Duccio Bellugi Vannuccini: a lezione di maschera con il Théâtre du Soleil

Duccio Bellugi Vannuccini
Duccio Bellugi Vannuccini
Duccio Bellugi Vannuccini

Entrare con le telecamere in un training è un privilegio. E’ stata grande, quindi, la nostra felicità quando Duccio Bellugi Vannuccini, del Théâtre du Soleil, ed i partecipanti al suo corso ci hanno permesso di accedere e filmare alcune parti del workshop tenutosi ad inizio estate, in occasione del Festival il Centro e la Circonferenza. A tutti loro, alla loro intelligenza e disponibilità va il nostro ringraziamento.

Parlare della prassi teatrale del Théâtre du Soleil è davvero difficile. Fondato nel 1964, per iniziativa di Ariane Mnouchkine, che tuttora dirige la compagnia, il Théâtre du Soleil ha prodotto fino ad oggi 27 spettacoli, tra cui i famosissimi “Les Atrides”, “Les Shakespeare”, “Le Tartufe”, titoli visti da oltre due milioni di spettatori.

Nella compagnia lavorano cento persone circa tra attori, musicisti, tecnici ed amministrativi, provenienti da tutte le parti del mondo. Chi vuole incontrarli non ha che da uscire dal centro di Parigi e dirigersi verso la prima periferia, nella famosa Cartoucherie, dove ha luogo questa vera e propria casa del teatro con foresterie, cucina, ristorante, laboratori di costruzione scenotecnica, spazi prove e teatro. Ma nonostante questo, tutto resta incredibilmente artigianale e orizzontale nella prassi di gestione. Una sensazione che ricaviamo anche dal modo di lavorare di Duccio Bellugi in questo seminario, una proposta formativa ospitata, l’anno scorso, anche dalla rassegna autunnale del Teatro delle Ariette.

Attore e scenografo, diplomatosi alla scuola di Marcel Marceau, Bellugi ha studiato con Pina Bausch, Jacques Lecoq, Etienne Decroux, Annie Fratellini e dal 1987 lavora con il Théâtre du Soleil partecipando a tutti gli spettacoli e i film realizzati fino ad oggi.
La stretta collaborazione con Ariane Mnouchkine è stata testimoniata a Bergamo anche da “Un Soleil à Kaboul”, film documentario che racconta del laboratorio di teatro in Afghanistan nel 2005. Il progetto voleva offrire a un gruppo di giovani attori afgani la possibilità di conoscere il teatro come lo intende e pratica il Théâtre du Soleil: un teatro popolare, libero, e a volte anche politico. Gli incontri di lavoro, ma anche le passeggiate per la città, e soprattutto i momenti più intimi di discussione fra la Mnouchkine e i ragazzi, accompagnati dalla videocamera di Duccio Bellugi che ha realizzato il film documentario.

Anche se le produzioni del Théâtre du Soleil sono spesso differenti per stile, forma e linguaggi, alla base esistono delle costanti che sono comuni a tutta l’arte scenica, in tutto il mondo, e che affondano le radici nella storia del teatro.
Nel laboratorio, con l’aiuto di alcune stupende maschere della tradizione balinese e della Commedia dell’arte, Duccio affronta il lavoro dell’attore: l’ascoltare, l’essere nel presente, la coscienza del corpo. Tutto questo mediante l’improvvisazione. Ne abbiamo parlato con lui in questa videointervista che vi proponiamo, insieme ad alcuni momenti del workshop. Una fotografia di quello che è il lavoro dell’attore dietro le quinte,  con un focus sull’uso della maschera davvero interessante.

0 replies on “Duccio Bellugi Vannuccini: a lezione di maschera con il Théâtre du Soleil”
Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *