La nostra videointervista a Pippo Delbono in occasione del Festival dei Tacchi 2009
Che si può aggiungere di denso e sensato ai fiumi di cose che sono state dette su Pippo Delbono?
Andiamo quindi ai fatti: 6 agosto 2009, tavolino fuori dal baretto di un rifugio sull’altopiano dell’Ogliastra in occasione del Festival dei Tacchi. Cinque di pomeriggio. Cicale. Telecamera.
In un’intervista di circa venti minuti Delbono pare prendere la rincorsa per raccontarci l’altra metà delle cose della sua vita che non dice in “Racconti di giugno” (spettacolo parzialmente autobiografico in scena durante il festival sardo).
Sì, magari l’affermazione suonerà un po’ eccessiva, ma per chi sa con quale parsimonia l’artista si propone alle telecamere dei giornalisti, venti minuti sono praticamente una vita.
Pippo Delbono vita e opere, dunque. Nel dolcissimo “Racconti di giugno” l’artista si svela. Nel confronto a due, l’intento è stato raccogliere testimonianze sul suo sistema di pensiero, indagando il sostrato ideale che fa da impianto alle creazioni, cercando di capire come questo si è evoluto nel tempo e cosa gli resta fra le mani, dopo anni di attività, di tanto far teatro in giro per il mondo.
Un Delbono in totale relax che si racconta. Sarà stata l’aria buona della Sardegna, merito degli amici di Cada Die Teatro, che mentre tutti davano Delbono a Locarno per i premi cinematografici, lo hanno rapito per due giorni e consegnato dolcemente ad un pubblico di frontiera, in una notte bellissima, fra la montagna e il mare.
Anno di premi, il 2009, per lui: prima il Premio Europa per il teatro, poi il Pardo d’oro assegnato appunto dal direttore artistico del Festival di Locarno Frederic Maire, unito al Boccalino d’oro della critica cinematografica indipendente. Perché Delbono è anche cinema.
E in tutti i festival recenti, da Avignone a Vie, non manca di proporre, oltre al teatro, i suoi lavori cinematografici, da “Paura” a ” Guerra”. Tanto da vincere il David di Donatello nel 2004 per il miglior lungometraggio. Ci sono poi i filmati di alcuni storici spettacoli, come “Questo buio feroce”, “Il silenzio” e “Gente di plastica”. A Locarno è stato presentato anche “Blue sofa”, scritto da Lara Fremder e girato in collaborazione con Delbono e Giuseppe Baresi, ‘work in progress’ di cui si sono visti solo venti minuti.
Vi proponiamo la nostra video chiacchierata (divisa in due parti) in occasione di altrettanti appuntamenti importanti: quello al Piccolo Teatro di Milano, dove sarà in scena fino a fine ottobre con “La menzogna”, e la data unica di lunedì prossimo, 26 ottobre, de “Il tempo degli assassini” alla 18^ edizione del FIT/Festival Internazionale di Teatro organizzato da Pan Teatro di Lugano.
Immaginatevi, in tutto questo vorticoso turbinare di date, eventi, appuntamenti e premi, un artista di questo calibro che si siede al tavolino di un bar deserto, in uno scenario da Far West, e per una ventina di minuti si mette a parlare un po’ di tutto: massimi e minimi sistemi, il proprio e l’altrui, il privato e il sociale.
Quello che state per vedere, di fatto, è un Racconto d’Agosto. Un regalo di Pippo Delbono per i lettori di Klp.
Prima parte
Seconda parte