Gianfranco Berardi: io provo a volare!

Gianfranco Berardi
Gianfranco Berardi
Gianfranco Berardi in ‘Io provo a volare!’ (photo: berardicasolari.it)

Entra in scena senza frack, Gianfranco Berardi, ma nel suo passo c’è tutta l’atmosfera del grande successo di Domenico Modugno: sembra davvero “giunta mezzanotte” e che “si spengono i rumori” al comando dell’attore, che brandisce una scopa in una mano e sorregge un cappello nell’altra. Entrata trionfale e metafisica che introduce alla perfezione lo spettacolo.

Prima che si spengano i rumori (e anche dopo), all’accompagnamento musicale ci pensano la voce e la chitarra di Davide Berardi e la fisarmonica di Davide Pagliara. Al teatro, invece, ci pensa lui: il pugliese Gianfranco Berardi, che ha costruito questo spettacolo di teatro e musica ispirandosi alla vita e alle opere di Domenico Modugno, pugliese pure lui ma nato cinquant’anni prima. La regia è condivisa con Gabriella Casolari, che da qualche anno ha intrapreso con Berardi un percorso artistico comune.
Ero rimasto al Berardi di qualche anno fa, quando faceva coppia con Gaetano Colella. Avevo visto il sorprendente spettacolo “Il deficiente”, che gli valse il Premio Scenario 2005, e il meno riuscito “Popeye srl”. Come altri del nostro teatro, Berardi ha sempre integrato la scrittura con l’interpretazione.

Lo spettacolo in scena a Roma nelle scorse settimane conferma questo approccio; ciò che cambia è la scelta di recitare da solo. La scrittura originale racconta la storia di un ragazzo del Meridione con il sogno di diventare attore, costretto come custode del cinema nel paesino dove è nato prima, e catapultato nella realtà della metropoli dopo, tra gli studi all’Accademia e le difficoltà di emergere, tra la grinta e la rassegnazione.

Una scrittura che avvolge, riuscendo a scaldare il pubblico della grande e fredda sala del Teatro Ambra alla Garbatella perché è vicina a noi.
Lo spettacolo ci coccola naturalmente anche con la musica di Modugno, nella malinconia di “Vecchio Frack”, nella rabbia di “Malarazza” e non solo.
Ma soprattutto, questo uomo alto, snello e elegante, che si muove con grazia come un Jack Skeleten del Sud (il protagonista di “Nightmare Before Christmas” di Tim Burton), racconta una triste storia di teatro (il finale sarà malinconico e disperato) con la gioia di chi fa teatro, di chi resiste orgoglioso sulla scena anche se ci sono trenta spettatori e fa un freddo cane. Di chi, nonostante tutto, non ha ancora rinunciato a volare. Cappotto nero e cerone, luci a tratti soffuse a tratti sparate in faccia (nel disegno della stessa Casolari), Berardi è un meraviglioso fantasma e il suo teatro semplice. E mai banale.

IO PROVO A VOLARE! (a Domenico Modugno)
di e con: Gianfranco Berardi
e con: Davide Berardi (voce solista e chitarra)
fisarmonica: Giancarlo Pagliara 
percussioni: Vincenzo Pede
contrabasso: Francesco Salonna
regia: Gianfranco Berardi, Gabriella Casolari
luci: Gabriella Casolari
costumi: Pasqualina Ignomeriello

Visto a Roma, Teatro Ambra alla Garbatella, il 17 gennaio 2012

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