Play with food. A Torino il cibo è in scena

Chiara Vallini
Chiara Vallini
Chiara Vallini / Teatro Neo in Ricettario / Lato B
Lo ammetto: decido di incastrare una visita a Play with food – La scena del cibo, rassegna di teatro, cibo & dintorni in questo fine settimana a Torino, in una serata in cui ho già un altro appuntamento come tardo dopo-cena.

Così, mentre una perfetta casalinga (desperate or not) sarebbe ai fornelli da decine di minuti, mollo tutto (figlia, compagno, casa, gatti e perfino il computer) per catapultarmi con buon anticipo al Teatro Baretti, zona San Salvario, multietnicità e movida sapientemente shekerati, tanto da obbligare una precisina come la scrivente a partir per tempo per dedicarsi, poi, all’ardua impresa di trovar parcheggio senza farsi venir le palpitazioni per l’approssimarsi dell’evento.
Ed è così che arrivo ‘leggermente’ in anticipo rispetto al canonico orario d’inizio spettacolo delle 21.

Che ci fossero i Cuochivolanti di mezzo, in questa rassegna, certo lo sapevo (insieme all’associazione CuochiLab, gruppo di cuochi e artisti che dal 2006 è impegnato sul doppio fronte del teatro e della cucina); e d’aver odorato nel comunicato stampa la presenza d’un aperitivo anche. Però, vederlo lì, anche “materialmente bello”, come sostituto della mia mancata cena, si rivela un ottimo benvenuto.

Perché diciamocelo: che una pecca dell’organizzazione-teatro sia la mancanza di una sorta di ‘intrattenimento’ enogastronomico prima degli spettacoli è noto. E non perché si pretenda chissà quale offerta di manicaretti, ma festival e teatri attrezzati a soddisfare anche solo il desiderio d’un bicchier di vino, una birra o un caffè prima dello spettacolo non sono così tanti. Eppure, dove c’è anche solo un semplicissimo bar alla buona, pure improvvisato, troverete sempre la coda.

Stavolta in particolare, il cibo è protagonista, e quindi la sorpresa non è così sorpresa: in tanti lo portano in scena in svariati modi, in questa quattro giorni di arti visive (performance, foto, installazioni, video, design) con al centro l’interesse per l’alimentazione in senso lato; giusto quindi anche farlo assaggiare.
Ecco perché, chi vuole, oltre al biglietto per gli spettacoli, può pagare ulteriori 5 euro e ricevere un bicchiere di birra o uno di pigato, orecchiette al sugo con olive taggiasche e qualche altra stuzzicheria.
Convivialità e un modo per foraggiare le entrate. La ricetta qui è riuscitissima. Come non farsi tentare?

E’ proprio con questa strategia che il marciapiede di fronte al teatro si riempie di ‘street-food-amateur’ (concedetemi il neologismo), che poi diventeranno spettatori di un teatro davvero gremito (!!) per i due lavori in programma nella serata: “Lapastalpomodoro” della giovane compagnia di danza Grimaco_movimentiumani, di cui il ricordo più intenso rimane il profumo del soffritto che riesce a invadere il teatro (facendoci ricordare quanto, in teatro, l’olfatto sia un senso dimenticato e invece molto evocativo), e “CivediamoalDìperDì” del ligure Gruppo Teatro Campestre.

C’è poi anche chi, nei momenti di attesa, si avvicina a lei.
Chiara Vallini intrattiene in performance tête-à-tête chi sceglie una fra le sue ricette in menu. Muniti di cuffie si segue il racconto, mentre lei esegue – a suo modo – la ricetta. Da vera golosa, spudoratamente chiedo pure il bis, ossia una seconda portata, passando dalla misticanza al dolce.
E al posto del classico cappello, una pescera a raccoglier contributi. ‘Che di sola arte, ahinoi, non si mangia.

In questo contesto estremamente rilassato prendono vita gli eventi proposti dalla rassegna, giunta alla sua terza edizione, che ieri sera ha presentato al Circolo dei Lettori “Obblighi per chi la dà – ovvero l’ultimo dei bon ton”, semiseria cena-spettacolo ideata da Sara Casiraghi con Elena Pugliese ed ispirata al celebre “Talismano della felicità” di Ida Boni, una proposta ironicamente dedicata alla “formazione” della perfetta padrona di casa.

Play with food chiude oggi i battenti proponendo al QuBì (via Parma 75) dalle 11 alle 14 un gioco/degustazione curato dal collettivo Cucina-to. La degustazione di tre prodotti a sorpresa è preceduta e seguita da un gioco-puzzle di composizione d’una ricetta a partire dalle materie prime.
Ma occhio al pesce d’aprile!
    

0 replies on “Play with food. A Torino il cibo è in scena”
Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *