L’Atlante umano del gesto. Virgilio Sieni incontra Mimmo Cuticchio

Sieni e Cuticchio a Palermo (photo: Alessandro D'Amico)|
Sieni e Cuticchio a Palermo (photo: Alessandro D'Amico)|

Gesti, segni, corpi in movimento che si confrontano nella loro fisicità frammentata, tra cesure e risonanze. Tradizioni e saperi che, grazie ad un incontro e ad un dialogo certamente inconsueto, ma affascinante, potente ed efficacissimo, si fondono per esplorare nuove possibilità di narrazione e nuove poetiche.

L’incontro tra la marionetta, guidata dalle sapienti mani del maestro oprante palermitano Mimmo Cuticchio, e il corpo di Virgilio Sieni, danzatore e coreografo fiorentino, e quindi l’incontro tra l’Opera (Opra) dei Pupi e l’Accademia sui linguaggi del Corpo è quello tra due mondi e due visioni solo apparentemente lontane, che si plasmano uno sull’altro attraverso movimento, ascolto e tattilità, per dare vita ad un percorso drammaturgico tra corpo e gesto fuori dal comune, occasione unica per unire saperi e maestrie, guardare alla trasfigurazione dell’uomo e alla natura del gesto e del movimento, per esplorarne potenzialità e linguaggi da restituire allo spettatore in una veste rinnovata.

Il primo esito di questo incontro è stato lo spettacolo “Atlante, l’umano del gesto”, andato in scena a Palermo lo scorso 22 dicembre, nello spazio solitamente adibito a sala concerti del Real Teatro di Santa Cecilia, prima tappa di un più ampio progetto triennale denominato “Palermo, Arte del Gesto nel Mediterraneo, Accademia sui linguaggi del corpo e l’opera dei Pupi”.

Il proposito che muove i due artisti è quella di realizzare un triennio di attività, un viaggio che può trasformarsi in un vitale cortocircuito di forze, gesti sapienti e tradizioni che si sfidano all’interno di una città unica come Palermo, naturalmente meticcia, tra contraddizioni e struggente bellezza, che ha fatto dell’incontro di storie e genti la sua forza e talvolta la sua dannazione.

È dunque la curiosità di incontrarsi e sperimentare a partire dal corpo, per alimentare un confronto tra saperi connaturati alla corporeità, ancestrali ed eterogenei, ad animare Mimmo Cuticchio e Virgilio Sieni, e sin dal primo esito è apparsa subito evidente l’enorme potenzialità di questo connubio artistico.
Ancor prima dell’incontro col pubblico, una tre giorni di lavoro fra danzatori, attori e performer animata da Cuticchio e Sieni, per cominciare a porre le basi di un progetto che avrà una prospettiva di sviluppo articolato tra il 2016 e il 2018, in un’ipotesi di “condivisione di percorso” con gli abitanti della città.

Non è un vero e proprio spettacolo quello a cui abbiamo poi assistito al Real Teatro Santa Cecilia, piuttosto uno sperimentarsi dei due artisti sulla scena, a partire da un canovaccio e da alcuni pupi-personaggi, ossatura per una narrazione che si fa gesto, forma, racconto per immagini. Immagini che Mimmo Cuticchio, maestro oprante, disegna sulla scena, impegnato nel rendere armonioso il corpo spezzato in frammenti della marionetta, evocando storie e personaggi.

La prima ad apparire, scelta fra tante che attendevano di prendere vita, è quella nuda, priva di abiti e di caratterizzazione; allo stesso modo i due artisti si sono posti di fronte al nuovo percorso intrapreso. Ai movimenti della marionetta hanno fatto eco quelli del danzatore: Virgilio Sieni, in abiti neri, ha proposto una coreografia di gesti anch’essi frammentati, cercando e trovando più volte l’incontro con la marionetta e sperimentando movimenti semplici, gesti quotidiani ed essenziali che diventano campi d’indagine, un vocabolario minimo per inoltrarsi nell’umano e nella commozione.

