Padri, figli e le memorie generazionali di Davide Iodice

Un giorno tutto questo sarà tuo
Un giorno tutto questo sarà tuo
Un giorno tutto questo sarà tuo (photo: Francesco Squeglia)
Luce soffusa, ombre; un uomo entra e ci introduce in una storia. In mano un fiore rosso si staglia sul buio; corpi immobili, vite.
L’atmosfera, sospesa e rarefatta, induce lo spettatore al rilassamento preparandolo a ricevere immagini e sensazioni.

Un bell’inizio per “Un giorno tutto questo sarà tuo” che il regista napoletano Davide Iodice ha presentato nei giorni scorsi alla quinta edizione del Napoli Teatro Festival Italia come frutto del laboratorio “Figli”, tenutosi da ottobre 2011 a marzo 2012 e concluso con una residenza presso La Corte Ospitale di Rubiera con alcuni attori e i loro genitori, tutti in scena per questo confronto generazionale.

La prima parte dello spettacolo presenta subito questa relazione tra genitori e figli, tema su cui è incentrata la drammaturgia di Iodice. Ma, se in un primo momento risaltano elementi appartenenti al mondo simbolico e all’immaginario dell’autore, all’improvviso ci ritroviamo catapultati in un mondo reale e molto vicino. Efficace l’ambientazione, che riproduce l’interno di una casa e sembra ricondurci nel nostro ambiente familiare, permettendo all’autore di creare un’empatia col pubblico.

Storie semplicemente dette, senza pretesa, vicende che a raccontarle potrebbero essere di qualunque genitore, di qualunque nonno, storie reali di chi ha vissuto il passaggio dagli anni ’40 ai ’70 in Italia, storie che tutti conosciamo, che appartengono alla nostra memoria.

Un velo di tristezza, un che di nostalgico affiora dal quel parlare spontaneo eppure abilmente costruito ed integrato con un immaginario di visioni di corpi che sembrano essere messi in secondo piano ma tuttavia ben presenti all’occhio dello spettatore. Figure con specifiche identità, uomini-animali, persone, volti senza identità sono testimoni della storia, sono occhi inquietanti che in alcun modo possono influenzare il vissuto caldo, viscerale, sofferto delle persone che raccontano, eppure ne determinano i movimenti.

Iodice non teme i silenzi lunghi, i testi vengono detti solo se necessari: ciò che importa è calare lo spettatore in una situazione, in un tempo antico che torna attuale attraverso la veridicità dei gesti degli attori, attraverso il racconto delle loro esperienze, lasciando spazio ad una riflessione sul senso precario di ogni epoca e sul modo, ogni volta nuovo, di vivere la propria generazione.

I quadri sono talvolta sospesi, altri irrequieti, altre volte sorprendentemente catastrofici.
Il tutto è sapientemente orchestrato dal regista, che attraverso un albero che cresce al centro della scena, ci lascia intravedere la speranza di ricostruire una civiltà interrotta, con il ritorno alla natura e al rispetto dei valori umani.

UN GIORNO TUTTO QUESTO SARA’ TUO
drammaturgia e regia: Davide Iodice
con: Ilenya Caleo e suo padre Paolo, Davide Compagnone e sua madre Anna, Alessandra Fabbri e suo padre Alessandro, Tania Garribba e sua madre Luisa, Stefano Miglio e suo padre Giuseppe e con Mattia Castelli
scene e maschere: Tiziano Fario
costumi: Enzo Pirozzi
luci: Angelo Grieco
suono: Diego Iacuz
direttore di scena: Marcello Iale
macchinista: Luigi Sabatino
attrezzista: Gennaro Staiano
sarta: Roberta Mattera
produzione Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia, Teatro Stabile di Napoli
residenza creativa presso La Corte Ospitale di Rubiera
durata: 1h 30’
applausi del pubblico: 4’

Visto a Napoli, Teatro San Ferdinando, il 9 giugno 2012


 

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