Storia di una famiglia (e delle cose di ogni giorno) raccontata dai Rodisio

Compagnia Rodisio
Compagnia Rodisio
Davide Doro, Consuelo Giretto e Beatrice Baruffini (photo: Stefano Vaya)

Francesco si calca il cappuccio del giaccone invernale forte sulla testa. E’ molto arrabbiato. Non capisce perché tutti applaudono forte, anche i suoi fratelli e la mamma. Lui è da metà spettacolo che dice: “Non mi piace”. E non vede l’ora di uscire dal teatro. Non gli interessa se la mamma gli sta spiegando che nelle famiglie, certe volte, le cose non vanno come dovrebbero andare. Che quei tre lì sul palco, mamma, papà e bambina, alla fine dicono “la prossima volta andrà meglio, molto meglio, meglissimo”.
Lui è arrabbiato e basta, perché oggi, di cose che non vanno non ne vuole sapere.
Lo guardo andare via, chiuso nel suo cappuccio accigliato mentre la mamma gli sorride, e penso che Francesco è fatto così, è un impulsivo già a 6 anni, ma poi gli passerà e, forse, alla seconda fermata di tram accetterà di parlare con la mamma di quello che ha visto e del fatto che le cose non vanno sempre come dovrebbero andare (con sua sorella no, che è scema e ride sempre…).

Dallo sguardo dei bambini non si scappa. I Rodisio lo sanno bene. I bambini sono spietati. Se non hai ben chiaro che cosa vuoi dire, se i tuoi gesti non sono precisi e sicuri, la musica accattivante, la tua voce pulita, l’andamento drammaturgico perfettamente orchestrato, loro smettono di ascoltarti, e non li riprendi più. I bambini sanno che cosa vogliono istintivamente, è un fatto di sopravvivenza. Ma quando glielo dai, è una bella soddisfazione perché la risata e l’applauso di un bambino non sono cosa facile da ottenere, a differenza dell’opinione comune.

I Rodisio lo sanno così bene perché sono entrati nelle classi, negli asili, nei giochi dei bambini da Parma a Volterra, dalla Francia alla Scozia, fino al Giappone, per raccontare loro delle cose, nel modo migliore.  E, a differenza dell’opinione comune, il modo migliore per Manuela Capece e Davide Doro, non sono le caramelle.
In questo spettacolo si racconta una famiglia attraverso la ripetizione dei gesti e dei ruoli della vita quotidiana. Ostinata. Puntuale. Precisa. Portata all’esasperazione fino a quando in scena non resta più nient’altro che il corpo dei tre attori spossati, spogliati di ogni ruolo. Una famiglia in crisi che deve fermarsi a respirare, mentre il lampadario oscilla, come dopo un terremoto. Una famiglia che si rialza e spera, la prossima volta, di fare meglio. Perché è così che vanno le cose e non bisogna nasconderlo. E se a Francesco, 6 anni, oggi non è piaciuto, sono sicura che ci penserà e questo spettacolo fatto da grandi che sanno parlare ai piccoli come se fossero grandi, che sanno guardare il mondo come se fossero piccoli, perché sono grandi, se lo ricorderà.
N.B.: lo spettacolo è per bambini dai 6 anni. E per tutti.

STORIA DI UNA FAMIGLIA (e delle cose di ogni giorno)
di Manuela Capece e Davide Doro
con Beatrice Baruffini, Davide Doro, Consuelo Giretto
luci e suono Marzio Superina
Premio per ‘miglior risultato artistico’ della Giuria del Centro Assitej (Serbia)
Grand Prix della Giuria al VI Tiba Festival 2008, Belgrado (Serbia)
Premio della giuria popolare di Festebà 2008 – Teatro Festival Estate Bambini (Ferrara)
produzione: compagnia Rodisio con il sostegno di Carte Blanche – Festival Volterrateatro
Teatro Spazio Reno Comune di Calderara di Reno (Bologna)
durata: 50′
applausi del pubblico: 2′

Visto a Milano, Teatro Litta, il 17 gennaio 2009

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