Be Happening. A Milano la fabbrica dell’esperienza

Insane Dance Company|Robert Eugene
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Robert Eugene
Robert Eugene

Miei cari, dovete ricordarvi che il teatro non è soltanto una fabbrica di scenografie, è anche una fabbrica di anime umane.
In teatro prendono vita le creazioni umane dell’attore-artista.
Non è una cosa da poco!
Il teatro è un laboratorio, una scuola d’arte per gli attori e un grande auditorio per gli spettatori.
(Konstantin S. Stanislavskij, Il lavoro dell’attore su sé stesso, a cura di Gerardo Guerrieri, Roma-Bari, Laterza, 2003)

Si aprono le porte alla pedagogia teatrale di qualità a Milano, grazie alla tenacia dell’erede artistica Irina Casali, figlia dello scomparso Renzo, fondatore di uno dei più grandi gruppi teatrali nel mondo, la storica compagnia teatrale Comuna Baires. Inserita all’interno del progetto ALA, Accademia Linguaggi dell’Anima, la Casali e Marcella Fanzaga daranno vita al laboratorio Be Happening l’1, 2 e 3 luglio prossimi nelle sedi della Comuna Baires, in via Parenzo 7 a Milano.

Be Happening è un luogo di indagine e di esperienza del processo creativo non solo per gli artisti, i docenti e i partecipanti ai workshop, ma anche per il pubblico.
Nato come evoluzione di Uscite d’Emergenza, Be Happening si propone, con “L’amore e il processo creativo”, come un atto in divenire, un luogo performativo e di residenza aperto alla sperimentazione e alla ricerca comune.
Con il laboratorio in residenza si condurranno i partecipanti allo scambio reciproco per coltivare un terreno reso fertile dalle diverse esperienze. Interverranno infatti artisti provenienti dal teatro, dalla danza italiana e straniera (da Londra ci saranno Robert Eugene e Robert Anderson), ma anche artisti visivi (Ambra Rinaldo e Stefania Rossi), musicisti (Igor Ninu, Maddalena Zeiro, Dante Tanzi), l’antropologa Silvia Vignato e il fisico Luca Giuseppe Celardo. Una fusione di arti e discipline che la Comuna Baires conosce fin dall’epoca della sua formazione.

La Comuna Baires, o Comuna Cultural Centro Dramático Buenos Aires, venne fondata da Renzo Casali il 1° giugno del 1972 come una struttura egualitaria nell’economia, nel lavoro e nella convivenza. La Comuna nacque dall’esasperazione dell’idea comunitaria del teatro, in cui il binomio vita-arte fosse inscindibile.
Horacio Czertok, dapprima “comuneros” (insime a Camila Boticella, César Brie, Renzo Casali, Alicia Calabuig, Eduardo de la Cuadra, Alberto Di Lorenzo, Liliana Duca, Luciano Fernicola, Cora Herrendorf, Coco Leonardi, Yura Simonato e Max Federbock) e poi fondatore, attore e pedagogo del Teatro Nucleo di Ferrara, ricorda che l’origine del gruppo risiedeva nella necessità delle persone di unirsi più spesso e “generare un gruppo che contenesse l’esperienza”.
L’artista si crea un mondo proprio nel quale è possibile l’espansione della propria soggettività. Il teatro è quindi “arte collettiva”: più individui devono generare un mondo che funzioni, secondo i mandati della propria soggettività, per poter approfondire la propria arte. Come il poeta si crea un mondo a parte per poter vivere, così l’attore si trova nella stessa situazione: egli crea il gruppo, perché non può vivere un’esistenza separata. La scelta politica ed ideologica della Comuna Baires di essere appunto una Comune era il risultato diretto della scelta artistica.
Presupposti “umanistici” che, seppure trasformati e adattati al tempo storico e sociale attuale, riaffiorano nel pensare il fare teatrale come un atto collettivo, di esperienza comune, di vita, anche se ristretto in una serie di incontri di due giorni.

Sabato 2 e domenica 3 luglio verranno proposti a tutti i partecipanti stage intensivi di esplorazione del processo creativo nella danza, nel teatro e nella scrittura poetica. Dieci ore di lavoro con Irina Casali, Paolo Vachino, Robert Anderson e Robert Eugene, per esplorare partnering, contact improvisation, danza afro-contemporanea, creazione scenica e poetica. Ogni giorno è inoltre previsto un momento di scambio e creazione tra i partecipanti al laboratorio e gli artisti invitati, un’occasione per assistere e contribuire al processo di creazione delle performance, che saranno presentate la sera durante il festival.

