“Ho iniziato a dipingere da bambino – così Dario Fo introduce la mostra Pupazzi con rabbia e sentimento allestita fino all’11 gennaio alla Casa dei Teatri di Roma – Mia madre, che conosceva la passione che avevo per la pittura, quando non voleva che andassi in giro a far ragazzate con gli altri miei compagni che come me sentivano il “richiamo della foresta”, stendeva sul tavolo di cucina una mazzetta di fogli bianchi, rovesciava una quantità di pastelli, matite colorate e, invitandomi all’orgia, esclamava: “Vai bel testón, spantégami una frappàta di belle figure!”. E io, via che mi buttavo a spantegàre colori sul foglio bianco, a rincorrere con giravolte di righe, immagini che montavano una dietro l’altra come le avessi stampate nella memoria. Man mano che entravo nel gioco degli incastri e stendevo spazi, piani di colori, mi prendeva uno sballo d’incanto”.
L’esposizione, a cura di Marina De Juli, Dominique Gobbo e Eliel Ferreira, è già stata presentata in molte città d’Italia e all’estero. “Tutto comincia da dove si nasce, afferma Fo in un suo dattiloscritto, così la nostra mostra sarà un viaggio a ritroso nel tempo” spiega la curatrice Marina De Juli. Un percorso di vita tra l’arte e il teatro di Dario Fo e Franca Rame, un viaggio a ritroso nel tempo attraverso più di 100 quadri per conoscere il Fo dei giorni nostri: pittore, scenografo, costumista, attore, regista, scrittore, premio Nobel per la letteratura 1997, ma anche il Fo giovane pittore degli anni ’30-’40, allievo dell’Accademia di Brera, ambiente che gli consente di conoscere artisti e intellettuali decisivi per le sue scelte future.
Decisivo l’incontro, nel 1951, con Franca Rame, compagna di vita e di lavoro alla quale è dedicata un’intera sezione del percorso.
“I dipinti sono circondati da fondali di scena, arazzi, da oltre 40 pupazzi in disequilibrio che paiono recitare indossando abiti di scena originali della sartoria Pia Rame, e da teatri per burattini e per le storiche marionette della famiglia Rame – prosegue De Juli – L’incontro delle due famiglie, Fo-Rame, si svilupperà nelle sale superiori tra fotografie di scena, manifesti e locandine, disegnati dallo stesso Fo, fino ad arrivare alla sala video dove il pubblico potrà godere della visione di spettacoli”.
“Nella mia vita – conclude Fo – ho disegnato e dipinto in tutte le forme e con tutti i mezzi: fondali di undici metri per otto d’altezza con figure, visioni di città, donne del Rinascimento che danzano dentro una struttura architettonica di colonne e archi…
M’è capitato di dipingere anche ritratti, riproducendo compagni di gioco, personaggi diventati più tardi illustri e anche di qualcuno scopertosi di pessima reputazione.
Franca, che si cura dei miei lavori, ha raccolto in centinaia di contenitori appositi alcune migliaia di acquerelli, tempere, incisioni e tele ad olio, tanto che potrei allestire anche quattro mostre contemporaneamente dove presentare centinaia di dipinti. Molte sono le esposizioni che mi è capitato di realizzare in tutto il mondo e sempre mi chiedono: “Ma dove trovi il tempo e la voglia di dipingere e disegnare di continuo?”. E immancabilmente io rispondo: in ogni momento! Soprattutto quando mi trovo in grande allegria, ma anche quando vado in crisi perché non riesco a rendere chiaro un progetto, oppure mentre scrivo un testo e le soluzioni che mi vengono in mente non mi soddisfano. Afferrare una tela o un cartone e cominciare a disegnare, buttar colori e graffiare una tavola appena dipinta è l’unico incentivo infallibile per riuscire a risolvere una situazione scenica complessa o astrusa”.
Dove: Casa dei Teatri Villino Corsini-Villa Pamphilj, largo 3 giugno 1849 Roma, angolo via San Pancrazio (ingresso Arco dei Quattro Venti)
Orario apertura: da martedì a domenica 10-17
Prezzo: ingresso libero
Info: 06/45460693 – 060608