente avesse apprezzato. ora mi dici questo e mi fa molto riflettere. come se questa interdisciplinarietà/interattività non fosse proprio compresa. aiuto… dobbiamo davvero sentirci degli “addetti ai lavori”?!

  2. says: Daniele Timpano

    Anche a me l’incontro è piaciuto molto, anche se devo smontare il mito del pubblico coinvolto, con ciascuno che dice la sua etc.
    Proprio l’Osservatorio critico degli studenti ha criticato abbastanza l’impostazione dell’incontro, quasi denunciato come “un beffa” quelle che a noi (me e te) son sembrate oneste domande al pubblico presente, quasi come una arrogante lezione cattedratica mascherata di informalità quella che a noi (me e te) è sembrata una cosa così semplice e utile…
    Vai (andate?) a dare un’occhiata sul blog nei prossimi giorni, caricheremo anche questi interventi: http://www.novocritico.blogspot.com
    Anche a me comunque è parso un incontro molto interessante e ben costruito. Forse meno divertito e divertente della serata Katklisma o di quella Cosentino, ma molto fruttuoso, come dire. Tant’è che è l’unico incontro sinora dove mi son venute spontaneamente, quasi con urgenza, delle cose da dire anche nel mio ruolo di “pubblico”…