La nuova via della Città del Teatro. E Cascina si divide fra rumors e silenzi

Stasera arriva a Cascina Hotel Paradiso (photo: Simona Fossi)
Stasera arriva a Cascina Hotel Paradiso (photo: Simona Fossi)

Ripartiamo da Cascina (Pisa). Qualche mese è passato dal nostro approfondimento sulla situazione della Città del Teatro, che nel frattempo si è evoluta.
Dov’eravamo rimasti?
Per fare un rapido riassunto, i cambiamenti iniziano a sentirsi quando il presidio di sinistra di Cascina cade, dopo sessant’anni: come raccontano molte voci locali aveva da tempo una luce sfocata. Ne siamo stati anche noi testimoni: presenti durante un consiglio comunale in cui si dibatteva per eliminare lo sportello delle “Pari Opportunità di genere”, accusato dalla maggioranza di destra d’essere uno strumento propagandistico per traviare la gioventù indirizzandola al transgender, alle accuse la rappresentante dell’opposizione del principale partito di sinistra ha trovato energie solo per scusarsi, quasi supplicante, dicendo che sì, si poteva forse trovare una soluzione migliore…

Questo “voto di protesta” su un territorio storicamente di sinistra ha fatto avvertire evidenti conseguenze su vari fronti. Su quello più prossimo al nostro target, il culturale e teatrale, ha fatto sparigliare le carte della Città del Teatro, dove era direttrice artistica Donatella Diamanti.

Quando affrontammo la questione a novembre, si doveva decidere il nuovo Cda, Presidente, Direttore Artistico; la Diamanti era in causa con la Città del Teatro, attuale propagazione politica del Comune, dato che la Provincia si doveva togliere dalla Fondazione per obblighi di legge a fine 2016; con l’uscita della Provincia c’era chi pensava di poter trovare uno spazio da occupare con un altro ente, magari una cooperativa/associazione.

In quelle settimane eravamo anche in attesa dell’annunciata conferenza stampa di Luca Nannipieri, assessore alla cultura del Comune, con la attesa presenza di Dario Rollo, assessore al bilancio, che avrebbe dovuto chiarire soprattutto la questione economica, ossia il bilancio in rosso della Città del Teatro, di cui ad oggi non si sa ancora di preciso l’ammontare.
È questo un punto assai importante, dato che lo si è utilizzato per giustificare la cacciata della Diamanti, e il cambio di programmazione e di rotta da parte dell’allora Cda con presidente Andrea Buscemi.

Ad oggi lo stato dell’arte è che nessuna conferenza stampa è stata fatta per chiarire il bilancio; mentre si è deciso il nuovo Cda, con la conferma a direttore artistico di Buscemi, attore e regista, già alla direzione artistica di Canale 50, dove conduce anche la trasmissione “L’impallato”…
La Diamanti parrebbe intanto portare avanti la sua vicenda, ormai soprattutto legale, in silenzio.

Della storia del Politeama (come viene familiarmente chiamato) si è interessato a dicembre anche L’Espresso, ricordandone soprattutto i fasti del passato, direttore artistico Sandro Garzella, e indicando sotto la Diamanti numeri da tutto esaurito – anche se qualcuno ha messo in discussione quanti paganti e come… -, sottolineando l’attenzione alle tematiche di genere e alla rassegna di teatro off.

Sicuramente una struttura così grande, riconosciuta dal Ministero ai Beni e alle Attività Culturali come “Centro di Produzione Teatrale di rilevanza nazionale con una funzione di riferimento per tutta la Toscana”, ha ingenti spese…
Fra le voci locali che in questi mesi conversavano sull’argomento, c’era chi sosteneva che la situazione al Politeama non fosse chiara, e che il fatto di essere così vicina a Pontedera non aiutasse. Altri ricordavano coma la nascita della Città del Teatro fosse stata ai tempi dovuta al sostegno di un esponente dell’allora PCI, coadiuvato dall’azione ferrea e di carattere di Garzella.

A mesi di distanza, dalla parte della Diamanti e contro la nuova gestione, escono ormai sporadicamente notizie sulla pagina Facebook di I fattiditeatroSfattidipolitica, che mesi fa si era invece mostrata assai battagliera. A seguire con frequenza gli aggiornamenti, rimarcando scelte e malumori, è anche Cascinanotizie.it.
Ecco allora che vengono rimbalzate le proteste della madre di un’allieva del corso di formazione “Provare per crescere”: dopo mesi che non veniva pagato, il maestro di teatro della figlia ha dato forfait, mentre la quota che le famiglie pagano per il corso tenuto alla Città del Teatro viene aumentata.
Altri puntano il dito allo spostamento di spettacoli dalla sala grande alla piccola per mancanza di spettatori, e c’è chi accusa l’attuale direzione di favorire, nella programmazione del cartellone, sé stessi e i propri amici.

Nel frattempo ulteriori voci di corridoio – non possiamo valutare di quanto peso – mormorano che si voglia riaprire il vecchio teatro di Cascina…
E’ solo “Molto rumore per nulla”?

A livello nazionale, all’inizio del polverone c’era stato un caldo appoggio alla Diamanti, soprattutto da parte di coloro che erano stati ospiti, residenti della struttura. Ma dalle altre realtà teatrali, soprattutto toscane, tiepide reazioni, per fissarsi ora sull’encefalogramma della protesta a una condizione piatta, dai rari e impercettibili sussulti, per lo più appunto di carattere molto locale.

Ci troviamo di fronte ad una struttura che, sulla carta, ha accumulato negli anni un suo prestigio e che ora deve ritrovare un nuovo centro, il peso e la coerenza della nuova direzione soprattutto artistica, per giustificarne l’esistenza, anzi per dare voce alla sua (r)esistenza: è difficile capire, ad esempio, come sia passata inosservata, il 10 marzo, la presenza di una compagnia di importanza non solo nazionale come Lombardi/Tiezzi con “Il ritorno di Casanova”, mentre la città è oggi tappezzata di manifesti per “L’Avaro” di Buscemi/Robin’s il prossimo 25 marzo.
Non si mette in discussione la pubblicità per quest’ultimo, ma la differenza fatta per il Casanova, o almeno quella a noi più evidente.
Nel frattempo, stasera, arriva il celebre “Hotel Paradiso” dei tedeschi Familie Flöz, e per evitare uno scarso pubblico Buscemi rilancia: “Per ogni adulto pagante il biglietto per il partner e per ragazzi fino a 15 anni sarà gratuito”.

Intanto, probabilmente a caccia di fondi, l’assessore Nannipieri dichiara che la Città del Teatro potrà essere sede anche d’incontri e convention religiose; mentre forse è ormai un’eco, un vago ricordo, la polemica da lui accesa sul murales del Che sulle pareti del Politeama, che sembrava si dovesse far sparire…

Mettendo da parte qualsiasi tipo di partigianato politico, ma preoccupandoci delle sorti future della Città del Teatro, se continuerà a non avere una sua chiara identità, priva di evidenti segni sul territorio locale, regionale e nazionale della propria attività, se non continuerà a ‘vendersi’ per quello che risulta essere stata finora, potrà essere messo in forte discussione il suo peso a livello regionale e nazionale agli occhi di realtà come Regione Toscana e MiBAC, tanto da porne in precario bilico il finanziamento.
In questo caso, come si potrebbe provvedere ad un bilancio già sbandierato come terribilmente in rosso?

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