
Dopo il successo dello scorso settembre, domenica 16 giugno torna infatti Prosa et Labora, ancora una volta tra Spazio M.I.L. (il Museo dell’Industria e del Lavoro) e Carroponte, due spazi realizzati in una ex area industriale della città di Sesto San Giovanni (MI).
E non a caso, visto che il festival è dedicato ad un tema ricercato, sfuggente, ambìto e talmente ‘volatile’ da sembrare sempre più inesistente o inafferabile: il lavoro. Non solo il lavoro dell’artista, ma il lavoro in generale attraverso gli occhi degli artisti, precari per antonomasia.
Prima di far salire loro in scena, ad aprire i lavori, alle 11.30, sarà un dibattito sulle condizioni dei lavoratori dell’arte e della cultura con uno sguardo all’Europa, con interventi di Graziano Gorla, Segretario generale Camera del lavoro di Milano, Fiorenzo Grassi, direttore organizzativo del Teatro Elfo Puccini di Milano, Silvano Conti, della Segreteria nazionale SLC CGIL, Roberto Rampi, membro della Commissione Cultura alla Camera dei Deputati nel gruppo PD, Tommaso Sacchi, operatore culturale e consulente per le arti dello spettacolo, Davide D’Antonio di SmartEu e Cresco, coordinati da Giancarlo Albori (SLC CGIL e SAI).
Nel pomeriggio gli stessi argomenti verranno richiamati concretamente dallo sportello del teatrante in crisi, di cui già vi avevamo parlato, a cura di AV Turnè e Lab 121, un’iniziativa originale e utile ad affrontare l’ABC della gestione teatrale, materia altrettanto precaria.
La proposta artistica di quest’anno, invece, porterà sui vari palchi allestiti per la giornata sette compagnie provenienti da diverse regioni italiane: si inizierà da Torino con il “Servizio di pulizia o corpo sociale” di Associazione 15 Febbraio, che si impegnerà con caparbietà e olio di gomito nelle quotidiane pulizie; seguirà il “Senza Niente” di Teatro Magro da Mantova, e Proxima res con “Brugole”, spettacolo vincitore del premio Nuove Sensibilità e menzione speciale al Bando Storie di Lavoro 2011.
In serata, invece, Federica Fracassi sarà “Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese”, dal libro d’inchiesta di Aldo Nove sul “caso precariato”, un reportage da vite vere pubblicato nel 2006 ma tragicamente ancora attuale.
A chiudere la giornata la “Fabbrica” di Ascanio Celestini, storia di un capoforno alla fine della seconda guerra mondiale raccontata da un operaio assunto per sbaglio.
Oltre agli spettacoli nel senso più tradizionale del termine, nel primo pomeriggio InFactoryAgain presenterà “Tempi moderni”, non più contemporanei del Teatro dei Gatti da Bologna, la performance che si alternerà a “Trench” di Into The Aquarius, compagnia formata da 13 performers: attori ma anche fotografi, registi, dj, disegnatori, counselor e scrittori.
Prosa et Labora Festival «vuole essere un’occasione per ragionare insieme su come il mondo dei cosiddetti “lavori creativi”, legati all’arte e alla cultura, possa trovare forme ancor più efficaci di rappresentanza, anche innovative, per garantire ai lavoratori di questo settore quei diritti che troppo spesso non hanno né il coraggio di chiedere né tantomeno di sperare di ottenere – spiega Marta Galli, direttrice artistica del festival – Un’occasione per provare a mettere in campo desideri, bisogni, istanze comuni».
Come per la precedente edizione, inaugurata dallo slogan “Diritti e rovesci dei lavoratori dell’arte e dello spettacolo”, Klp ne sarà anche stavolta mediapartner, proponendovi il 16 giugno anche la diretta Twitter dal nostro account Live, per offrire una cronaca che sintetizzi le urgenze emerse dai dibattiti e traduca la sensibilità espressa, con parole e immagini, dagli artisti, cogliendo e rilanciando la sfida di un impegno che, a meno di un anno di distanza, continua a mantenersi urgente e necessario.