Una giornata ad Alcatraz con Jacopo Fo

I racconti della famiglia Fo – Rame e di come è nata la Libera Università di Alcatraz vicino a Gubbio

Dieci anni fa ci lasciava Franca Rame.
Figura importante del nostro panorama teatrale, sociale e politico nonché compagna di una vita del nobel del grammelot. Non solo per ricordarla ma per cercare di raccoglierne la vasta e variegata eredità, la Fondazione Fo Rame ha organizzato una tre giorni (dal 14 al 16 aprile scorsi) di incontri, dibattiti e spettacolo che hanno inaugurato la rassegna “Un anno per Franca”.

Accanto a questa realtà, presieduta da Mattea Fo, che ha per compito il tenere viva e presente la memoria dei due artisti si è affiancata un’altra preziosa Fondazione, quella di Eugenio Barba e Julia Varley, entrambi attivamente presenti alle giornate dedicate alla Rame.
La volontà di affiancarsi nasce dal legame che i quattro protagonisti hanno avuto, incrociando le loro esperienze in molte occasioni e dando vita, insieme e separatamente, ad una vera e propria rivoluzione del corso della storia del teatro moderno.

Luogo deputato nel quale concretizzare tutto ciò non poteva che essere quella Libera Università di Alcatraz fondata dall’attore, scrittore, disegnatore e regista Jacopo Fo, tanto amata e vissuta dalla coppia. L’iniziativa ha sancito la definitiva ripartenza delle attività in presenza di Alcatraz. Proprio qui, nelle colline tra Gubbio e Perugia, abbiamo incontrato Dario Fo l’ultima volta e, nello stesso posto, ci troviamo stavolta a confronto con il figlio Jacopo.

La nostra lunga chiacchierata è un po’ un excursus del cammino artistico, politico e umano della famiglia Rame – Fo ma anche una lucida presa di coscienza del presente da parte di chi ha vissuto in prima persona un capitolo fondamentale della storia del nostro Paese con il complesso incarico di portarlo avanti.