E’ stato presentato ufficialmente lunedì scorso, 3 ottobre, in occasione della XXVI edizione del Romaeuropa Festival: è l’archivio storico della manifestazione, riordinato, ricatalogato e digitalizzato
In seguito a uno studio condotto da archivisti professionisti, l’archivio storico della Fondazione Romaeuropa è stato diviso in sei sezioni e 20 sottosezioni, per rendere più agevole la sua consultazione. Ad oggi è parzialmente disponibile anche online, dove gli utenti potranno visionare una prima selezione di estratti di molti lavori ospitati dal festival.
Stratificatosi nei ventisei anni di attività di Romaeuropa l’archivio, per la quantità e qualità dei documenti che riunisce, assume il valore di memoria storica e culturale. E’ inoltre in continua espansione poiché raccoglie ogni giorno materiali e testimonianze delle molteplici attività della fondazione, presieduta da Monique Veaute.
Di particolare interesse sono i documenti audiovisivi, che testimoniano capitoli importanti della creatività contemporanea internazionale.
L’archivio è stata anche l’occasione per rilanciare gli incontri con il pubblico, iniziando dalla presentazione di lunedì del volume “Ricordanze. Memoria in movimento e coreografie della storia” curato da Susanne Franco e Marina Nordera per Utet, che l’ha pubblicato nel 2010.
Uno dei più diffusi luoghi comuni sulla danza è che sia l’arte effimera per eccellenza. Il volume nasce quindi dall’urgenza di ripensare teoricamente questa retorica dell’effimero, cercando di rispondere ad alcune domande cruciali: come si imprime il ricordo della danza nello spettatore? Come si condizionano reciprocamente memoria individuale e collettiva nella/della danza? Come interagiscono memoria, oblio e rimozione nella costruzione e ricezione dei discorsi storici sulla danza?
Un gruppo di studiosi provenienti da orizzonti culturali e metodologici diversi è stato chiamato ad approfondire il rapporto fra danza e memoria; le loro riflessioni, raccolte in sei sezioni tematiche (archivio ed esperienza; incorporazione; eredità rappresentate; sulle tracce; oblio, assenza e rimozione; trasmettere), invitano l’artista, lo spettatore e lo studioso a interrogarsi sulle varie possibilità di inscrivere la danza nel tempo.