
“Sicuramente il Capodanno di Caravan è stata un’alternativa a cenoni e serate in piazza – introduce Elena – Questo è quello che ho avvertito parlando nella notte con le gente presente. C’era voglia di stare insieme in modo diverso”. Un Capodanno itinerante attraverso i luoghi di rinascita di Torino.
La carovana si è mossa già nel pomeriggio del 31, alle 17, verso l’ospedale infantile Regina Margherita. Qui la scuola di teatro Maigret & Magritte aveva lavorato, nei mesi precedenti, ad un progetto di drammaturgia corale per raccontare la vita dell’ospedale. Un racconto toccante e leggero che si riassume nel pensiero di una delle partecipanti: “Si è realizzato un sogno: l’ospedale aperto a tutti ma senza camuffamenti”.
Era inoltre stato chiesto a tutti di portare un libro da regalare per la biblioteca interna… “E i libri sono arrivati a sacchi”.
Da ottobre allo Sharing hanno lavorato insieme a Caravan il laboratorio di Pietra Alta, il villaggio Snia, la comunità cinese, El Barrio ed altre realtà ancora che vivono il quartiere.
E qui il 31 è stato bruciato il Fantoccio della Crisi, in un grande falò propiziatorio accompagnato dalle musiche della Paranza del Geco.
Terza tappa allo lo Spazio 4 di via Maccarelli, dove la carovana di Caravan è stata accolta dalla folta comunità moldava con canti e danze tradizionali e con il dono del pane con il sale, simbolo della speranza anche nei momenti di crisi: “Perché, comunque vadano le cose, un po’ di farina e un po’ di sale ci saranno sempre”, aggiunge Elena.
Al Cecchi Point di via Antonio Cecchi si è attesa la mezzanotte.
Gestito dall’associazione Campanile, qui hanno lavorato tutte le associazioni coinvolte per preparare il cenone e i momenti di danza, teatro e musica. Presenti, fra gli altri, ancora la Paranza del Geco, i Quinta Tinta, gli Ar.co.te.
In questa staffetta, ogni luogo ha regalato qualcosa a quello successivo nella notte di Caravan: la città ha regalato i libri all’ospedale pediatrico Regina Margherita, che a sua volta ha regalato piccole sculture costruite dai bambini con le scarpe; i bambini dello Sharing hanno preparato la “scatola della rinascita”, piccolo totem con i loro pensieri, e la comunità cinese ha costruito pannelli bene augurali. Infine ai Bagni Municipali di San Salvario è arrivata la particolarissima bicicletta del Cecchi Point (nella foto).
Un viaggio nella notte attraverso autobus che è stato accompagnato da musica e racconti.
Chiediamo a Elena De Pascale: e adesso?
Ora Caravan lavorerà allo spettacolo che da inizio aprile prenderà il via per l’Europa. Le esperienze di questi mesi, i momenti di condivisione, saranno trasferiti sulle strade che poi, in cinque settimane, porteranno alla Spagna, per la precisione a Siviglia.
Cosa resta di quest’esperienza torinese?
Sicuramente la consapevolezza che ancora si possono costruire momenti comunitari partendo dalla semplicità e dalla condivisione. Caravan ha reso protagonisti luoghi e persone spesso nell’ombra. Ha messo in rete realtà diverse che finalmente hanno avuto visibilità.
Cosa ti auguri?
Che Caravan sia la spinta per continuare in questa direzione.