I “Sentieri” di Serena Gatti: nuovi sguardi dell’arte sul paesaggio

Ph: Claudio Luchetti
Ph: Claudio Luchetti

In un libro, lo sguardo performativo di Azul Teatro sui luoghi abbandonati

La capacità di ridare linfa a luoghi abbandonati (e dimenticati) attraverso il teatro itinerante; con azioni sceniche, installazioni e performance nel paesaggio: tutto questo è “Sentieri”, pratica artistica che caratterizza la compagnia pisana Azul Teatro.

Serena Gatti la racconta nei dettagli in un libro di piacevole e interessante lettura. Che si intitola proprio “Sentieri. Teatro in cammino verso luoghi da riscoprire” (Rogas Edizioni, Roma 2021, pp. 240, euro 15,70).

Regista, attrice e autrice, direttrice artistica di Azul, Serena Gatti è un’artista performativa. Poetessa viaggiatrice, ricercatrice in Studi Teatrali, cultrice della materia in Teorie del Teatro all’Università di Pisa, l’autrice descrive nei dettagli il suo metodo di lavoro tra spazi aperti e chiusi, dentro ambienti scrutati nella loro anima, genesi, storia e identità, per farli entrare in dialogo con gli artisti che ne raccolgono e restituiscono il riverbero.
Come da un residuo organico, Gatti ricostruisce il DNA di giardini incolti, restituisce vita a palazzi sepolti, identità a case diroccate.

L’introduzione al volume, che è anche una sorta di manuale di fotografia per le sue immagini artistiche ed è denso di riflessioni filosofiche e poetiche, è curata da Franco Arminio, il poeta paesologo direttore artistico del festival lucano “La luna e i calanchi”, di cui Azul e Serena Gatti sono ospiti storici.

Sguinzagliata sulle orme del passato, l’autrice è archeologa e antropologa, paleontologa e odontologa. I suoi spettacoli sono stampo impressionistico, azione poetica itinerante, esperienza immersiva tesa a captare i fremiti della natura, ogni segnale che possa arrivare da un muro cadente o da una finestra con i vetri rotti.

Il risultato è un’arte in armonia con il paesaggio, simbiosi tra visioni e oblii, sinestesia di poesia, musica, danza, spazio, luci, performance, costumi e maschere.
Ogni luogo ha la sua voce. Azul la raccoglie per liberarne la forza poietica dentro un’energia che si riversa sugli spettatori.
Come definire questi lavori? Sembrerebbero riduttivi sia il concetto di land art, sia quello di opere site-specific. Intanto la performance avviene in luoghi sempre diversi. Gatti prefigura una permeabilità tra corpo, gesto e materia pulsante. Non modifica il paesaggio, che è valore da preservare. Piuttosto, modifica il proprio sguardo, e crea le premesse perché anche lo spettatore possa stabilire un approccio nuovo, inconsueto, con luoghi che appartengono alla sua storia, eppure sono relegati in un anfratto della sua coscienza.

L’autrice descrive minuziosamente la scelta dei luoghi, l’azione che costruisce anzitutto con il compagno d’avventura, il musicista Raffaele Natale, e poi con i performer, per afferrare i misteri della natura e del tempo.
Gatti non si ferma al livello artistico. “Sentieri” narra anche il faticoso iter burocratico che prelude alla performance, dalla ricerca degli spazi ai permessi da richiedere agli amministratori e ai funzionari comunali, agli interventi da operare, alla relazione con il pubblico, che va messo in condizione di partecipare ai percorsi in sicurezza, indipendentemente da età e condizionamenti fisici di qualunque tipo. «L’arte deve stimolare, non affaticare».

E poi c’è l’imprevedibilità della natura stessa. La pioggia o il vento, o un effluvio improvviso di petali o foglie secche da un albero, o ancora la presenza imprevista di persone, possono condizionare gli eventi, fino a trasformare l’immagine del luogo che l’artista aveva in mente.
La bellezza sta negli occhi di chi guarda. I molteplici percorsi intimi di “Sentieri” (prevedono massimo 40 spettatori) sanno conferire un respiro nuovo ai luoghi, ricomponendo ciò che il tempo ha spezzato, restituendo luce ai recessi più bui.
Il risultato è una nuova attenzione e cura per i luoghi, e in questo senso l’arte diventa pharmakos, e si tinge di connotazioni civili ed etiche.

Sentieri. Teatro in cammino verso luoghi da riscoprire
di Serena Gatti
Rogas
2021
Pagine: 233 p., brossura
EAN: 9788899700591
Acquistalo scontato su IBS

Tags from the story
,
0 replies on “I “Sentieri” di Serena Gatti: nuovi sguardi dell’arte sul paesaggio”
Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *