Fino al 18 settembre la scena teatrale ginevrina è travolta, come ogni anno, dalle energie del festival La Bâtie. Tanti gli spettacoli in programma, diversi gli spazi teatrali coinvolti a Ginevra e dintorni, tutti in sinergia per accogliere un pubblico vasto e differente per gusti ed età.
L’offerta è varia e multidisciplinare e spesso la fusione tra danza, teatro e arte creativa è totale. In questa edizione 2010 sono da segnalare le presenze di Alain Platel, invitato speciale che presenterà la prossima settimana due nuove creazioni, una delle quali omaggio a Pina Bausch, “Out of Context – for Pina”. E, ancora, Benoît Lacambre, Stefan Kaegi, solo per fare qualche nome; inoltre una “finestra sull’Africa” che ospita diversi spettacoli dedicati al continente nero, tra i quali è andato in scena, nei primi giorni, il Woyzeck di William Kentridge con la Handspring Puppet Company.
Diversi i paesi presenti al festival, dall’America del nord ad Haïti e alla Cina, oltre alle presenze europee: Finlandia, Danimarca, Gran Bretagna, Francia, Svizzera e Italia, rappresentata dal Teatro delle Briciole con la pièce “Il grande dittatore”. Una quarantina gli spettacoli previsti, con proposte anche per il pubblico dei piccoli.
In questa atmosfera internazionale, dove più voci espressive e culturali si incontrano, trova spazio anche la performance dell’atteso regista e videasta cinese Wang Jianwei, da anni assiduo frequentatore dei palcoscenici occidentali.
“Welcome you to the True Desert” è uno spettacolo tanto equilibrato quanto angosciante, alla ricerca della verità quanto della realtà, come spiega lo stesso Wang Jianwei alla fine dello spettacolo nella sala del Théâtre du Grütli di Ginevra. L’obiettivo dell’artista cinese è di presentare al pubblico il “suo” mondo moderno, che non è “solo” il mondo moderno di una Cina in fase di grandi cambiamenti ma è, in assoluto, il mondo moderno globalizzato che esprime la sua quotidianità allo stesso modo: con gli spazi urbani trasformati in luoghi pericolosi e gli esseri umani, tutti raffigurati allo stesso livello, che si aggirano alienati e stravolti tra la folla indifferente, nella solitudine che è angoscia ed incomunicabilità.
Lo spettacolo, che ha debuttato a Pechino il 15 agosto, è ispirato a una storia vera, e racconta di un giovane cinese che, migrato dalla campagna alla città con la sua famiglia, diventa folle. Incapace di trovare proprio quel “suo” spazio nella vita urbana, si rifugia nel mondo virtuale dei videogiochi, fino a trasformarsi in un omicida. Nella performance, che è una fusione di video, immagini, teatro e danza, realtà e finzione si mescolano e mostrano come spesso i sogni più cari di ciascuno possano diventare i nemici più crudeli.
In scena colpisce la vitrea espressione degli artisti, il loro movimento da automi, a tratti insopportabilmente indifferenti, a tratti dolorosamente sofferenti. Incuriosisce l’accostamento che ha immaginato Wang Jianwei tra video e performance. Le immagini mostrano, meglio del palcoscenico, la poetica dell’artista, intrisa moltissimo di cultura occidentale (o forse, a questo punto, globale?): la carnalità del quotidiano e la mostruosità dei corpi e delle espressioni, nell’indifferenza di spazi ed esseri umani. Il soffio poetico dell’artista, che tanto ricorda certe immagini felliniane, qui è assolutamente privo di speranza.
Fiumi di parole e immagini nell’arte hanno raccontato un mondo moderno asettico e crudele. Incuriosisce che lo abbia fatto, oggi, un artista cinese da anni lontano dal suo paese perché, come afferma lui stesso, i cinesi non capivano il suo linguaggio. Un abbandono che è stato anche sfida per l’artista, che porta in scena – a tratti in modo originale – un tema sempre interessante.
Welcome you to the True Desert (Welcome to the Desert of the Real)
regia, scenografie e creazione video: Wang Jianwei
con: Liu Bin, He Fan, Shen Jun, Jiang Jun, Zang Cunliang
musiche: Chen Dili
tecnico: Xu Boxin
luci: Wang Qi
immagini digitali: Xi Xiaojin
prodotto da W.J.W Art Studio
coprodotto da Theater Spektakel Zürich, Culturescapes China
in collaborazione con Zürcher Theater Spektakel, la Kaseme – Basel e Théâtre du Grütli
durata: 50’
applausi del pubblico: 1’ 16’’
Visto a Ginevra, Théâtre du Grütli, il 7 settembre 2010