Il teatro vissuto come esperienza e non solo come forma artistica, come parte della vita dell’Uomo Attore, nella sua totalità fisica, psicologica ed emotiva. Questa era l’idea di base delle scelte artistiche di Renzo Casali, le solide ossa su cui si è costruito un pensare teatro che tutt’oggi vive attraverso la figlia.
Il teatro rappresentava e rappresenta la vita stessa, un laboratorio di “ricerca dell’individuo verso l’individuo” diceva Casali, partendo soprattutto dall’idea di costruzione drammaturgica di William Layton, allievo di Strasberg.

Il ‘comunero’ César Brie racconta: “Da loro imparai  a lavorare con il ‘metodo’: una elaborazione di alcune ricerche di Stanislavskij filtrate dalla visione di alcuni allievi americani del maestro russo: Maisner e Layton, apprese da Casali e Duca a Madrid, dove Layton aveva aperto un centro di ricerca. Si trattava di essere ‘sinceri’, di provare emozioni vere, di credere in ciò che si faceva. Ma ciò che mi interessava, la sincerità, l’onestà delle emozioni, le azioni fisiche, il credere in ciò che si faceva, sono rimasti come principi che ancora seguo, ma senza quarta parete di sorta, senza fingere che c’è un mondo reale sulla scena. Sono a teatro comunque, e ciò che faccio è vero perché è finto. Sono allo stesso tempo dentro e fuori la storia, percepisco il pubblico, lo sento, influisce nella mia recitazione. Oggi so che oltre a provare qualcosa, l’attore deve soprattutto avere sviluppato la capacità di trasmettere ciò che prova. Un lavoro fisico e vocale, imparare a comporre, a guidare la percezione degli spettatori. Ciò che uno sente, non è detto che sappia trasmetterlo. E se trasmette qualcosa, non è importante che ‘senta’ ciò che trasmette. No, il teatro non è uno, è plurale, e gli attori devono seguire empiricamente la loro particolare ed unica sensibilità” (Fernando Marchiori, César Brie e il Teatro de los Andes, Milano, Ubulibri, 2003).

César Brie, come Horacio Czertok e Cora Herrendorf del Teatro Nucleo furono i primi ‘comuneros’ e tra gli allievi di Renzo Casali, e a partire dai suoi insegnamenti hanno sviluppato modi di fare teatro autonomi e di grande successo mondiale. La pedagogia intesa come formazione dell’essere umano, oltre che dell’attore, ha dato risultati negli anni di rilevante valore culturale e artistico.

La centralità dell’attore visto innanzitutto come uomo, individuo appartenente ad una società e che, attraverso la propria arte, interpreta un personaggio a partire da sé stesso e dalla propria interiorità. L’attore rappresenta l’uomo-simbolo, l’individuo che porta con sé tutte le contraddizioni della società.
Il teatro, inoltre, parla del gruppo stesso, ossia di persone, dell’Uomo. Il tema centrale della Comuna Baires è proprio l’Uomo. Il teatro rappresenta allora il luogo di riconoscimento dell’identità dell’uomo-attore.

Cessa il problema estetico dell’arte lasciando spazio al quesito: come ‘vivere’ la scena? A partire dalle ricerche sul Metodo il teatro deve farsi ‘vita’, ponendo in tal modo le basi dell’’umanesimo teatrale’ della Comuna Baires, che non si è fermata ai presupposti pedagogici del passato, ma ha innovato la sua metodologia aprendosi alle varie arti performative e alle nuove visioni del fare teatro, dimostrando un’evoluzione del pensare teatro.

Insane Dance Company
Insane Dance Company

Così Irina Casali, partendo dall’idea della danzatrice, pedagoga e direttore artistico del progetto Marcella Fanzaga, ha contribuito alla nascita del festival Be Happening.
Irina, figlia dei fondatori della Comuna Baires, è direttrice dell’Accademia Linguaggi dell’Anima, e vanta una lunga carriera: debutta a soli 10 anni al Festival Internazionale di Teatro di Stoccolma; e da 20 anni si occupa di pedagogia teatrale, avendo a cuore il processo trasformativo della persona e del gruppo impegnati nella creazione dell’opera.
I principi di Stanislavskij, integrati dalla Meisner Technique, confluiscono nello studio del movimento grazie alla contact-improvisation per riconoscere le passioni dell’anima.

La Comuna Baires di oggi continua a rappresentare un crocevia di esistenze, di artisti, di persone, un luogo in cui ognuno è invitato ad esprimere il proprio talento o portare la propria testimonianza di umanità. Un gruppo teatrale che continua a rimanere vivo nonostante le difficoltà e grazie al lavoro volontario di tante persone, autofinanziandosi e con il contributo di numerosi cittadini, che negli anni hanno creduto nel progetto culturale oltre che artistico di questo spazio. Un luogo in cui l’utopia può forse diventare realtà, in cui si edificano l’esperienza e la convivialità progettuale. Una fortezza rara in cui la parola libertà creativa acquista un valore imprescindibile.

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