Next: le anticipazioni del teatro lombardo per la stagione 22/23

Photo: Lorenza Daverio
Photo: Lorenza Daverio

23 porzioni di spettacolo in scena fra 2022 e 2023: sono le nuove produzioni delle compagnie lombarde, presentate in una due giorni tornata dal vivo dopo l’emergenza sanitaria

La meritoria iniziativa della Regione Lombardia, “Next”, due intensi giorni di presentazione – attraverso la messa in scena di alcuni stralci – delle nuove creazioni delle compagnie della Regione, ci ha sempre offerto, negli anni, l’occasione di poter “assaggiare” in anteprima tutte le nuove creazioni teatrali proposte dalle compagnie e dalle strutture teatrali che operano sul territorio lombardo.

Dopo il periodo di difficoltà dovuto alla pandemia, il 24 e il 25 ottobre al Teatro Franco Parenti e all’Elfo, la manifestazione è tornata finalmente dal vivo, consentendoci ancora una volta di capire quali siano le direzioni verso cui si muove la scena di questa regione.
Nei due giorni abbiamo infatti avuto l’occasione, insieme a molti operatori giunti da tutta la penisola, di vedere ben 23 porzioni di spettacoli, creazioni spesso in fieri, proposte in modo parziale, a cui potremo assistere nelle varie stagioni teatrali che stanno per iniziare.
“Next” ci ha quindi permesso, pur se in piccolo, di verificare la diversificazione dei linguaggi e le scelte del repertorio messe in campo in Lombardia, ponendole in relazione con ciò che avviene in campo nazionale.

Salta subito all’occhio la presenza di diversi spettacoli tratti non da scritture originali ma da opere di drammaturghi dalla poetica ben precisa. Ecco per esempio la divertente versione de “Il Compleanno” di Harold Pinter, autore sempre giustamente gettonato, con la regia del maestro Peter Stein e la significativa presenza in scena di Maddalena Crippa e Alessandro Averone, di cui su KLP trovate già la recensione.
O la lineare versione, impastata di sarcastica sessualità, del Teatro dei Filodrammatici di “A Casa allo Zoo” di Albee, autore riportato in auge da Antonio Latella con la sua potente resa di “Chi ha paura di Virginia Woolf”.
Presente anche Luigi Pirandello con “Come tu mi vuoi”, testo che si ispira al famoso caso dello “smemorato di Collegno”, trasposto anche nel cinema nel 1932 con due star d’eccezione come Greta Garbo e Erich Von Stroheim. Il Centro Teatrale Bresciano, che lo affida a Invisibile Kollettivo, lo ripropone in maniera intrigante, attraverso la tripla presenza della stessa entità umana in un gioco metaforico di specchi che indaga sul nostro complesso rapporto con “gli altri”.

Fedor Dostoevskij è presente invece con il breve romanzo “L’eterno marito”, rimodulato da uno dei nostri più valenti drammaturghi, Davide Carnevali, con due attori di razza come Ciro Masella e Francesco Villano e la regia di Claudio Autelli, che utilizza anche immagini video.
Il video è stato anche utilizzato da Michele Losi di Residenza Campsirago per riportare a teatro la sua particolarissima versione dell’Amleto scespiriano, agita originariamente per prati e boschi, che avevamo visto al festival Il Giardino dell’Esperidi questa estate.

Per gli autori contemporanei abbiamo assistito a uno stralcio (che in verità ci ha lasciato alcune perplessità) di “Esequie solenni” di Antonio Tarantino per la regia di Renzo Martinelli, di cui leggerete a breve su queste pagine. Tra l’altro “Esequie solenni” è stato l’ultimo spettacolo proposto al Teatro i da Renzo Martinelli, struttura che con grande dolore di tutti chiuderà i battenti a fine anno.
E Tarantino, drammaturgo che ci ha lasciato da poco, verrà visitato anche da Licia Lanera e Teresa Ludovico.

Ecco poi, per quanto riguarda gli autori contemporanei, la spumeggiante versione del Teatro dell’Elfo di un testo dell’inglese Steven Berkoff, “Alla greca”, con in scena Elio De Capitani che cura la regia e il giovane – veramente efficace – Marco Bonadei. Un testo proposto con successo anche anni addietro che, rifacendosi all’Edipo di Sofocle, lo rimodula in uno scenario contemporaneo, con tanto di musica eseguita dal vivo.

