Il teatro per ragazzi oggi in Italia: uno studio ne esamina caratteristiche e difficoltà

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teatro_ragazziQuanto tempo dedica una compagnia alla ricerca e all’approfondimento necessari per mettere in piedi uno spettacolo per ragazzi? I destinatari vengono individuati a priori? Le compagnie si confrontano con l’esterno attraverso reti di collaborazione? E il mercato influisce sulla scelta di uno spettacolo? Non c’è bisogno di ‘nuovo’?
Sono solo alcune delle domande poste dai “due studi per una geografia sensibile”, sottotitolo alla ricerca sul teatro ragazzi oggi in Italia. Frutto di un anno di lavoro dell’Osservatorio del Teatro Ragazzi dell’Eti, lo studio indaga ed approfondisce le realtà italiane del teatro ragazzi, vagliandone la distribuzione sul territorio e paragonandola a cosa accade all’estero, ma facendo anche i conti in tasca ai Teatri Stabili di Innovazione.

Tra gli autori del percorso il drammaturgo Remo Rostagno, Lory Dall’Ombra (docente alla Paolo Grassi di Milano), Rocco Laboragine, Marino Pedroni

“Per quanto riguarda la costruzione di ogni spettacolo, la struttura prevalente prevede l’individuazione del tema, lo sviluppo drammaturgico e scenico, elaborazione del testo definitivo e prove. Lo sviluppo drammaturgico e scenico, che rappresenta la parte chiave e più determinante del processo creativo, si articola in maniera molto varia a seconda dell’Ente. Gli strumenti più utilizzati sono l’improvvisazione, a cui spesso viene attribuito il compito di “creare” il corpo dello spettacolo e la successiva selezione degli argomenti più efficaci; i laboratori, che rappresentano delle prove insieme ai bambini per vedere la riuscita di alcune idee o impostazioni dello spettacolo; l’allestimento tecnico e scenico che per alcuni Enti influenza in maniera notevole l’articolarsi dello spettacolo, in particolare per il teatro di figura e per quelle tipologie di spettacolo che prevedono l’interazione di diversi linguaggi visivi e di movimento”. […]

“Molte compagnie, le più piccole, soffrono dell’affaticamento di dover coniugare gli aspetti artistici ed organizzativi, in un particolare momento di difficoltà economica, riconosciuto dalla gran parte, indipendentemente dalla loro dimensione organizzativa
ed economica. Dover seguire gli aspetti organizzativi toglie tempo alla creazione artistica ed anche questo è vissuto come un disagio, così come ad esempio la gestione delle risorse umane. Per poter meglio dettagliare si potrebbe precisare che per molti, il senso di precarietà, economica ed organizzativa, fa sentire come forte criticità: la competitività, la concorrenza, la “vittoria del mercato sulla qualità”, il rapporto con le Istituzioni ed il mercato, in particolare il fenomeno degli scambi è vissuto come deleterio da molti. Tuttavia sorge una domanda: se tutti denigrano il fenomeno degli scambi ed in gran parte si sentono esclusi, come mai questo sistema è così predominante?”.

TESTO COMPLETO (pdf) da eolo-ragazzi.it

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