Ormai pienamente in estate sia da calendario che per le temperature, si può anche pensare con più facilità ai festival in giro per l’Europa, partendo magari da quella più prossima.
Ecco perché abbiamo scelto di seguire anche quest’anno la conferenza stampa dell’edizione numero 37 del festival internazionale La Bâtie, presentato lunedì scorso a Ginevra: una rassegna longeva e di qualità che ha il dono indiscusso di movimentare, per sedici giorni (dal 30 agosto al 14 settembre), la scena ginevrina e quella di differenti comuni limitrofi, con performance di artisti provenienti da Paesi diversi e soprattutto con poetiche culturali assai eterogenee.
Questa edizione, come le altre in fondo, miscelerà momenti di danza (tanti gli appuntamenti in cartellone) con teatro e musica; ma sono previsti anche atelier e spettacoli per i più piccoli, film ed esposizioni: in tutto 50 spettacoli in 32 spazi scenici diversi, e soprattutto il sostegno a 22 coproduzioni.
Cominciamo dal dire che ospite d’onore di questa edizione sarà la coreografa e ballerina belga Anna Teresa De Keersmaeker, che il 1° settembre si esibirà in “Fase” mentre l’8 presenterà la coreografia “Partita 2” in collaborazione con Boris Charmatz; inoltre due proiezioni, “Répétitions” e “Rosas Danst Rosas”, e un atelier di iniziazione alla danza contemporanea per i più piccoli contribuiranno a farci scoprire meglio questa artista e la sua idea di danza, così rigorosa e minimalista.
Apre il festival un altro grande nome: la coreografa tedesca Sasha Waltz, per la prima volta a Ginevra, con “Travelogue I – Twenty to eight” (30 e 31 agosto), nella splendida cornice del Bâtiment des Forces Motrices, e sempre per la danza il 2 e 3 settembre potremo vedere Clément Layes con “Things that surround us”, una divertente performance armata di scope e aspirapolveri.
Gisèle Vienne arriva con “The Pyre” (il 4 e il 5), Selma & Sofiane Ouissi con “Laaroussa” (il 6 e il 7), una coreografia che prende spunto dal lavoro ripetitivo della manipolazione della terracotta fatto dalle donne di una regione rurale del nord-est della Tunisia; il sudafricano Steven Cohen presenterà “Title Withheld” (il 6 e il 7) al Museo della Croce Rossa, mentre Maya Bosch “Schreib mir das lied vom tod” (dal 9 al 13) e Tino Sehgal & Boris Charmatz “Sans titre” (l’11 e il 12), performance che è nata nel 2000 da una idea di Tino Sehgal, che ha creato una sorta di manuale del museo della danza e ha poi ceduto la performance al francese Charmatz.
Per il teatro segnaliamo la presenza di Philippe Quesne, un vero e proprio specialista del teatro d’immagine e di atmosfera, che sarà per la prima volta a Ginevra con “Swamp Club” (il 30 e 31 agosto) e “Anamorphosis” (l’8 e 9 settembre); ci sarà anche Sandra Amodio (dal 30 agosto al 5 settembre) con “Sandra qui?”, uno spettacolo nel quale l’artista sviscera alcuni momenti di vita vissuta attorno al tema della malattia, quella della nonna, e della migrazione: un lavoro alla ricerca della memoria, filo conduttore di questa edizione, al quale si lega pure lo spettacolo di Massimo Furlan, “Giacomo” (il 3 e il 4), creato proprio attorno ad un ricordo d’infanzia dell’artista svizzero.
Da non perdere il lavoro di Amir Reza Koohestani, che con “Timeloss” (il 31 e l’1) si interroga sulla possibile evoluzione della società iraniana, ma anche la performance di Yan Duyvendak & Nicole Borgeat con “7 minutes de terreur” (il 10, 13 e 14), e “Ground and floor” (il 12, 13 e 14) di Toshiki Okada, un rappresentante a pieno titolo del teatro contemporaneo giapponese, che con questo spettacolo mette in scena il malessere della sua società dopo la catastrofe di Fukushima. In questa edizione sono in effetti diversi gli artisti giapponesi che racconteranno, ciascuno a modo loro, il Giappone di oggi.
Chiudiamo con un rapido cenno a tre dei numerosi momenti musicali previsti: Tomorrow’s World (30 agosto), Edwyn Collins (il 2) e Mimetic & Sigmasix (il 6), solo per citarne alcuni.
Pure gli spettatori più giovani avranno di che vedere e sentire. Festa finale il 14 settembre, per ballare e brindare tutti assieme alla fine del festival (e dell’estate).