Biancofango: giovane espressionismo teatrale

Biancofango - Fragile Show
Biancofango - Fragile Show
Fragile Show (photo: Emanuela Giusto)

Il teatro è fatto di atmosfere, di linee di pensiero, di estetiche e paradigmi concettuali che avvicinano alcuni artisti, accostano i nuovi tentativi a quelli di grandi venuti prima. L’espressionismo, in questo caso, va inteso come la propensione a privilegiare, esasperandolo, il dato emotivo che nasce dal disagio interiore originato dal conflitto fra l’ideale umano e la sua condizione, fra oggettivo (se mai ne esiste uno) e percepito.

Alcune giovani compagnie hanno da qualche tempo avviato un percorso di indagine su queste tematiche: una di queste è Biancofango, reduce da una tournée in Sud America e da alcune date in giro per l’Europa. Un’altra è la Compagnia del Tratto, vincitrice della IV edizione del concorso Fringe L’AltroFestival (FIT Festival Internazionale del Teatro di Lugano), che riporterà il lavoro sulle rive del lago svizzero durante il Festival Incontri Teatrali dal 14 al 18 aprile prossimi, e di cui più avanti vi presenteremo il lavoro.

Oggi è la volta di Biancofango, che nasce a Roma nel 2005 dall’incontro fra Andrea Trapani (attore e video maker) e Francesca Macrì (drammaturga). Da un lavoro comune biennale si sviluppa l’idea di realizzare la trilogia “Nei dintorni dell’inettitudine. Linea bianca + panchina”. “In punta di piedi” è uno dei  monologhi della trilogia, arrivato finalista nella sezione drammaturgia al festival VesuvioSportOpera.
Come anticipato, la compagnia ha concluso a fine 2009 una lunga tournée in Uruguay, Argentina, Cile e Spagna, dopo esser stata ospite del teatro milanese Out Off nei giorni della Festa del Teatro con tutta la trilogia.

Abbiamo assistito a “Fragile show”, il cui sottotitolo recita “Con debiti e gratitudine a ‘Il soccombente’ di T. Bernhard”.
Nel mezzo di una festa d’artisti, un pianista bravo, ma non “il più bravo”, straziato dal confronto con Glenn Gould, conosciuto vent’anni prima, se ne sta seduto su una panchina, ai bordi della festa, ai bordi della vita. Come un personaggio dei primi film di Moretti, guarda un’umanità varia sedergli accanto e comunicargli il nulla in cui si agita. E lui, invitato a suonare un’aria al pianoforte, è lì che non sa se…

Un’interessante atmosfera, per una giovane realtà che merita attenzione. Nel video l’intervista ad interprete e regista.

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