Scambiata per un maschio in un bagno riservato alle donne. Ed è (quasi) rissa. E’ successo a Roma (non in uno sperduto paesino di provincia) a Silvia Calderoni, performer-icona dei Motus, che quel suo corpo ha spesso messo in mostra in tanti spettacoli quasi come un emblema (ma anche protagonista di numerose serate dj-set oltre che, negli ultimi anni, di esperienze cinematografiche). Una situazione che stava degenerando prima che Silvia riuscisse a spiegare qual è il suo sesso biologico.
Impossibile allora non ricordare le polemiche sorte in occasione dell’ultimo Festival di Santarcangelo.
Viene da chiedersi, in un momento di esterofilia magari ingiustificato (magari), se mai in altre capitali europee tutto ciò sarebbe accaduto… Mentre necessaria si evidenzia, in ognuno, una riflessione sulla naturale propensione del prossimo (dove il prossimo non sta tanto in là, ma è qui vicino a me, anzi… forse sono io) all’immediata aggressività – a priori – verso altri esseri umani.
Dopo l’accaduto è poi arrivato lo sfogo della Calderoni su Facebook, in cerca di un sostegno virale.
“Sabato pomeriggio, in un bar in centro a Roma, sono stata aggredita pochi minuti dopo che ero uscita dal bagno. Strattonata e soprattutto minacciata d’essere picchiata o meglio, picchiato. Ed eccoci arrivati alla natura del problema (non potevo usare parola migliore!): scambiata per bio-maschio o forse per bio-maschio gay ho pisciato nel bagno delle donne e una ragazza che mi ha vista è uscita indignata ed è andata ad informare il compagno. In pochi minuti il bar si è trasformato in un saloon, tra urla spintoni e grandi incomprensioni fino a che (nella paralisi generale degli altri clienti) non sono riuscita a spiegare (a malincuore) che ero una ragazza.
Scrivo questo per ogni corpo che esce dalla norma e che continuamente viene osservato, giudicato e anche aggredito.
Scrivo questo perché dovermi giustificare dicendo “sono una donna” per evitare un pugno in faccia mi ha fatto male e mi ha fatto piangere.
Scrivo ed invito tutt* a ragionare su questo e a prendere posizione. Almeno nella propria testa.
Chiedo a tutt* di iniziare ad uscire di casa con un pennarello indelebile nella borsa o nella tasca delle giacca. Credo che sia tempo di castomizzare, modificare, trasformare ogni cartello che incontriamo nei bagni. Sono gradite sirene e unicorni, fumetti e didascalie”.
Ed è così che Silvia, sempre attraverso il proprio profilo Facebook, ha lanciato un appello ai gestori dei locali:
“Invito ogni amic* che gestisce o lavora in un locale pubblico o in qualsiasi posto di aggregazione a cambiare i cartelli classici nei bagni m/f se già non l’avete fatto.
Perché di serate ed aperitivi, incontri e dj set ne ho fatti tanti, in tante città, in tanti club. Iniziate voi, che tanto vi siete divertit* e avete spillato birre durante le mie serate. Io non sono una serata e piscio a tutte le ore”.