Così, sulla scena, dopo il Paggio, corpo-marionetta nudo, hanno fatto il loro ingresso l’angelo, il diavolo, mezzo uomo e mezzo bestia, simbolo di male e distruzione, e ancora il paladino Orlando, col suo fido destriero, per un’ultima intensa, straziante, battaglia finale, ingaggiata tra suono e movimento, col pupo manovrato dal fratello Nino Cuticchio.
Talvolta, ad accompagnare i gesti, il suono metallico di un pianino a cilindro; Cuticchio dà voce alle marionette col suo “cunto” che si fa narrazione ora sincopata, ora lieve e dolce, per narrare gesta eroiche, amori travagliati, il dolore senza fine della sconfitta a cui non ci si può sottrarre.

Non sempre invece la danza di Virgilio Sieni incontra le marionette; quando lo fa, il suo corpo diventa estensione di quello del piccolo pupo, manovrato sapientemente dal maestro Cuticchio. Mondi che sperimentano lo stesso linguaggio, creano universi emozionali, rendono universale la narrazione delle Gesta dei Paladini di Francia.


Il corpo del danzatore e quello della marionetta hanno saggiato insieme un incontro possibile non solo di universi e poetiche, ma sopratutto su alcuni elementi fondamentali dello stare al mondo, una coreografia minima di gesti: camminare, sedersi, cadere, voltarsi, toccare.
Un incontro, quello tra Opera dei pupi e Accademia sui linguaggi del corpo, da cui può scaturire un nuovo linguaggio possibile, così come è nell’intento dei due artisti, che hanno voluto dare un lungo respiro temporale al progetto, per costituire una comunità del gesto e riflettere sull’origine del movimento.

«Attraverso questo lavoro proseguo il mio artigianato e misuro la mia capacità di sperimentare – ha spiegato Mimmo Cuticchio – Con Virgilio Sieni è un incontro poetico molto bello tra due mondi d’arte, di libertà e poesia; lui è più pupo della marionetta stessa, due corpi che si uniscono, come il vento che trascina l’ombra».

Tutto questo avviene nello splendore ardito di Palermo, dove ha sede il teatro di Cuticchio, in quella via Bara dell’Olivella che dona rifugio e riparo a più di 300 marionette.
La città diventa luogo ideale in cui far sedimentare e poi proporre forme nuove, capoluogo di una regione-isola come la Sicilia, da sempre crocevia di popoli, una città che diviene territorio aperto del passaggio e della trasmissione di valori, culture e pratiche antiche che si riversano nel mondo contemporaneo.
Palermo, molto più di altri luoghi, ha praticato nel tempo l’intreccio di linguaggi diversi «creando sul territorio un chiasmo di sedimentazioni e cultura capace di generare conflitti ma anche bellezza, che lascia apparire la presenza di un popolo e di una sapienza – afferma Virgilio Sieni –  Una lezione unica sulla prossemica e l’accoglienza». Ecco perché questo viaggio nel gesto trova a Palermo un suo nuovo laboratorio, permanente, per dar vita ad una rappresentazione di come l’umano affiori in ogni fragilità del corpo e del pupo, messi in dialogo tra loro.

ATLANTE_ l’umano del gesto
di e con Mimmo Cutucchio e Virgilio Sieni
e con Nino Cuticchio
il progetto triennale “Palermo_Arte del Gesto nel Mediterraneo_ACCADEMIA SUI LINGUAGGI DEL CORPO E L’OPERA DEI PUPI è promosso dalla Compagnia Virgilio Sieni, Compagnia Figli d’Arte Cuticchio, Teatro Garibaldi di Palermo alla Kalsa  in collaborazione con The Brass Group, col sostegno del Comune di Palermo, Assessorato alla Cultura

durata: 50’
applausi del pubblico: 3’

Visto a Palermo, al Real Teatro di Santa Cecilia il 22 dicembre 2016

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