Le Crisi di Nervi di Peter Stein. Videointervista

Fogacci in scena (ph: Tommaso Le Pera)
Fogacci in scena (ph: Tommaso Le Pera)

“Il mio autore preferito? Eschilo. L’Orestea è il pezzo teatrale più importante al mondo”

Dopo il debutto palermitano al teatro Biondo, arriva a Milano “Crisi di nervi”, ossia i tre noti atti unici di Čechov per la regia di Peter Stein, in scena al Menotti fino al 9 giugno.
Il regista tedesco decide di non cambiare compagnia e, dopo la messa in scena del “Compleanno” di Pinter, torna ad uno dei suoi autori preferiti: “Potrei parlare di Čechov per ore” racconta durante l’incontro pubblico che precede la seconda replica, alla quale assistiamo.
La raffinata regia fa leva quasi esclusivamente su attori e testo, rigorosamente rispettato. Scarna la scenografia di Ferdinand Woegerbauer, composta dai soli elementi strettamente necessari: una parete sul fondo, qualche mobilio.

Stein è un fervido sostenitore, come afferma lui stesso nell’intervista che ci concede, del “regista come realizzatore di opere altrui”, ed applica puntualmente la teoria alla pratica.
Il risultato è tanto azzardato negli intenti quanto sorprendente sulla scena. Ad aprire lo spettacolo è “L’Orso”. Un uomo rozzo e prepotente si presenta a casa di una vedova per chiedere che venga saldato il debito contratto con lui dal defunto consorte. Maddalena Crippa, avvolta nell’elegantissimo abito nero in perfetto stile fine Ottocento, è la co-protagonista del breve pezzo a tre, accanto ad Alessandro Sampaoli e a Sergio Basile nel macchiettistico ruolo del servitore.

Le risate del pubblico non tardano ad arrivare. La regia, pur nel rispetto del linguaggio e di situazioni assolutamente fuori moda rapportate al mondo (anche teatrale) odierno, riesce a garantire il funzionamento di un ingranaggio antico ma perfettamente concepito. “Chi oggi si sfiderebbe a duello?” si chiede il regista, eppure la macchina scenica si mette in moto da subito, favorita dalle tante “crisi di nervi” che serpeggiano tra i personaggi. Così la vedova “ha i nervi” perché l’uomo è troppo insistente e non le lascia vivere a dovere il lutto; l’anziano servitore è in preda ad una crisi per paura che la situazione degeneri, mentre l’orso è innervosito nel non vedere esaudito il suo riscatto.

Il sipario si chiude per riaprirsi su un contesto diverso. Pulpito e grande lavagna con scritto “Tabak” non lasciano alcun dubbio. I danni del tabacco è l’unico monologo della serata, forse il momento più intenso. Gianluigi Fogacci è abituato a lavorare con Stein da moltissimi anni, ne conosce i desideri e cerca di esaudirli tutti. “Alla fine il pubblico dovrebbe provare pietà per quest’uomo, se viene interpretato bene” dice ironicamente il regista, e l’attore non lo delude.

La lezione imposta a questo pover’uomo dalla moglie, vera tiranna della famiglia, prende vie paradossali e inaspettate. Si ride, certamente, ma non lo si vorrebbe fare. La consegna di illustrare tutti i mali che il fumo provoca alla salute viene totalmente disattesa per lasciare spazio ad un continuo e apparente divagare che, in realtà, tratteggia la silhouette di un uomo in preda a piccoli vizi e immensa solitudine.

Il terzo di questi vaudeville, “La domanda di matrimonio”, è anche il più apertamente ridanciano e rumoroso. Un giovane timoroso (Alessandro Averone) si presenta con tutte le sue paure al cospetto di un ricco signore (Sergio Basile) per chiedere la mano della figlia (Emilia Scatigno).
La gioia del padre nell’udire le intenzioni dell’uomo, non trovano altrettanta benevolenza nella figlia. Non perché la ragazza non sia interessata alla proposta, ma a causa della totale deriva tragicomica che il dialogo fra i due giovani mette in atto. A causa dell’ennesima crisi di nervi, infatti, il giovane non riesce ad esprimere esplicitamente il suo desiderio ma, al contrario, ottiene l’attivazione di uno stato rabbioso che coglie entrambi.

Eccellente l’interpretazione di tutti gli attori, che garantiscono alla serata il carburante necessario ad accendere situazioni surreali e imprevedibili.

Vi lasciamo alla nostra videointervista.

Crisi di Nervi – tre atti unici di Anton Čechov
Regia di Peter Stein
Produzione Tieffe Teatro Milano e Teatro Biondo Palermo
Regia Peter Stein
L’orso con Maddalena Crippa, Alessandro Sampaoli, Sergio Basile
I danni del tabacco con Gianluigi Fogacci
La domanda di matrimonio con Alessandro Averone, Sergio Basile, Emilia Scatigno
Assistente alla regia Carlo Bellamio
Scene Ferdinand Woegerbauer
Costumi Anna Maria Heinreich
Luci Andrea Violato

Durata: 1h 40′ min circa
Applausi del pubblico: 2′ 58”

Visto a Milano, Teatro Menotti, il 24 maggio 2024

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