
“Vivo in Bolivia, e qui lavoro insieme a boliviani e stranieri, consapevole di essere straniero e cercando che questa mia condizione non sia un limite, ma un vantaggio. Voglio che il mio teatro sia incontro potente tra avanguardia e tradizione. La Bolivia offre una ricchezza straordinaria di tradizioni orali, musicali, religiose. Le studiamo, cerchiamo di conoscerle, di lasciarcene influenzare. […] Non vogliamo fingere di essere quel che non siamo. Il nostro teatro è un luogo di incontro di motivazioni e culture differenti, unite dal lavoro quotidiano e dalla ricerca di un’identità che abbia il volto di tutti noi che qui lavoriamo”.
Sono proprio queste parole di César Brie a descrivere meglio il lavoro dell’artista argentino. Fondatore, nel 1972, della Comuna Baires, in cui la ricerca espressiva si intreccia all’impegno civile, nel ’75 crea insieme a Paolo Nalli, Dolly Albertin e Danio Manfredini il collettivo teatrale Tupac Amaru al centro sociale Isola di Milano. Fino al 1979 il gruppo è protagonista di spettacoli agit-prop a sfondo sociale. L’incontro, nel 1980, con Iben Nagel Rasmussen apre invece il periodo danese della sua ricerca: nasce il gruppo Farfa, che si confronterà con l’esperienza dell’Odin Teatret e di Eugenio Barba.
L’esperienza registica e drammaturgica si innesta così sul suo lavoro attoriale. Ne nascono spettacoli importanti come “Matrimonio con Dio”, “Il paese di Nod”, “Talabot”, “Il mare in tasca”. Ma contemporaneamente si approfondisce in Brie la necessità di un ritorno alle origini, alla propria terra e soprattutto alla propria lingua. Nell’agosto del 1991 fonda così in Bolivia il Teatro de Los Andes. Il gruppo, che ha sede nel piccolo paese di Yotala, produce gli spettacoli “Colòn” (1992), “Solo gli ingenui muoiono d’amore” (1993), “Ubu in Bolivia” (1994), “I sandali del tempo” (1995) e così di seguito: uno spettacolo nuovo ogni anno.
E proprio mentre César Brie sarà a Milano per presentare il suo ultimo lavoro, “Odissea”, in scena dal 17 al 29 marzo al Teatro dell’Elfo, Campo Teatrale proporrà il seminario “Pensare la scena”. Il lavoro si concentrerà sulla ricerca e la creazione di metafore e immagini sceniche attraverso una serie di esercizi fisici e vocali. Tematiche prescelte l’amore impossibile, quello illecito e il “parlare” con i santi.
Quando: da mercoledì 18 a domenica 22 marzo
Orario: tutti i giorni dalle 10 alle 14 per un totale di 20 ore
Costo: € 180
Sede: Teatro Guanella, Via Duprè 19 – Milano
Partecipanti: da 16 a 20. Accesso su selezione
Materiali: portare abbigliamento da lavoro fisico e un abito. E’ consigliabile avere un testo a memoria
Selezione: inviare il proprio cv, foto e lettera di motivazione a info@campoteatrale.it entro mercoledì 18 febbraio. I risultati della selezione saranno comunicati ai partecipanti entro venerdì 6 marzo
Tempi e modalità di iscrizione: entro venerdì 13 marzo iscrizione e pagamento della quota di partecipazione
Info: Campo Teatrale, via Roggia Scagna, 7 – Milano – MM 1 Rovereto tel/fax: 02/26113133 (lun/ven 10-19) info@campoteatrale.it