Fa’afafine. Giuliano Scarpinato oltre gli stereotipi di genere

Giuliano Scarpinato in Fa'afafine
Giuliano Scarpinato in Fa'afafine
Giuliano Scarpinato in Fa’afafine

Mentre si avvicina la finale del Premio Scenario, che si svolgerà al Festival di Santarcangelo la prossima settimana, vogliamo oggi fare un salto indietro, ossia alla 18^ edizione del Maggio all’infanzia di Bari, la più importante vetrina di teatro ragazzi del Sud, organizzata come sempre dal Teatro Kismet, che quest’anno, federandosi con il Nuovo Teatro Abeliano, ha formato una nuova compagine produttiva, Teatri di Bari.

Ed è appunto al Teatro Abeliano che, durante il festival, abbiamo potuto assistere al compimento di uno dei due progetti vincitori del Premio Scenario Infanzia: “Fa’afafine. Mi chiamo Alex e sono un dinosauro”, del regista e autore siciliano Giuliano Scarpinato, di cui avevamo già apprezzato un precedente lavoro sempre per ragazzi, “La fortuna di Philéas”.

Protagonista dello spettacolo, davvero unico nel teatro ragazzi italiano per la tematica e i modi con cui viene proposto, è un bambino, interpretato in modo credibilissimo dal ventottenne Michele Degerolamo; un bambino come gli altri, ma con una grande particolarità: non ha ancora deciso se essere maschio o femmina, o meglio, forse, nelle sue intenzioni, vorrebbe essere tutti e due.

Nella sua stanza, popolata da giocattoli ad ognuno dei quali ha dato un nome, inventando mondi meravigliosi, sta vivendo un giorno importante, quello in cui ha deciso di dire a Elliot, un suo compagno di scuola, che gli vuole bene.
Nel prepararsi al grande incontro è aiutato proprio dai suoi giocattoli, che uno ad uno gli suggeriscono come vestirsi: “Il vestito da principessa o le scarpette da calcio?”, “Occhiali da aviatore o collana a fiori?”.
Il ragazzino è molto indeciso e per “dichiararsi” al suo Elliot vorrebbe essere molto ma molto particolare, magari mostrandosi a lui “come un dinosauro”, capace di contenere in sé diverse nature.

D’altro canto Alex, intelligente e curioso come è, ha saputo che a Samoa esiste una parola che definisce coloro che, sin da bambini, non amano identificarsi in un sesso o nell’altro: Fa’afafine, un vero e proprio terzo sesso, cui la società non impone una scelta, e che gode di massimo e sacro rispetto.

Nello spettacolo attorno ad Alex, proposti attraverso video, ci sono i suoi genitori, Susan e Bob (lo stesso Scarpinato e Gioia Salvatori), che lo guardano dal buco della serratura e non capiscono: nessuno ha spiegato loro come si fa a trattare con un bambino così speciale; pensano che sia un problema e credono che la loro unica possibilità sia doverlo cambiare, ma come vedremo sarà Alex alla fine a cambiarli.

Per aiutare il ragazzo che a scuola viene picchiato e deriso, simili a degli abitanti di altri mondi, arrivano addirittura i Falafine che, tra sogno e realtà, lo portano direttamente a Samoa, dove Alex vivrà momenti felici.
Ma lui vuole essere accettato per come è dov’è, e saranno infine i genitori, prima così increduli e lontani, mescolandosi ruoli e vestiti, a comprenderlo e ad amarlo, regalandogli la cosa più preziosa che un genitore può augurarsi: la felicità del proprio figlio.

Lo spettacolo di Giuliano Scarpinato, tratto dal libro di Lori Duron “Raising my Rainbow” (Il mio bellissimo arcobaleno), mescola con perfetta ironia e adesione emozionale il tema proposto, rappresentandolo in tutti i suoi aspetti, cosa che è assolutamente necessaria per il mondo del teatro ragazzi italiano ma non solo. Uno spettacolo che dovrebbe esser proposto in tutte le scuole, così da affrontare in modo adeguato una tematica molto spesso considerata ancora un tabù, come è stato ancora una volta confermato dalla lista di “libri proibiti” stilata dal neo-sindaco di Venezia!

Fa’afafine. Mi chiamo Alex e sono un dinosauro
regia Giuliano Scarpinato
con Michele Degirolamo
in video Giuliano Scarpinato e Gioia Salvatori

età consigliata: 8-16 anni
durata: 50’

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