Esagerate! Il monito femminista di Cinzia Spanò

Cinzia Spanò in scena (ph: Laila Pozzo)
Cinzia Spanò in scena (ph: Laila Pozzo)

La fondatrice di Amleta all’Elfo Puccini, in un monologo presentato nella rassegna “Nuove Storie. Prima le donne”, dedicata alla nuova drammaturgia femminile

È ormai un’icona del femminismo, Cinzia Spanò. Attrice, drammaturga, attivista, è portavoce dei diritti delle donne, con particolare attenzione al mondo del teatro.
Ha interpretato diversi ruoli, uno spettro di sfumature troppo ampio per essere ridotto all’aggettivo “rosa”. È stata ambigua e misteriosa in “L’amante” di Pinter, in coppia con Roberto Trifirò e la regia di Loris. Era nel guado tra etica e amore coniugale in “La moglie”, monologo dedicato a Laura Capon Fermi. È stata la terrorista Ulrike Meinhof in “Life”, con Emiliano Brioschi. E ancora, gallerista e mecenate antifascista pervasa dal demone dell’arte in “Palma Bucarelli”.
Rientra nel filone femminista il recente reading “Leggere Lolita a Teheran”, con l’accompagnamento al pianoforte di Roberta Di Mario. Ma era bastato “Tutto quello che volevo”, lavoro del 2019 in cui impersonava la giudice Paola Di Nicola alle prese con un caso di prostituzione minorile a Roma, a consacrarla nel ruolo di attivista. La definitiva consapevolezza è avvenuta nel 2020 con la fondazione di Amleta, collettivo che denuncia la “cultura dello stupro” e le architetture di potere basate su oppressione e patriarcato. Un malcostume tanto più detestabile quando contamina i luoghi della cultura e dell’inclusione, come il teatro.

“Esagerate! Più che un aggettivo un’esortazione” l’ultimo lavoro di Spanò all’Elfo Puccini, al debutto nella rassegna “Nuove storie. Prima le donne”, ribadisce con coscienza critica e assertività il ruolo del teatro nelle questioni di genere. Il documentatissimo monologo è un esempio di come si possano armonizzare informazione e ironia, lotta civile e intrattenimento. Il mestiere drammaturgico e attoriale qui è padroneggiato con estrema perizia, e svela il lato comico di Cinzia Spanò. La comicità sferzante e liberatoria diventa efficacissimo veicolo di divulgazione dei contenuti.

Niente asterischi e niente schwa: per una volta, si usa il femminile sovraesteso. È di scena la Champions League delle pari opportunità. Si scopre che – secondo i dati del World Economic Forum – l’Italia è solo 79ª in una classifica guidata dai Paesi scandinavi. Sedici le posizioni perse in un anno con Meloni presidente del Consiglio: con Giorgia siamo dietro la Georgia (76ª). Ma il Belpaese è assai dietro anche a realtà reduci da una guerra, come il Burundi o il Ruanda. Siamo alle spalle della Polonia che sta azzerando il diritto all’aborto, e degli Emirati Arabi.

Attraverso “Esagerate!”, scritto con Paola Giglio e messo in scena con l’aiuto regia di Valeria Perdonò e l’allestimento tecnico di Giuliano Almerighi, prendiamo atto che viviamo in un mondo al maschile non solo per la disparità economica e politica, ma anche per circostanze che spesso trascuriamo: i farmaci sono testati sugli uomini; sono calibrati al maschile i costosissimi manichini usati nei crash test, le scarpe antiscivolo, le temperature nei luoghi di lavoro, le caratteristiche degli strumenti musicali, i conta-calorie dei tapis roulant.
I media non aiutano. Spesso sono totalmente al maschile i talk dove si dibattono importanti questioni relative alla parità di genere e ai diritti di scelta delle donne. Senza scomodare Paola Cortellesi, Cinzia Spanò dimostra come le fiabe che guidano l’infanzia alimentano stereotipi sessisti fino ad avallare la violenza. Attenzione anche alle romantiche canzoni d’amore («prima o poi farà lo sbaglio / di fare il pazzo / venire sotto casa / tirare sassi alla finestra accesa / prendere a calci la tua porta chiusa chiusa…») che accompagnano la nostra educazione sentimentale.

“Esagerate!” è una stand up comedy sapida e combattente, che assume sardonicamente i contorni della tragedia. È un lavoro serio che ha l’accortezza di non prendersi sul serio: l’ironia è l’arma più potente contro l’arroganza del potere.
Un monologo cucito su misura, come il lungo ed elegantissimo abito fucsia creato da Adriana Morandi di Molce Atelier.
Con l’accompagnamento di illustrazioni cartoon stilizzate (Ginevra Rapisardi), qualche foto, poche scritte e rare pillole video, con musiche solenni usate in chiave parodistica, Spanò incita alla sorellanza e all’esageranza: «chi di noi non si è sentita dare dell’esagerata quando ha evidenziato una disparità o una discriminazione? Tanto vale riappropriarsi in maniera consapevole di questa parola».
È vasta la bibliografia di riferimento: da Caroline Criado Perez ad Azzurra Rinaldi; da Valeria Palumbo a Virginia Woolf. E poi Chiamamanda Ngozi Adichie, Carlotta Vagnoli, Filippo Maria Battaglia, Michela Murgia, etc etc.

Assistere a questo spettacolo che gioca sui paradossi, che denuncia con asprezza proprio quando è leggero, è un po’ come partecipare alle riunioni delle suffragette di inizio Novecento: un rito per fare breccia nelle resistenze politiche, sociali e culturali; un’occasione per contarsi, scrutarsi, trovare coraggio e nuove energie.
Le luci di sala dal palcoscenico esondano sulla platea. Chiamano a una mobilitazione generale che non può essere delegata alle sole donne: “Esagerate!” è un monito necessario anche per i maschi.

La rassegna “Nuove Storie 2024”, voluta da Francesco Frongia, inaugurata da Giada Baiamonte (“Totò e la sua radiolina”) e interamente dedicata alla drammaturgia femminile, continua fino al 7 giugno con “Mi manca Van Gogh” di Francesca Astrei. A seguire, “ApPuntiG” di Alessandra Faiella, Livia Grossi, Rita Pelusio, Francesca Sangalli, Lucia Vasini (solo il 7 giugno). Poi “Monologo della buona madre” di Lea Barletti (10/14 maggio). Chiusura con “Inégalité, Olympe e la Rivoluzione negata” di Giulia Trivero (17/21 giugno).

ESAGERATE!
Più che un aggettivo un’esortazione
di Cinzia Spanò
collaborazione alla drammaturgia Paola Giglio
con Cinzia Spanò
illustrazioni Ginevra Rapisardi
aiuto regia Valeria Perdonò
costume Adriana Morandi per Molce Atelier
allestimento tecnico Giuliano Almerighi
Effimera Produzioni

durata: 1h 30’
applausi del pubblico: 4’

Visto a Milano, Teatro Elfo Puccini, il 27 maggio 2024

0 replies on “Esagerate! Il monito femminista di Cinzia Spanò”
Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *