Dal 23 giugno al 3 luglio la XVIII edizione del festival diretto da Michele Losi in Brianza. Oltre venti eventi fra danza, teatro, musica e poesia per celebrare l’estate nella natura
Un pieno di carburante. Senza patire i rincari, e senza danni all’ambiente. Inalando non l’odore pungente del benzene, ma il profumo gradevole dei boschi, l’effluvio del lago, l’aria tersa che arriva delle vicine montagne. Una miscela fatta di teatro, natura incontaminata, paesaggi antropizzati nel segno dell’armonia. Il distributore è Il Giardino delle Esperidi, festa d’inizio estate che anima undici giornate sul monte di Brianza attorno a Campsirago, villaggio a vocazione artistica diretto da Michele Losi.
Esami di maturità anche per le Esperidi. Quella che va da domani, 23 giugno, fino al 3 luglio è infatti la XVIII edizione del festival. «Diciott’anni sono pochi per promettersi il futuro», cantava Antonello Venditti. Campsirago è connessa a una natura tanto vitale quanto fragile, minacciata dalla guerra e da politiche economiche scellerate che barattano la salute del pianeta con logiche di profitto.
Il Giardino delle Esperidi invita a uno sguardo alto. Se il dito indicava la luna nell’estate 2020, reduci da una pandemia che aveva causato danni e dolori soprattutto in questo territorio, stavolta lo sguardo va al cammino del sole. “Following the Sun” è infatti il titolo dell’edizione 2022, che suggerisce la traiettoria del carro dorato guidato dal dio Hêlios per disperdere gli algori dalla guerra e affrontare il futuro con fiducia.
Il bagaglio contiene le molteplici sfaccettature della performing art nel paesaggio, un festival diffuso che propone spettacoli itineranti, performance site-specific tra boschi, cascine e giardini di ville storiche. I luoghi del festival sono i borghi ridenti di Colle Brianza, Ello, Olgiate Molgora, Valgreghentino, Olginate, Sirtori e Galbiate.
Un cartellone di ventitré titoli. Linguaggi del contemporaneo che rimandano a un’arte totale, esplorando una gamma che dalla prosa arriva alla danza attraverso la musica. Strizzando l’occhio all’Estremo Oriente. Saranno infatti ospiti del festival quattro artisti di Ukiha con la pratica giapponese di reciprocità e armonia con la natura: nella performance “Creation in Sync with Nature” l’artista del bambù Hiroyuki Shinohara dialogherà nel paesaggio con il batterista Noritaka Tanaka. Attesissime anche le cerimonie del tè all’aperto, con Ryoko Baba e Mamiko Ishii.
A inaugurare il tutto, domani, l’anteprima nazionale di “Trucioli”. Gli Omini impastano storie raccolte a spasso per l’Italia, biascicando incontri surreali in lingue inconsuete. Prima, però, talk sull’importanza dei festival culturali per i territori, in occasione della pubblicazione della guida “In giro per Festival” di Giulia Alonzo e Oliviero Ponte di Pino edita da Altraeconomia. Tra gli interlocutori, con Marco Passoni e Roberta Valsecchi (sindaco e assessora alla cultura di Olginate), Tiziana Galbusera ed Ettore Anghileri (sindaca e vicesindaco di Colle Brianza), anche Michele Losi, direttore artistico delle Esperidi.
È lui a illustrarci le peculiarità di quest’edizione: «Sono voluto tornare alle origini creando vie di connessione tra i luoghi caratteristici del festival, che saranno percorse a piedi dal pubblico accompagnato da me e dal regista olandese Sjoerd Wagenaar. A ribadire l’importanza delle residenze artistiche e delle origini, sono ripartito da “Le mura” di Arearea, compagnia di sei danzatori che aveva inaugurato la primissima edizione del festival nel 2005. Ho ripreso un progetto con Marco Gobetti e Ruggero Dondi, insieme con Anna Delfina Arcostanzo e Simona Gallo: si tratta di una lettura integrale dell’opera di Cesare Pavese in quattro giorni, dal 27 al 30 giugno. È una performance dalle sette del mattino a mezzanotte cui tengo moltissimo. Il pubblico potrà partecipare scegliendo i titoli, o semplicemente capitando per caso. In questo festival c’è tanta attenzione alla poesia. Soprattutto, non manca lo spazio consueto alla performing art e all’interazione con i luoghi».
Rientra in quest’ottica “Human Body” (sabato 25 e domenica 26 giugno) di Principio Attivo Teatro, nella bella cornice di Figina e nell’antico borgo rurale di Biglio. La performance itinerante diretta da Giuseppe Semeraro crea una liturgia d’incontri nella natura, con al centro il bisogno del sacro.
Il format del teatro nella natura è esperienza immersiva cara a Campsirago Residenza, che riporta in scena “Amleto. Una questione personale” (venerdì 1° luglio e sabato 2) con soundscape e partenza ed epilogo sul palcoscenico. Invece “Hansel e Gretel” (1° luglio in replica notturna nel bosco, e domenica 3 luglio nel parco di Villa Besana di Sirtori) è dialogo interiore e sound design che parte dalla fiaba, attraversa il bosco fino alla casa di marzapane, per diventare smarrimento tra oggetti, immagini e svelamenti. La cifra itinerante del festival accompagna anche la fusione di danza, arte visiva e tecnologia del suono di Azioni Fuori Posto con l’azione site-specific “Oltrepassare”, e la “Passeggiata Dadaista” curata da Michele Pascarella, che per l’occasione smette i panni del critico per indossare quelli del performer (entrambi domenica 3 luglio).
C’è spazio per un teatro di prosa sempre brioso, frizzante, lontano da schemi imbolsiti. Come la compagnia Frosini/Timpano, che in “Disprezzo della donna – il futurismo della specie” (venerdì 1° luglio) smitizza il futurismo stigmatizzandone la deriva misogina; oppure Antonello Taurino, che in “Trovata una sega!” (26 giugno) smaschera l’albagia dei critici infallibili alla Giulio Carlo Argan, che nel 1984 attribuì a Modigliani la paternità di sculture rinvenute in un canale e realizzate in realtà da un trio di giovani bontemponi livornesi.
Sempre per restare negli anni Ottanta, è un tuffo al cuore “Alfredino” (29 giugno) di Fabio Banfo, mentre in “Lear e il suo matto” (30 giugno) Luca Radaelli di Teatro Invito incontra il burattinaio Walter Broggini per trasformare in teatro popolare una delle tragedie più potenti di Shakespeare.
Le contraddizioni del rapporto di coppia sono al centro di “Àbito” di Agnese Bocchi e Tobia Scarrocchia (28-30 giugno) e della chicca “Sergio” di Francesca Sarteanesi (3 luglio). Apprezzati ritorni alle Esperidi sono invece quelli di Renata Ciaravino (“Sto da dio”, 24 giugno), ancora Marco Gobetti (“Il nome della rosa”, 2 luglio) e Vittorio Ondedei (prima con “Filmoni”, 23 giugno, insieme a Giacomo Toni; poi con “Ho sonno” il 25 giugno e 2 luglio).
La danza psicomagica è al centro di “Make a Wish” (24 giugno), progetto interattivo di Riccardo Meneghini che trasforma in energia performativa i desideri del pubblico. È poi la volta di Qui e Ora Residenza Teatrale in “Vertigine della lista” (1° luglio), spettacolo sul bisogno di memorizzare, narrare, descrivere le nostre paure e i nostri sogni e fantasticherie.
Appuntamento da non perdere sabato 25 giugno, quando sarà ospite del festival con le sue poesie il paesologo Franco Arminio, direttore artistico del suggestivo festival lucano “La luna e i calanchi”. La poesia sarà al centro anche del nuovo attesissimo spettacolo di Gianluigi Gherzi e Giuseppe Semeraro dal titolo “Mappa dei luoghi selvatici” (2 luglio).
Alle Esperidi non manca mai lo spazio per la primissima infanzia. “Corpo lib(e)ro” di Anna Fascendini (29 giugno) è un evento danzante sul libro come oggetto di scoperta, che libera l’immaginazione partendo dalla manipolazione della carta. Altre esperienze degne di nota sono il workshop di Simone Pacini sulla comunicazione teatrale (25 e 26 giugno), il laboratorio “Almeno nevicasse” di Francesca Sarteanesi sulla drammaturgia (29 giugno – 1° luglio) e il concerto della band Nujuin (26 giugno).
Infine, per tutta la durata del festival, sarà possibile partecipare a “Vivarium”, installazione artistica site-specific e di land art virtuale fruibile attraverso il proprio smartphone, mentre a Campsirago sarà esposta l’opera d’arte “Nido per uomini 2021” realizzata dal Liceo Artistico della Villa Reale di Monza.