
“Il nemico efferato del teatro è lo spettacolo di rappresentazione”. Lapidaria e, in gran parte, condivisibile l’affermazione di Carmelo Bene su cui si fonda uno dei presupposti che determinano l’urgenza di un evento come Ri-creazione!, rassegna che si rivolge principalmente agli astigiani “annoiati dal solito teatro” e che vede unirsi gli sforzi della direzione artistica di Stefano Labate con la disponibilità e l’apertura dimostrata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Asti.
Lo scopo è quello di “ricollocare il teatro contemporaneo al centro dell’ottica di questa città” ci racconta Labate. “Ri-creazione non è soltanto il titolo della rassegna ma nasce anche come strumento attorno a cui far convergere un percorso e un interesse più generale sul teatro contemporaneo”.
“Carmelo Bene aveva colto uno degli snodi più significativi del teatro del Novecento – prosegue -Quelle riflessioni, che risalgono agli anni Sessanta, rimangono ancora oggi una luce per l’intero movimento del nuovo teatro. La difficoltà delle compagnie nel rapporto con un pubblico generico, di ‘non iniziati’ al teatro contemporaneo, è principalmente di approccio allo spettacolo. La ricerca di una storia, di un filo narrativo che agevoli la comprensione dell’opera, genera un meccanismo che, in un certo senso, nega in partenza ogni possibilità di godere del progetto artistico”.
E’ il tentativo di ri-creare, nel vero senso del termine, una dialettica fra artista, opera e pubblico, nell’ambito di una dimensione locale (quella di Asti in questo caso), ma nella consapevolezza che si tratti di un tema tranquillamente ampliabile geograficamente, “senza l’illusione di poter fare chissà quali rivoluzioni”, ma con l’impegno a lavorare affinché si aprano, poco per volta, nuovi canali di comunicazioni nei confronti del pubblico. Obiettivo che si declina anche attraverso gli incontri col pubblico previsti al termine di ogni spettacolo, nulla di sbalorditivamente innovativo, ma un modo in più per familiarizzare con le connotazioni contemporanee dell’arte teatrale e con i suoi protagonisti, attraverso un’identità del progetto Ri-creazione che non vuole essere soltanto rassegna teatrale ma farsi carico di un progetto a lungo termine che, a partire dal sito web e anche dalle capacità di differenti realtà operanti nel contesto teatrale, sia in grado di convogliare aggregazione e motivazioni creative.
La rassegna, avviatasi con la proiezione del film di Wim Wenders su Pina Bausch, è proseguita ieri sera con i Muta Imago.
Ri-creazione proseguirà domenica 18 marzo con Matteo Latino, lunedì 26 marzo con “I am 1984” realizzato da Giuseppe Chico e Barbara Matijevic, “Opera” di Vincenzo Schino il 7 aprile, per finire con Babilonia Teatri e “The end” il 22 aprile.
Nel frattempo attendiamo di sapere qualcosa di più anche in merito a quello che sarà il destino del prossimo Festival Teatro e Colline di Calamandrana, ancora “assolutamente in forse”, secondo le parole di Stefano Labate, direttore artistico delle ultime edizioni. Vi terremo aggiornati.
Aggiornamento. Con Stefano Labate tiriamo le somme della prima edizione di Ri-Creazione ed introduciamo il prossimo Teatro & Colline, a Calamandrana Alta dal 20 al 22 luglio