Un podcast su Spotify e su tutte le altre piattaforme per otto episodi teatrali
“Ormai se non hai un podcast non sei nessuno”: ci si scherza anche un po’, nel mondo della comunicazione e dell’editoria, sul fenomeno degli ultimi anni, anche se, ricordiamo, il podcast quest’anno ha compiuto già vent’anni.
Nell’ambiente del teatro però ancora questo non succede: si fa fatica a capire bene cosa sia un podcast e quali siano le sue caratteristiche. Ad esempio, cercando in rete si trovano trasmissioni radiofoniche, lezioni universitarie o podcast legati ad argomenti molto specifici, come ad esempio i temi di uno spettacolo o i protagonisti di un festival. Oppure contenuti che inspiegabilmente non vengono condivisi su Spotify, la piattaforma di gran lunga più utilizzata tra gli ascoltatori di podcast.
Con tutte queste riflessioni nella testa, ad aprile, durante la Settimana del Podcast organizzata al polo digitale Technotown di Roma da Assipod, ho incontrato Daniela Zeziola di Clacson Media, una agenzia che si occupa, tra le altre cose, anche di produzione di podcast.
“Facciamo un podcast sul teatro, che racconti alcuni fatti storici con un approccio innovativo, divertente, emozionante” ci siamo detti. Detto, fatto.
Sabato 14 ottobre è uscito su Spotify e su tutte le piattaforme la prima puntata di “Fatti di teatro – la storia del teatro come non te l’ha mai raccontata nessuno”. Saranno in tutto otto episodi attorno ad alcuni fatti della storia del teatro italiano, dalla Commedia dell’Arte al Novecento.
Dopo la prima puntata, che parte dai fischi durante la prima rappresentazione assoluta dei “Sei personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello, oggi, sabato 21 ottobre, la seconda puntata sarà dedicata all’incontro che ha fatto nascere il teatro pubblico in Italia: quello tra Paolo Grassi e Giorgio Strehler, che porterà al Piccolo Teatro di Milano.
In questa prima serie del pocast ho scelto di concentrarmi sulla scrittura e di lavorare sulla mia voce, cercando uno stile narrativo originale. Ho volutamente deciso di non intervistare alcun esperto: la mia idea è provare a raccontare questi fatti di teatro come fossero episodi di true crime, di gran lunga il genere più apprezzato tra chi scrive podcast.
Ma perché proprio un podcast? Perché mi piace il formato e mi incuriosisce lavorare con la voce. Ma soprattutto perché non bisogna perdere la qualità del tempo dell’ascolto.
