La stagione teatrale 2011/12 di Napoli: dal Teatro Stabile di Napoli a Nuovo Teatro Nuovo, Teatro San Carlo e Bellini, vince la tradizione
Se c’è qualcosa per cui Napoli ancora vive, è il teatro.
Anzi, a dire il vero, sembra quasi che questa città sia essa stessa un teatro.
Fuori (ma spesso anche dentro) dalle mura di casa ci si immerge quotidianamente in scene e scenette popolari, dove dalle strade affollate alle più asettiche sale d’attesa si ha l’impressione di far parte o di assistere a qualche spettacolo di Totò o De Filippo, oppure, volendo rapportarci al contemporaneo, a “performance con coinvolgimento attivo del pubblico”.
Spesso tra i presenti manca però il regista, o meglio, forse si nasconde… per evitare eventuali critiche.
Come una sorta di metafora pirandelliana, questa città-teatro pullula a sua volta di teatri veri e propri, che a breve inaugureranno la stagione 2011/12, ciascuno col proprio cartellone e il proprio fedele pubblico.
Iniziamo la nostra carrellata dal Teatro Stabile di Napoli che raggruppa sotto questo nome tre diverse strutture: Teatro Mercadante, Teatro San Ferdinando e Ridotto.
Non pochi i manifesti sparsi in città titolati “Cambio di stagione”, dovuti appunto al cambio-direzione: da Andrea De Rosa a Luca De Fusco, dimissionato dopo dieci anni dallo Stabile del Veneto.
La nuova stagione sarà – a detta di De Fusco – “un punto di svolta nella programmazione dello Stabile di questi anni, molto più attenta alla scena napoletana e ai suoi protagonisti, con alcune voci di più giovane generazione, insieme a tanti volti e nomi eccellenti del panorama teatrale nazionale e internazionale”.
E infatti lo slogan del “cambio stagione” parla chiaro: “grandi nomi, grande tradizione, grande pubblico”.
Come già discusso in una riflessione recente su queste pagine, le scelte del neo-direttore sono opinabili. Certo si parla di uno Stabile, e ‘stabili’ sono i nomi scelti, stabili da decenni. In apertura di cartellone “La casa di Bernarda Alba” – appena debuttato al Napoli Teatro Festival Italia – diretto da Lluís Pasqual e interpretato da Lina Sastri, presente anche in altri due spettacoli in cartellone: “L’Opera da tre soldi” al fianco di Massimo Ranieri su regia di De Fusco e “La casa di Ninetta”, scritto dalla stessa Sastri in omaggio a sua madre.
Ancora nomi della ‘tradizione’ con Geppy Gleijeses in “L’affarista (Mercadet l’affarista)” testo di Honoré de Balzac, Luigi De Filippo in “A che servono questi quattrini?”, commedia del 1940 che rivendica una certa attualità, Isa Danieli in “L’Abissina. Paesaggio con figure”, spaccato di vita contadina sospeso tra cupezza e comicità, Mariangela Melato in “Nora alla prova da Casa di bambola” su testo di Henrik Ibsen e regia firmata da Luca Ronconi, Gaia Aprea in “Giovanna d’Arco”, Anna Maria Guarnieri su regia di Maurizio Scaparro in “Eleonora. Ultima notte a Pittsburgh”, un omaggio a Eleonora Duse, Laura Forti in “Tale madre, tale figlia” che affronta il rapporto madre-figlia, e poi Francesco Paolantoni, Annibale Ruccello, Enzo Moscato ed altri.
Reduce di cambiamenti interni anche il Nuovo Teatro Nuovo, che ha visto l’interruzione del progetto di rinnovamento e svecchiamento iniziato da Antonio Latella “a causa della situazione complessiva e delle congiunture, sommate alle difficoltà che solitamente accompagnano il nostro lavoro” spiega Igina di Napoli, direttrice artistica del teatro.
Come per lo Stabile, spiccano anche qui grandi nomi in un cartellone che si è inaugurato proprio ieri sera con “Compleanno” di Enzo Moscato, dedicato alla memoria del drammaturgo Annibale Ruccello, e di cui vi daremo conto nei prossimi giorni.
Seguiranno Stefano Accorsi diretto da Marco Baliani in “Orlando Furioso”, una “ballata in ariostesche rime per un cavalier narrante”, Claudio Santamaria e Filippo Nigro in “Occidente Solitario”, commedia nera sul tema dell’assurdo, Sandro Lombardi ne “La morsa”, epilogo in un atto di Luigi Pirandello diretto da Arturo Cirillo, un nuovo adattamento per “Gomorra” firmato da Roberto Saviano e Mario Gelardi, spettacolo fortemente voluto da Alfredo Balsamo, organizzatore del Teatro Pubblico Campano che quest’anno fa da spalla al Nuovo.
Tra le produzioni più incisive la presenza di Teatri Uniti con “L’ideale greco del bello”, “Delirio Amoroso”, “Chiòve”, Teatro Elicantropo con “Il Presidente”, Punta Corsara con “Il Signor di Pourceaugnac” e “Il Convegno”.
Da menzionare infine il progetto “EraEva” ciclo di eventi dedicato alle donne che vedrà tra le protagoniste Maria Paiato, Anna Bonaiuto, Gea Martire, Iaia Forte, Cristina Donadio, Imma Villa.
Interessante l’iniziativa “Ottobre Danza” al Teatro di San Carlo che propone questo mese alcuni appuntamenti di danza internazionale: “Prince Hodong” interpretato dalla Compagnia del Balletto di Corea ospite la prima volta a Napoli proponendo stile classico misto a cultura orientale, “Serata Forsythe.Trittico” del Balletto di Lione, una delle più prestigiose compagnie di riferimento per la danza moderna e contemporanea, “Immersion”, “Wind Woman” e “Mandala”, tre nuovi assoli di Carolyn Carlson.
Da segnalare alcuni spettacoli in cartellone al Teatro Bellini, tra cui: “Dignità autonome di prostituzione”, spettacolo di Luciano Melchionna incentrato sul voler ridare dignità al lavoro dell’attore e al contempo riavvicinare il pubblico al teatro; “Pro Patria” di e con Ascanio Celestini nei panni di un detenuto che cerca di rimettere insieme i pezzi della propria vita; “La resistibile ascesa di Arturo UI” , allegoria della presa di potere di Adolf Hitler rivisitata dal giovane drammaturgo Luca Micheletti su regia di Claudio Longhi.
Si discosta dall’impronta tradizionalista e conservatrice la Galleria Toledo, al momento unica realtà teatrale napoletana che dà spazio a quel circuito di teatro contemporaneo quasi temuto dalla maggior parte dei teatri partenopei. Interessante la rassegna “Stazioni di emergenza” che si svolge durante il mese di ottobre e presenta molti spettacoli nuovi e giovani che val la pena di approfondire.
Interessanti anche altri appuntamenti, tra cui “L’Ingegner Gadda va alla guerra” (Fabrizio Gifuni), “La città perfetta” (I Teatrini e Nestt) liberamente tratto dall’omonimo testo di Angelo Petrella, “Unghie” (Mixò | Garofano verde), che affronta la difficile condizione dell’essere transessuali, “Italianesi” (Scena Verticale) tragedia degli italiani internati nei campi di prigionia della “Siberia” albanese, “Frateme” (Interno5|Ludwig) ambientato nella Napoli di oggi, e ancora Babilonia Teatri, Ricci/Forte ed altri.
A parte quest’ultima eccezione, la nuova stagione dei teatri napoletani è quindi all’insegna di una tradizione fatta di nomi e titoli noti, chiaro sintomo di una città che vede continuamente spazzati via i concetti d’innovazione e rinnovamento, e in cui ogni giorno affievolisce la speranza di rinascita e aumenta il bisogno di proteggere ciò che, già ben conosciuto e saldo, si ha da tempo.
Ma certo essere in un periodo di crisi non deve giustificare le scelte più comode. Proporre un cartellone ricco di nomi che attirano il ‘grande’ pubblico non può giustificare un elenco di soli volti noti, tra l’altro spesso conosciuti dal pubblico perché visibili sul piccolo schermo.
Escludendo la Galleria Toledo, su ben undici teatri attivi in città nemmeno uno ha provato ad inserire, tra una Michelle Hunziker e un Massimo Ranieri, anche una dose di coraggio promuovendo una compagnia giovane, sconosciuta o emergente, ma magari non per questo meno valida.
Ok, non dubitavo. Buon lavoro, Dt
Sì, lo so che l’anno scorso al San Carluccio ci sono state compagnie non-tradizionali. Ma, avendo passato in rassegna la programmazione teatrale della nuova stagione, del San Carluccio non ho potuto farlo perchè ancora non è nota. A parte nominare Macelleria Ettore tra le anticipazioni 2011-12, non ha approfondito ancora la programmazione completa, nè fatto cenno agli spettacoli che andranno in scena quest’anno. Per ora è concentrato sul festeggiamento dei suoi 40 anni di teatro.
Saluti
Non lo dico perché ci ho fatto una fugace comparsa lo scorso anno… ma perché ci son passate anche compagnie come Fibre Parallele, Kataklisma, Teatro-Forsennato, Andrea Cosentino, Rosario Mastrota, e perché qualcuna di queste ci passerà anche quest’anno: oltre che a Galleria Toledo anche nello spazio del San Carluccio l’impronta, tutto sommato, non è così tradizionalista!