Da diversi fronti, in maniera più o meno diretta, ci è arrivato l’invito a tornare a parlare dello spettacolo di Romeo Castellucci “Sul concetto di volto nel figlio di Dio“, sottoscrivendo l’appello alla libertà d’espressione che circola in questi giorni, inizialmente diffuso solo fra gli addetti ai lavori e poi via via tra la cosiddetta società civile. Quasi che, non essendo tornati sull’argomento, Klp non facesse fronte comune in tutela della libertà artistica o bucasse la notizia.
Non ci era sembrato invece più il caso di parlarne perché:
1) L’argomento l’avevamo sviscerato ancora in tempi non sospetti, e in più d’una circostanza (intervistando ad esempio lo stesso Castellucci), prima e durante il dibattito e le proteste francesi, di certo prima che in Italia si alzasse tutto questo polverone.
2) Se – oltre al web intero, a Rai 3, Il Fatto Quotidiano, Che Tempo che fa, etc. etc. – anche La Repubblica (per mano di Concita De Gregorio) pubblica un paginone (sul numero di ieri, sabato 21 gennaio, con rimando in prima pagina) per sviscerare la questione, e prendere posizione in difesa, pensiamo che la notizia sia ormai di dominio pubblico, quasi quanto il varo delle liberalizzazioni del Governo, quasi quanto le telefonate fra Schettino e De Falco.
3) Perché è stato attuato un tam tam mediatico degno della migliore agenzia pubblicitaria (non che Castellucci ne avesse bisogno…).
4) Perché è fuor di dubbio quale sia la nostra posizione in merito alla libertà d’espressione, si tratti di quella artistica o anche solo di pensiero, in ogni altro campo. Ma pensiamo anche che l’arte, materia afferente al cielo e agli inferi, debba difendere se stessa soprattutto attraverso l’arte, evitando il più possibile il ricorso a strumenti costituzionali, afferenti al terreno.
5) Perché leggere la stessa notizia ovunque ci annoia profondamente.
6) Quante opere artistiche, nel passato e nel contemporaneo, sono state accusate di blasfemia o bloccate per ragioni di varia natura? Un caso per tutti: “Il Vaticano cade” di Enrico Maria Lamanna, spettacolo che, nella passata stagione, avrebbe dovuto andare in scena al Teatro Vascello di Roma. Quante petizioni e lettere di solidarietà sono state firmate a suo sostegno? E non si venga a dire che ci sono spettacoli più meritevoli di sostegno di altri. I diritti sono diritti per tutti. Quindi se ci si batte per Castellucci ci si deve battere anche per Lamanna, indipendentemente da ideologia e schieramenti.
7) Non pensiamo che Castellucci abbia bisogno di appelli di solidarietà; è di certo in grado di manifestare la propria visione, così come ha fatto, forte di molto sostegno artistico e intellettuale (compreso il nostro).
8) Perché tutto questo movimento ci sembra tendente a un ‘populismo teatrale’… o a un teatrale populismo?
9) Perchè lo spettacolo al Teatro Franco Parenti si farà (com’è giusto che sia). E non abbiamo mai avuto la sensazione che lo spettacolo fosse realmente in pericolo. Sarà forse privato di alcune scene, guarda caso quelle sotto accusa. A seconda delle fonti, pare che Castellucci non ne fosse convinto o che ci fossero delle problematiche tecniche. Un aspetto che non è del tutto chiaro.
10) Perché, così facendo, ne abbiamo pur sempre (ri)parlato.
Lo spettacolo naturalmente si fece.
Michele Lupi sei un cretino
condivido in toto….
non facciamo di questo pseudo intellettuale un martire della libertà d’espressione, non cadiamo in questo errore , sicuramente da agnostico razionalista ritengo che la blasfemia e la bestemmia siano delle espressioni non tanto contro la religione in se ma contro gli apparati ecclesiali (termine che usero in modo impropio ) che si approfittano dell ignoranza della gente comune per tenere questa nella miseria economica ed intellettuale a favore dei poteri oligarchici che di solito si fanno paladini di questo o diquell’altro credo ma conoscendo appunto l’opera precedente di castellucci non mi sento propio di prendere posizione a suo favore anzi la vicenda conferma propio cio che sospettavo da tempo su un certo tipo di cultura e di intellettualismo che frequentano i nostri teatri cinema scule universita che altro non fanno che creare un sistema autoreferenziale di clientelismo e casta di eletti forse peggiori se confrontati hai lefrebiani e forzanuovisti vari o da considerarsi quantomeno allo stesso livello ecco la situazione è simile due ottusità integraliste che si scontrano due mondi conpletamente agli antipodi che propio per questo sono identici
gli intellettuali di casa pound contro gli intellettuali del leoncavallo ognuno sempre piu convinto di avere la verita in mano quando pure la contemporanea fisica quantistica conferma quello che i taoisti hanno sempre saputo ed alla fine tutto questo fa il gioco di chi si è inventato questo spettacolo che sicuramente avra della pubblicita gratuita su un prodotto tutto sommato banale del quale fra dieci anni piu nessuno si ricordera l lefebvriano Floriano Abrahamowicz ha celebrato una funzione di riparazione dentro un furgone aperto su un lato, davanti ad un pubblico che ostentava crocifissi e icone religiose, creando un effetto a dir poco grottesco. A vedere le foto in rete, si ha la sensazione di un teatro buono da contrapporre a quello cattivo, quasi una sacra rappresentazione degli anni Duemila.
mi vien da chiedermi chi è il vero regista di teatro contemporaneo
Castellucci o Abrahamowicz?
io personalmente preferisco ladygaga
come sono d’accordo cara redazione. è chiaro che la libertà di espressione va sempre difesa e tutelata, ma è chiaro anche che tante volte questo non accade – e non sempre perchè uno spettacolo viene censurato, ma perchè magari i festival lo escludono per far partecipare i soliti noti? perchè non si è abbastanza immanicati? perchè…etc – e quindi parlarne è lecito e giusto, ed esprimo la mia solidarietà verso la societas.
detto questo, non potrei essere più d’accordo con tutto quello che scrivete nell’articolo. in ogni punto. per cui, inutile commentare, avete già scritto tutto voi e come sempre siete grandiosi! grazie!
cara redazione di Krapp’s last post
solo alcune precisazioni.
Non è affatto scontato che lo spettacolo si farà: – ci sono serissimi problemi di ordine pubblico.
Non è neppure scontato che sarà dato dall’inizio alla fine; potrebbe essere interrotto durante l’esecuzione come avvenuto ogni sera a Parigi.
La possibilità che il regista abbia tagliato una scena di cui ” non era convinto” è un falso totale.
Nessun taglio, nessuna autocensura, nessun ripensamento.
Come da accordi presi più di un anno fa a Milano andrà in scena la stessa versione di Roma e di Parigi. Il volume II, che non prevede il lavoro con i bambini.
In ogni caso ciò che sta capitando non appartiene a Romeo Castellucci ma alla intera comunità artistica e, ancor più, a tutti i liberi cittadini.
Cogliamo l’occasione per esprimere, anche se tardivamente, la nostra solidarietà a Enrico Maria Lamanna
cordiali saluti
SRS