Perduto Pinocchio. Nel monologare d’un adulto perso

Perduto Pinocchio|Perduto Pinocchio
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Perduto Pinocchio
Perduto Pinocchio (photo: Guido Mencari)

Dove sono tutti? Gli amici fastidiosi, tutti quelli che non sopportavo, dove vi siete nascosti? Lasciandomi qui, carcassa baciata dalla mosche, un corpo buttato su un divano senza cuscini, in una casa senza finestre.

C’era una volta.. un re! Diranno subito i miei piccoli lettori. O un pezzo di legno!
No ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta Pinocchio, non più un buffo burattino e nemmeno un ragazzino per bene; adesso ha barba, segni, delusioni, disperazioni, fallimenti.

Pinocchio, ora, è un uomo solo, abbandonato, che sopravvive all’assenza del mondo che lo emargina. Grida, chiede aiuto a tutti noi che abbiamo consumato le sue avventure, a noi in sala, nascosti, giudicati e giudicanti, amici senza relazioni, conoscenti di soli sorrisi.

Pinocchio chiede aiuto, ma è ostaggio della solitudine che si è creata intorno a sè, la solitudine di chi si fa domande sul mondo, sulla vita, domande e risposte che affollano una testa che scoppia, frasi, frasi che diventano una siepe invalicabile, un mondo, al di là, che non fa abbastanza rumore per coprire tutti i rumori dentro.

Dove sono tutti gli amici, tutti i giochi, tutti gli animali dei giorni felici, dov’è il mio babbino, che mi manca? Rivoglio la mia vita quando ero una favola, voglio le feste e non pensare, giorni affollati e spensierati.

Tommaso Taddei dà vita alla disperazione, in un monologo dalle mille voci, su un palco fuori dal tempo, una casa senza interno, una strada abbandonata con il pavimento, un angolo, castigo, prigione.

Finestre accese, qualcuno è vivo da qualche parte, come la punta sopra un totem di scheletri.

Pinocchio si spoglia di tutti i pensieri, degli abiti civili, per ritrovare i colori dei giorni spensierati, per ritrovare tutte le bestie amiche, gli amici che non lo abbandonano, che lo aiutano a ritrovare babbo, per riabbracciarlo. E l’unico modo è cercarlo, raccontando, raccontandosi le sue avventure, chiudendo gli occhi, senza pensare, senza conflitto tra realtà e immaginazione perchè la fantasia è l’unico mondo possibile.

Perduto Pinocchio
Perduto Pinocchio (photo: Guido Mencari)

Taddei ci accompagna in questo viaggio, un viaggio di voci, un monologo che diventa dialogo: dialogo dell’immaginario, dialogo con gli animali proiettati alle spalle, quadri animati, cornici di un mondo fantastico, animali che parlano con le voci di Giancarlo Cauteruccio, Rossana Gay, Ciro Masella, Daria Balducelli, Alessio Bianciardi e tanti altri. Animali con la bocca di uomini in un fotomontaggio surreale e forse non necessario, a volte divertente, altre grottesco. La parte più debole dello spettacolo, una pausa tra le tensioni dell’inizio e della fine, una parentesi visionaria con uno spunto interessante ma non completamente riuscita nell’apparenza.

Ma Taddei, con la sua bravura, riesce a non farci distrarre, a limitare le risatine in sala, con un’interpretazione travolgente, un ottovolante che ci porta su e giù, tutti in prima fila. Voci di tutti i personaggi che ritroviamo in scena, in un corpo solo, a ogni passo avanti, indietro, di lato.
Ad ogni gesto Pinocchio diventa qualcun altro. Come se l’attore fosse specchiato in tanti riflessi che danno di nuovo vita alla fiaba. Su e giù, piano e forte, il testo di Virginio Liberti è come una partitura, una musica che racconta una disperazione, una fuga e un rifugio ritrovato, un rifugio che è solo un passo avanti, indietro, di lato.

La musica ci inghiotte e ci risputa, in uno spettacolo con un’introduzione, un finale senza fine e un inizio. Su e giù, salite, discese, voci, su voci, che impazzano in un crescendo incalzante. “Perduto Pinocchio” è una poesia recitata senza prendere fiato, una biografia di tanti che si sono persi e ritrovati. E qualcuno no.
Al Teatro Studio di Scandicci fino a domenica 26 gennaio.

Perduto Pinocchio
regia: Virginio Liberti
con: Tommaso Taddei
scene: Loris Giancola
costumi: Massimo Bevilacqua
video: Alessio Bianciardi
voci: Giancarlo Cauteruccio, Massimo Grigò, Rossana Gay, Carlo Salvador, Emiliano Terreni, Alessio Martinoli, Ciro Masella, Francesco Pennacchia, Laura Bandelloni, Massimo Bevilacqua, Anna Giusi Lufranco, Daria Balducelli, Alessio Bianciardi, Marco Cardone, Loris Giancola, Pina Izzi, Olmo Fantini, Carlotta Rovelli
produzione: Teatro Studio Krypton

durata: 1h 12′
applausi del pubblico: 3′ 30”

Visto a Scandicci, Teatro Studio, il 16 gennaio 2014

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