Endgame: Massimo Sgorbani

Massimo Sgorbani (ph: fabulamundi.eu)
Massimo Sgorbani (ph: fabulamundi.eu)

E’ scomparso oggi il drammaturgo e sceneggiatore, nel 2001 Premio della Giuria al Riccione Teatro per “Angelo della gravità (un’eresia)”

Milano, 20.07.1963 – Piacenza, 06.02.2023

“Più volte ho analizzato attraverso la scrittura storie di uomini fragili, con tanta insicurezza e paura del mondo femminile, visto come minaccia perché rappresenta una diversità che non si riesce ad inglobare”.
Tra le sue opere maggiori per il teatro ricordiamo la trilogia “Innamorate dello spavento“, messa in scena da Teatro i.

Le esequie civili si svolgeranno venerdì 10 febbraio a Castell’Arquato, in provincia di Piacenza, dove risiedeva.

Vi riproponiamo la nostra intervista integrale al drammaturgo scomparso oggi, notizia giunta improvvisa ed annunciata poche ore fa sui social dal regista Angelo Longoni, con cui Sgorbani aveva condiviso numerose collaborazioni per il cinema e la televisione fin dal 1994.

Lo vogliamo salutare con l’ironia con cui, sulla sua pagina Facebook, nel maggio 2021 lo stesso Sgorbani parlava del commiato ai defunti proponendo una letteratura del cordoglio ad uno dei social:

Il fatto che così tanti ultraottantenni muoiano comincia a destare una certa preoccupazione, ma ha comunque dato vita a una forma di letteratura del cordoglio sempre più diffusa nel mondo dei “social”.
Da dilettante quale sono, ho provato a individuarne alcune categorie.

La più rilevante sembra senza dubbio la categoria dei “buonviaggisti”, cioè di quelli che augurano buon viaggio al defunto di turno. I buonviaggisti sbaragliano tutti gli altri, non c’è partita.
Meno numerosi, ma comunque rilevanti, sono i “RIP”, che augurano al trapassato di riposare in pace invece di stressarsi a fare le valigie.
Seguono, ma molto distaccati, i “la terra ti sia lieve”, penalizzati forse dal dubbio che molti dei deceduti possano aver deciso di farsi cremare.

Da citare anche i “confidenziali”, che scrivono un laconico “ciao” seguito dal nome, rigorosamente di battesimo, del defunto. I confidenziali possono anche associarsi a una delle tre categorie precedenti diventando “confidenziali buonviaggisti”, “confidenziali RIP” o “confidenziali terralievisti”.
Meno inquadrabili sono quelli del “ricordo personale”, che colgono l’occasione per farci sapere di avere conosciuto personalmente la buonanima anche solo per averle stretto la mano o per aver cenato nello stesso ristorante (non necessariamente allo stesso tavolo) dove cenava lei.

Per finire, una sottocategoria che non riguarda chi posta il messaggio di cordoglio, ma chi apprende la ferale notizia. Li ho chiamati “gli increduli” perché commentano il post con un “noooo!”, anche se il defunto in questione aveva più di novant’anni ed era ridotto a un vegetale, tanto che in realtà c’era da essere increduli perché ancora vivo. Per questi, lo confesso, ho una particolare simpatia: sono inguaribili ottimisti che rifiutano ostinati l’idea che tutti, ma proprio tutti, prima o poi faremo “buon viaggio”.

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