Crepacuore. Quando la tragedia trionfa

Diletta Acquaviva in Crepacuore
Diletta Acquaviva in Crepacuore
Diletta Acquaviva in Crepacuore (photo: Lorenzo Pellizzaro)
“Mia madre diceva sempre: Marì impara il cuore e mettilo da parte, non si sa mai che un giorno ti serve veramente”.
Le parole della protagonista riassumono alla perfezione il plot dello spettacolo. “Crepacuore” è una storia semplice. Maria è una ragazza del Sud alle prese con un mondo al maschile. Innamorata e puttana, vive un conflitto perenne con la società. Ingenua e dolce, paga il fatto di essere figlia di una donna dai facili costumi.

Lo spettacolo, prodotto da Industria Indipendente e vincitore di MArte Live 2011, è un monologo che rinuncia a ogni pretesa registica per concentrarsi su piccoli dettagli.
Diletta Acquaviva entra in scena mettendosi a sedere sull’unica sedia. Ai lati tre foto, con relativi numeri, richiamano scene di omicidi.
Il crimine sta per compiersi, ma sangue non ne vedremo.

Maria ha un t-shirt extralarge con la scritta in corsivo “All you need is love” e un grande cuore rosso disegnato. Parla con forte accento pugliese e i suoi riccioli mori la dipingono dolce e ingenua. Ci racconta la sua storia, seduta, in mano un barattolo di “cirase” che svuoterà alla svelta.

Il testo scritto da Erika Z. Galli coinvolge per semplicità e linearità, perché può essere la storia di mille ragazze in mille diversi paesini del Sud Italia. Vittime del maschilismo e del perbenismo cattolico. Affamate di vita e di amore. Una storia tragicomica, dove le accurate descrizioni del contesto geografico e di quello sociale ci catapultano direttamente nell’assolata Puglia estiva. La Puglia di oggi, meta di migliaia di turisti d’estate, feudo del Governatore forse più innovativo della scena politica italiana, ma spesso tomba per i sogni e le passioni di una giovane donna.

Ad accrescere il coinvolgimento tra il pubblico e la storia narrata sul palco romano del Teatro Lo Spazio, nel mezzo del pittoresco mercato di via Sannio, è l’intepretazione di Diletta Acquaviva. Vincendo le difficoltà date da un monologo impegnativo sia per la solitudine in scena ma soprattutto per la scelta di recitarlo su una sedia “alla Celestini”, Diletta si lascia andare e ci conduce tra le viuzze del suo paese, ci parla ardentemente dei suoi amori, si arrabbia per tutte le ingiustizie subite.
La giovane attrice di Martina Franca impugna il suo accento brandendolo contro queste ingiustizie; ma i crimini imperversano e la speranza potrà essere affidata solo a un altro barattolo di cirase rosse e alla voce ammaliante di Mina: la sua “Città vuota” dipingerà un finale senza troppe speranze. La realtà sarà ancor più dura del previsto, e la tragedia trionferà.
Per chi volesse vederlo sarà il prossimo 26 marzo, sempre a Roma, al Teatro Ambra Alla Garbatella.

Crepacuore
testo: Erika Z. Galli
con: Diletta Acquaviva
produzione: Industria Indipendente
durata: 50’
applausi del pubblico: 2’ 03’’

Visto a Roma, Teatro Lo Spazio, il 14 marzo 2012

0 replies on “Crepacuore. Quando la tragedia trionfa”
Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *