A proposito d’amore. La Trilogia d’autunno Mozart – Da Ponte al Ravenna Festival

Le nozze di Figaro (ph: Zani Casadio)
Le nozze di Figaro (ph: Zani Casadio)

Al Teatro Alighieri sono stati presentati “Le nozze di Figaro”, “Don Giovanni” e “Così fan tutte” con la regia di Ivan Alexander e le direzioni di Giovanni Conti, Erina Yashima e Tais Conte Renzetti

Difficilmente, nel corso di una vita, ad un appassionato d’opera lirica può essere data l’occasione di assistere, uno dopo l’altro, a tre capolavori che rappresentano un unicum nella storia teatrale del melodramma.
Tuttavia ciò è avvenuto a Ravenna, assistendo all’intero ciclo della trilogia mozartiana nata sui libretti di Lorenzo Da Ponte e composta da “Le nozze di Figaro”, “Don Giovanni” e “Così fan tutte”. Tre opere che si sono alternate sul palcoscenico del Teatro Alighieri per tre capolavori creati in sequenza tra il 1786 e il 1790 in un inscindibile legame fra testo e musica, incentrati sul tema del rapporto amoroso.

“Le nozze di Figaro”, tratta dall’opera teatrale di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais “La folle journée, ou Le Mariage de Figaro” si svolge in un giorno di concitato fervore, dove all’interno delle imminenti nozze tra i due servi del Conte di Almaviva, Figaro e Susanna, si sviluppa una serie di avvenimenti che vedono al centro il tentativo di seduzione di Susanna da parte del Conte, sventato con una serie di inganni dalla stessa Susanna, da Figaro e dalla melanconica e disillusa Contessa.
Il tutto viene visto con gli occhi del giovane paggio Cherubino, sempre preso d’amore per ogni donna che incontra, come è giusto alla sua età.

“Don Giovanni” è ispirato invece ad un’antica leggenda, raccolta per la prima volta da Tirso de Molina, “L’ingannatore di Siviglia e il convitato di pietra”.
La trama si sviluppa intorno alla figura del famoso libertino e al suo tentativo infruttuoso di seduzione di tre donne di diversa estrazione sociale: Donna Elvira, Donna Anna e Zerlina.
Della partita è anche il servo di Don Giovanni, Leporello, impegnato a ricordare tutte le conquiste del padrone.
Il protagonista alla fine verrà condotto all’Inferno, punito ma non sconfitto, con grande gioia di tutti.

Infine “Così fan tutte, o sia La scuola degli amanti”, il terzo capolavoro tratto da “Le metamorfosi di Ovidio” e da “La grotta di Trofonio di Giovanni Battista Casti”.
L’opera è una farsa amarissima, incentrata su una scommessa tra Don Alfonso e due giovani soldati, Ferrando e Guglielmo, innamorati corrisposti di Dorabella e Fiordiligi. Aiutato dalla servetta Despina, il vecchio saggio vincerà la scommessa, insegnando ai giovani amici, e nel contempo alle due ragazze, che devono farsi sempre guidare dalla ragione, ponendo al centro la possibile caducità degli affetti.

Come già anticipato nella nostra presentazione dell’evento, le tre opere, seppur diverse, rappresentano un perfetto filo logico e drammaturgico sul tema degli affetti, grazie anche ad un personaggio-icona che, in scena, esplica il perfetto cambio d’animo dell’essere umano nel corso della vita: dal giovane Cherubino che si approccia per la prima volta all’amore, al Don Giovanni più maturo che lo cerca e lo sublima, fino a Don Alfonso l’illuminista, che ormai vecchio guarda il mondo in modo assai più razionale, con la raggiunta e disillusa consapevolezza che l’amore vero praticamente non esiste.

Don Giovanni (ph: Zani Casadio)
Don Giovanni (ph: Zani Casadio)

Il regista francese Ivan Alexander, ben coadiuvato dalle scene e dai costumi di Antoine Fontaine, mette in scena le tre opere in un unico e semplice ambiente di legno, che cambia attraverso un gioco di teli dipinti che rappresentano spazi sempre diversi: ora gli ambienti di un palazzo, ora – con lo spostamento di un semplice legno – diventa un cimitero, ora delle barche con vele. Sugli stessi teli spesso vengono scritte alcune frasi importanti del testo di Da Ponte, oppure troviamo disegnati dei simboli, come le carte, che sono alla base del gioco perfido allestito da Don Alfonso nella terza opera.

Gli attori cantanti, in un gioco divertente di teatro nel teatro, sono sempre presenti in scena, anche quando non cantano, e prima dell’inizio dell’opera chiacchierando tra loro, poi a truccarsi davanti allo specchio, nelle rispettive postazioni dei camerini, ricostruiti ai lati del palco.
Un semplice baule in scena racchiude i cambi d’abito e gli oggetti di scena, mentre sotto il palco si apre un altro ambiente, di solito adibito, nei tre racconti, agli incontri amorosi.

A sottolineare l’unicità del progetto sono anche gli interpreti, che a volte si divertono a cantare ruoli differenti nelle diverse opere, in cui riecheggiano anche motivi presenti nelle altre.
Insomma, un allestimento che racchiude tre capolavori musicali, finalmente non paludato, che potrebbe essere proposto facilmente anche in ambienti non teatrali, come ci è successo di vedere spesso fuori dal nostro Paese.

Così fan tutte (ph: Zani Casadio)
Così fan tutte (ph: Zani Casadio)

Certo, a volte c’è qualche approssimazione dovuta soprattutto alla semplicità ostentata della messa in scena, ma nel complesso siamo usciti soddisfatti da questi tre giorni.
Dobbiamo altresì sottolineare che, fra le tre trasposizioni sceniche, quella del “Così fan tutte” ci è parsa la migliore, veramente notevole nella sua perfetta essenza di farsa, che permette gustose esagerazioni, portate avanti soprattutto dal personaggio di Despina e dai suoi travestimenti (bello anche, e per nulla volgare, nel “Don Giovanni” il catalogo delle donne amate dal suo padrone scritto sul corpo di Leporello).

A dirigere l’esemplare Orchestra Giovanile Luigi Cherubini sono stati Giovanni Conti, Erina Yashima e Tais Conte Renzetti, e vedere finalmente due donne dirigere, e con grande autorevolezza, è stato davvero un piacere.
Tra i cantanti, fra i molti ruoli in questione, ci piace sottolineare le prestazioni vocali di un soprano e di un baritono: Anna Maria Leban nel doppio ruolo della Contessa di Almaviva e Fiodiligi (veramente brava nell’affrontare sia due arie melanconiche nel primo caso – “Porgi amor” e “Dove sono i bei momenti” – che drammatiche nel secondo: “Come Scoglio”, “Per pietà ben mio”), e Christian Federici, che affronta in modo molto convincente, anche lui, due ruoli assai differenti come l’aitante Don Giovanni e il vecchio Don Alfonso.
Molto efficace dal punto di vista teatrale, lo ricordiamo ancora, Miriam Albano come Despina.
Ad ogni modo veramente ammirevoli tutti i protagonisti nello scambiarsi i ruoli, e anche in alcune sostituzioni dovute a malanni accorsi durante la settimana di recite.

Le nozze di Figaro
opera comica in quattro atti di Lorenzo Da Ponte
musica di Wolfgang Amadeus Mozart
(prima rappresentazione Vienna, Burgtheater, 1 maggio 1786)
Edizione Alkor/Baerenreiter, Kassel
(Rappresentante per l’ltalia: Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali, Milano)

Il Conte di Almaviva Clemente Antonio Daliotti
La Contessa di Almaviva Ana Maria Labin
Figaro Robert Gleadow
Susanna Arianna Vendittelli
Barbarina Manon Lamaison
Cherubino Lea Desandre
Bartolo/Antonio Norman D. Patzke
Marcellina Valentina Coladonato
Don Basilio/Don Curzio Paco Garcia

direttore Giovanni Conti

regia Ivan Alexandre
scene e costumi Antoine Fontaine
luci Ivan Alexandre e Antoine Fontaine

Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
fortepiano Lars Henrik Johansen

produzione Drottningholms Slottsteater di Stoccolma
in coproduzione con Château de Versailles Spectacles di Parigi
ripresa da Opéra National de Bordeaux, Gran Teatro del Liceu Barcellona e Château de Versailles Spectacles,
Teatro Alighieri di Ravenna, Teatro Galli di Rimini e Teatro Verdi di Salerno

Don Giovanni
dramma giocoso in due atti su libretto di Lorenzo Da Ponte
musica di Wolfgang Amadeus Mozart
(prima rappresentazione Praga, Nostiztheater, 29 ottobre 1787)
Edizione Alkor/Baerenreiter, Kassel
(Rappresentante per l’ltalia: Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali, Milano)

Don Giovanni Christian Federici
Donna Anna Iulia Maria Dan
Don Ottavio Julien Henric
Il Commendatore/ Masetto Callum Thorpe
Donna Elvira Arianna Vendittelli
Leporello Robert Gleadow (1 novembre), Norman D. Patzke (5 novembre)
Zerlina Chiara Skerath

direttore Erina Yashima

regia Ivan Alexandre
scene e costumi Antoine Fontaine
luci Ivan Alexandre e Antoine Fontaine

Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
fortepiano Lars Henrik Johansen

Coro Luigi Cherubini
direttore Antonio Greco

produzione Drottningholms Slottsteater di Stoccolma
in coproduzione con Château de Versailles Spectacles di Parigi
ripresa da Opéra National de Bordeaux, Gran Teatro del Liceu Barcellona e Château de Versailles Spectacles,
Teatro Alighieri di Ravenna, Teatro Galli di Rimini e Teatro Verdi di Salerno

Così fan tutte o sia La scuola degli amanti
dramma giocoso in due atti di Lorenzo Da Ponte
musica di Wolfgang Amadeus Mozart
(prima rappresentazione, Burgtheater, 26 gennaio 1790)
Edizione Alkor/Baerenreiter, Kassel
(Rappresentante per l’ltalia: Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali, Milano)

Fiordiligi Ana Maria Labin
Dorabella José Maria Lo Monaco
Guglielmo Florian Sempey (2 novembre), Robert Gleadow (6 novembre*)
Ferrando Anicio Zorzi Giustiniani
Despina Miriam Albano
Don Alfonso Christian Federici

direttore Tais Conte Renzetti

regia Ivan Alexandre
scene e costumi Antoine Fontaine
luci Ivan Alexandre e Antoine Fontaine

Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
fortepiano Lars Henrik Johansen

Coro 1685 dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “Giuseppe Verdi” di Ravenna
direttore Antonio Greco

produzione Drottningholms Slottsteater di Stoccolma
in coproduzione con Château de Versailles Spectacles di Parigi
ripresa da Opéra National de Bordeaux, Gran Teatro del Liceu Barcellona e Château de Versailles Spectacles,
Teatro Alighieri di Ravenna, Teatro Galli di Rimini e Teatro Verdi di Salerno

*nel secondo atto della recita del 6 novembre, il ruolo di Guglielmo è stato interpretato per i movimenti scenici da Romain Gilbert, che ha curato la regia, e dalla voce di Norman D. Patzke

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