Il teatro intimamente politico, che è poi del resto da sempre la cifra del Teatro della Cooperativa di Renato Sarti, è stato messo in scena ancora in modo efficace in “Ottobre 22” con una stimolante rievocazione della Marcia su Roma che mette di fronte il Presidente del consiglio di allora, Luigi Facta (interpretato dallo stesso Sarti), che poco o nulla fece per contrastare Mussolini, e un giovane ferito in quell’occasione (il convincente Fabio Zulli).

Ovviamente ci sono state anche drammaturgie originali nel complesso ben orchestrate, come “Tu sei la bellezza” di Alberto Milazzo, che ne cura anche la regia, testo vincitore del premio di drammaturgia Carlo Annoni 2021, ben condotto da Giuseppe Lanino e Alessandro Quattro, che mettono in scena una coppia omosessuale, anche con tutti i suoi cliché, ma che riesce a parlare soprattutto di malattia e del rapporto tra teatro e vita.

Non poteva mancare quest’anno, nel centenario della nascita, un testo legato a Pasolini, proposto dagli Incamminati, “Diario di Accattone”, dove – più che il monologo di Danilo Nigrelli, incentrato sulla fatica che fece il regista per trovare chi lo aiutasse a realizzarlo – ci ha emozionato soprattutto la presenza muta di Ida Marinelli nella parte di Susanna, la madre del poeta.
La narrazione è stata ben rappresentata per ATIR da Mattia Fabris e Jacopo Maria Bicocchi che ritornano, dopo “(S)legati”, ancora una volta sulla loro passone, l’alpinismo, per narrare le imprese di Fausto De Stefani, secondo alpinista italiano e sesto al mondo ad aver scalato tutte le vette sopra gli 8000 metri.

Tra le cose più intriganti viste da noi a Milano, oltre al nuovo lavoro della Compagnia Marionettistica Carlo Colla e figli “Il mostro Turchino” tratto da Gozzi, è stato il nuovo musical di Elsinor, “Family a modern musical comedy” su libretto, testi, musiche e regie di Gipo Gurrado con otto attori-cantanti, che vuole ritentare il successo di “Supermarket”. I venti minuti visti a Next ci hanno fatto intravvedere la possibilità per la creazione di un vero e proprio genere, tutto italiano, in cui recitazione, canto e gesto danzato si possano unire per parlare in modo caustico della realtà, come in questo caso della famiglia.

Se dovessimo dire la cosa che ci ha emozionato di più alla manifestazione della Regione Lombardia ci verrebbe invece subito in mente la messa in scena di “La vita è sogno” di Calderón della Barca, ricreato in dialetto/lingua lombarda da Franco Loi, di cui abbiamo visto una breve e intensa frazione, proposta da Andrée Ruth Shammah per i 50 anni del suo Franco Parenti, in cui vengono echeggiate le parole del protagonista, Sigismondo, con la voce di Giovanni Crippa.

Photo: Lorenza Daverio
Photo: Lorenza Daverio

La parte di Next dedicata alla danza si è tenuta nel bellissimo spazio di DanceHaus di via Tertulliano, dove siamo stati accolti dai sei performer di Sanpapiè coreografati da Lara Guidetti, che ci hanno condotto, con “Amigdala”, per tutti gli spazi esterni che fanno da cornice alla grande struttura.
Due le creazioni che ci hanno particolarmente colpito. Partiamo da “Io non sono di questo mondo” di Contart: attraverso una danza composita e seducente, coreografata da Paola Lattanzi, tra richiami a Michelangelo e a un paradiso perduto, i danzatori di DanceHaus ci hanno condotto in un mondo parallelo; mentre Ariella Vidach, con “Corpomemory”, ha continuato il suo fecondo rapporto tra danza e nuove tecnologie con le parole create sui rispettivi cellulari dagli spettatori, parole che rimbalzano sulle pareti e sui corpi dei performer.
Qui abbiamo anche visto un curioso spettacolo per ragazzi, tra circo e danza: “Gretel” di 4xquattro.

Lasciamo tuttavia i due giorni di “Next” con la sensazione che pochissime delle performance viste in questa edizione si siano iniettate davvero nel contemporaneo ed in una nuova sperimentazione dei linguaggi della scena, preferendo adagiarsi, pur con professionalità, in forme già consolidate. Inoltre ci pare di avere riscontrato ben poche tracce di spettacoli che si interrogassero sulle evidenti contraddizioni che stiamo oggi vivendo, sui pericoli a cui il mondo, la nostra società, sta andando incontro, temi che sono sempre stati una delle priorità del teatro.

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