Medeamaterial. Teatrolieve parte da Heiner Müller

Medeamaterial
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La Medeamaterial di Teatrolieve
Teatrolieve debutta a Vercelli con la sua prima messa in scena, «Medeamaterial», incentrata sulla Medea di Heiner Müller.
La neonata compagnia vede come soci fondatori Giovanni Mongiano, alla direzione artistica, insieme a Marinella Debernardi, Paola Vigna, Anna Mastino e Luca Brancato, regista dello spettacolo.

Da febbraio il gruppo gestisce il restaurato teatro comunale Viotti di Fontanetto Po, paese in cui Mongiano vive, e fa parte delle dieci compagnie selezionate in tutto il territorio regionale dalla Fondazione Piemonte Dal Vivo per il progetto Adotta una compagnia, con lo scopo di favorire la nascita di vere e proprie “botteghe teatrali”, intese come luoghi di incontro e scambio.

Il progetto coinvolge finora una decina di Comuni piemontesi che si sono dichiarati pronti ad “adottare” una compagnia, impegnandosi a garantire spazi idonei per le prove, teatri in cui accogliere il debutto di nuove produzioni, ma anche le attività di formazione rivolte al pubblico e alle scuole.

L’aspetto particolarmente interessante del progetto è che le “botteghe” sono spazi in cui le forze culturali di un’area hanno la possibilità di incontrarsi, a prescindere dalla propria ‘natura’. Ecco allora che alle compagnie teatrali si potranno affiancare coreografi, ballerini, musicisti ma anche gruppi amatoriali, in un’ottica di allargamento dei generi e di mescolanza delle presunte distinzioni fra cultura ‘alta’ e ‘bassa’.

Lo spettacolo di Teatrolieve è ospite di uno spazio interessante, l’Officina Teatrale degli Anacoleti, una sorta di teatro off molto intimo e raccolto. L’opera, così come la messa in scena di Brancato, si divide in tre parti scritte da Müller a distanza di molti anni l’una dall’altra.

La prima parte è “Riva Abbandonata” che risale ai primi anni ’50, e si abbandona a una descrizione criptica e frammentaria del paesaggio di morte e distruzione lasciato nella Colchide dal passaggio degli Argonauti.
Nel frammento centrale del testo e dello spettacolo prende invece forma la tragedia di Medea, mentre l’epilogo è affidato a Giasone ed incentrato sul tema della guerra e della conquista. La parte finale è stata scritta dall’autore agli inizi degli anni ’80 e i tre interpreti sottolineano, con capacità, il lungo arco temporale nel corso del quale matura la storia.

L’amore per la progenie è un urlo disperato che, nello spettacolo di Brancato, assume le forme straniate e brechtiane di una speranza assente.
La scena è spoglia, piccoli mucchi di terra disseminati qua e là diventeranno alla fine simboli dei tanti sacrifici umani evocati dal racconto.
Frammenti di recitato in latino e in tedesco si uniscono a movimenti ciclici che tornano sempre uguali a loro stessi: c’è anche molto assurdo nel Teatrolieve e uno studio sui movimenti simili al Buto, in un alternarsi di gesti estremamente lenti interrotti da frenetiche convulsioni.

Il mito acquista un significato contemporaneo nella perdita d’attenzione per le generazioni future, tema su cui si concentra soprattutto il testo di Müller, esasperato dalla messa in scena.
Del resto, come Brancato scrive nel foglio di sala citando Elio De Capitani, “l’esegesi del testo non è la via per la sua messinscena, è solo una precondizione. Müller è una sfida anarchica all’immaginazione degli artisti”.

Medeamaterial
di Heiner Müller
con: Annalisa Canetto, Marinella Debernardi, Luca Brancato
luci e audio: Livio Ghisio
voce: Giulio Brancato
trucchi ed effetti: Double D Sfx Factory
idezione grafica: Tiziana Favero
elementi scenografici e regia: Luca Brancato
durata: 55′
applausi del pubblico: 2′ 34”

Visto a Vercelli, Officina Teatrale degli Anacoleti, il 23 marzo 2013


 

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