Il gruppo diretto da Lindo Nudo si interroga su quale sia la nuova precaria normalità della generazione dei 30-40enni, diversa dal modello di famiglia dei loro genitori
Una scena scarna, sul fondo tre scatole illuminate da led colorati mettono in luce i protagonisti che si fanno piccoli piccoli, rannicchiandosi al loro interno come feti nel grembo materno.
Quasi al centro della scena un forno scende, diventando il fulcro attorno a cui ruotano i tre personaggi di “Dammi un attimo”, drammaturgia e regia di Francesco Aiello e Mariasilvia Greco, osteggiati dai dubbi della vita.
Francesco (lo stesso Aiello) e Silvia (Greco) fanno parte di una delle generazioni più instabili che sia mai esistita, quella dei nuovi “giovani” precari, una vita in cui non si riconoscono e che vorrebbero a tutti i costi cambiare. Ma le paure insite nell’animo umano bloccano, e tentare una crescita personale è dura, soprattutto quando sullo sfondo c’è la nascita di una nuova famiglia, in una società piena di vuoti e di definizioni lontane su cosa possa essere l’agognata normalità.
A colmare, con leggerezza e ironia, i timori della coppia troviamo Maria (Elvira Scorza), sorella di Francesco. Una triangolazione di personaggi per mettere in mostra i disagi esistenziali della generazione dei 30-40enni.
Prima Francesco e Silvia, poi Silvia e Maria, infine Maria e Francesco misurano e si confrontano nei rispettivi rapporti, che girano intorno alla scoperta della supposta maternità di Silvia: la paura di lei e del marito di diventare genitori, i pensieri di Francesco davanti ad una carriera non ancora stabile e una famiglia che si sta formando. E ci sarà anche Maria a mettere in continua discussione le rispettive relazioni e fragilità. Sarà proprio lei a mettere la Scorz-etta (giocando con il cognome dell’attrice) come ingrediente giusto per equilibrare e far rifiorire con semplicità tutti i personaggi, attraverso la comprensione e l’accettazione delle proprie fragilità.
La prima che prova a ri-nascere è Silvia, seduta al centro del palco: le luci nitide e forti diventano un tutt’uno con la scena; accanto a lei quel forno con una flebile luce – a volte spenta altre accesa – prende lo sguardo e la curiosità dello spettatore, rivelando fin da subito le proprie debolezze.
In “Dammi Un Attimo”, nuova produzione del Teatro RossoSimona, presentato in prima nazionale al festival calabrese Primavera dei Teatri, protagonista maschile è Francesco Aiello, che si è distinto, negli ultimi anni, per aver cercato di unire, sia nella recitazione che nella scrittura, il classico al contemporaneo, per un teatro che va da Cechov a drammaturgie che indaghino i temi più attuali.
Se qui la messa in scena è scarnificata, ridotta ad un essenziale che vuol farsi metafora, le luci danno una precisa scansione temporale, mentre i pochi elementi presenti (il forno, tre scatole, una sedia…) offrono l’opportunità agli attori di far risaltare i dialoghi.
Alla ricerca di un senso di normalità nella vita di ogni giorno, Francesco e Silvia sviluppano il rapporto dialogico principale dello spettacolo, mentre il personaggio di Maria fa quasi da coro.
In questa ricerca la coppia viene messa di fronte alla possibilità di diventare genitori: è un terremoto emotivo e materiale che fa sprofondare i due in un abisso in cui dovranno fare i conti con le parti più intime di sé.
Il forno al centro della scena si lega alla preparazione del pane che avviene contemporaneamente, un pane che sarà nuova vita, e che, finalmente sfornato, avrà un sapore di meraviglia.
Per Francesco pensare ad un figlio significa riscattare il suo essere figlio, e finalmente fare pace con una figura genitoriale ingombrante. Per Silvia, invece, mettere al mondo una nuova vita ha un risvolto più materico, rappresentando un’intrusione fisica che, a cascata, investirebbe tutta la sua esistenza, mettendo in forse i suoi progetti di vita.
Ma la reale intrusione tra i due, prima ancora di un figlio futuro, si rivela Maria, che ha una vita piena ma monotona (a sua volta sposata e con figli), alla ricerca di reali cambiamenti, una vita che nutre con domande e risposte ai dubbi e alle incertezze della sua famiglia.
Privo di veri e propri cambi di scena, lo spettacolo si dipinge di piccole macchie di colore che vengono introdotte dagli improvvisi cambi di costume della Scorza e dall’arrivo di nuove scatole: di abiti, utensili di cucina, fogli di carta… a sottolineare le caratteristiche di ciascuno. Il tutto viene incorniciato dall’universo poetico di Leonard Cohen, che con la sua musica sintetizza il velato gesto d’amore tra i protagonisti.
Pur risentendo di una certa staticità degli attori – quei precari rimasti incatenati in un sistema le cui maglie sono difficili da rompere – e a tratti di eccessivo didascalismo (con l’utilizzo di “slogan” un po’ convenzionali), lo spettacolo tratta un argomento interessante e passibile di ulteriori affondi, mettendo in risalto l’importanza della rieducazione delle emozioni e il tentativo fallimentare, per molti giovani oggi, di vivere in armonia con il mondo esterno la propria crescita personale ed emotiva.
DAMMI UN ATTIMO
Drammaturgia e regia Francesco Aiello e Mariasilvia Greco
Con Francesco Aiello, Mariasilvia Greco, Elvira Scorza
Direttore di produzione Lindo Nudo
Responsabile tecnico Jacopo Andrea Caruso
Ufficio stampa Franca Ferrami
durata: 60’
Visto a Castrovillari, Teatro Sybaris, il 30 settembre 2022
Primavera dei Teatri – Prima nazionale